Merck, conosciuta come MSD al di fuori degli Stati Uniti e del Canada, ha annunciato oggi la presentazione di nuovi dati sull’attività antitumorale di KEYTRUDA® (pembrolizumab) in un’ampia gamma di tumori avanzati, in occasione dello European Cancer Congress (ECC) di quest’anno, che si terrà a Vienna dal 25 al 29 settembre. In tutto, saranno presentati all’ECC di quest’anno 15 abstract su pembrolizumab in nove tipologie di tumori difficili da trattare – incluse quattro presentazioni orali nella sessione late-breaking. Verranno anche presentati i primi dati sull’espressione di PD-L2 in vari tumori per valutare il potenziale valore di questo biomarcatore nella capacità di risposta dei pazienti alle terapie anti-PD-1. Con queste e altre presentazioni, i dati sul potenziale ruolo di pembrolizumab saranno stati presentati in oltre 17 tipi diversi di tumore.
Gli studi accettati nel programma ECC di quest’anno includono anche la ricerca su pembrolizumab in monoterapia nel tumore dell’ano, nel tumore delle vie biliari, nel carcinoma del colon-retto, nel carcinoma a cellule di Merkel (un tipo di tumore della pelle), nel carcinoma nasofaringeo (un tipo di tumore della testa e del collo) e nel tumore al polmone non a piccole cellule (NSCLC), nonché uno studio di valutazione di pembrolizumab in associazione con un altro trattamento immunoterapico nel melanoma.
«Mentre continuiamo ad arricchire la raccolta di dati clinici ampliando la nostra conoscenza del potenziale di pembrolizumab, portiamo avanti l’obiettivo di identificare i fattori in grado di aiutarci a stabilire quali pazienti rispondono meglio a un particolare farmaco o approccio» ha dichiarato Roger Dansey, Senior Vice President e Therapeutic Area Head, Oncology Late-Stage Development di Merck Research Laboratories. «I dati iniziali che stiamo osservando per quanto riguarda l’espressione di PD-L2 indicano la potenziale importanza del doppio blocco di PD-L1 e PD-L2 nella terapia anti-PD-1 per il trattamento dei tumori».
Pembrolizumab, la terapia anti-PD-1 di Merck, è un anticorpo monoclonale umanizzato che blocca l’interazione tra PD-1 e i suoi ligandi, PD-L1 e PD-L2. Legandosi al recettore di PD-1 e bloccando l’interazione con i ligandi di quest’ultimo, pembrolizumab rilascia l'inibizione, mediata dal pathway di PD-1, della risposta immunitaria, compresa la risposta immunitaria antitumorale. Il programma di sviluppo clinico di pembrolizumab si è ampliato rapidamente fino a includere oltre 30 tipi di tumori in più di 130 trial clinici, in oltre 70 dei quali pembrolizumab è associato ad altri trattamenti antitumorali. Al momento, negli studi registrativi di pembrolizumab in monoterapia si stanno arruolando pazienti affetti da melanoma, NSCLC, tumore della testa e del collo, tumore della vescica, tumore gastrico, tumore colorettale e Linfoma di Hodgkin, ma sono in corso di preparazione ulteriori trial per altri tipo di tumore.
«Merck sta ampliando rapidamente i suoi studi clinici su pembrolizumab includendo una vasta gamma di tumori con lo scopo di riuscire a offrire ai pazienti oncologici nuove e promettenti opzioni e di aiutare i medici a individuare gli approcci più adatti ai singoli pazienti» ha affermato il Roy Baynes, Senior Vice President e Head of Global Clinical Development di Merck Research Laboratories. «Siamo impazienti di presentare questi nuovi dati allo European Cancer Congress, continuando ad avere come obiettivo la possibilità di offrire l’innovazione scientifica rappresentata dall’immunoncologia al più vasto numero di pazienti possibile».
MSD ha annunciato oggi la presentazione dei primi risultati della ricerca sull’uso di pembrolizumab, la terapia anti-PD-1 dell’azienda, come monoterapia per pazienti con carcinoma nasofaringeo (NPC) avanzato non resecabile – un tipo di tumore della testa e del collo – con espressione di PD-L1 (≥1% delle cellule nei nidi tumorali o nelle bande PD-L1+ dello stroma). I dati provengono da uno studio di Fase 1b (KEYNOTE-028) e hanno dimostrato un tasso di risposta globale (ORR) (confermato e non confermato) del 22,2% (95% CI, 8,6-42,3) nei pazienti valutabili (n=27) trattati con pembrolizumab. I risultati sono stati presentati nel corso di una sessione orale dal Dr. Chiun Hsu, National Taiwan University Hospital, allo European Cancer Congress (ECC) di Vienna (Abstract n. 2801).
«Il carcinoma nasofaringeo avanzato è una grave forma di tumore della testa e del collo spesso associata a una prognosi sfavorevole» ha dichiarato Hsu. «Questi dati presentati all’ ECC indicano il potenziale per nuovi approcci al trattamento di questo tipo di tumore per il quale, al momento, esistono poche opzioni di cura e, inoltre, confermano la necessità di portare avanti la ricerca sul potenziale funzionamento di pembrolizumab in alcuni tipi di tumore della testa e del collo».
MSD ha avviato un vasto programma di sviluppo clinico per la valutazione di pembrolizumab nel tumore della testa e del collo in diverse linee terapeutiche, sia in monoterapia, sia in associazione a chemioterapia o altri agenti. Nell’ambito di KEYNOTE-028, pembrolizumab è in studio in pazienti con NPC avanzato non resecabile che non rispondono alla terapia attualmente disponibile o per i quali tale terapia non è appropriata. Questo studio è il secondo a mostrare l’attività precoce di pembrolizumab nei pazienti con tumore della testa e del collo e il primo su una terapia anti-PD-1 a dimostrare un’attività clinica in pazienti con NPC ricorrente o metastatico. Per ulteriori informazioni sui nostri trial clinici oncologici, visitare www.keynoteclinicaltrials.com.
«I dati che emergono da questo studio clinico mostrano ancora una volta che pembrolizumab è attivo in differenti tipologie di tumori, inclusi quelli difficili da curare con i trattamenti standard» ha dichiarato Roger Dansey, Senior Vice President e Therapeutic Area Head, Oncology Late-Stage Development di Merck Research Laboratories. «Sulla base di questi e degli altri risultati ottenuti sinora, stiamo continuando a portare avanti un programma clinico completo sul tumore della testa e del collo con pembrolizumab, sempre focalizzati sulla realizzazione del pieno potenziale di questa terapia per rispondere alle esigenze di cura ancora insoddisfatte dei pazienti con tumori difficili da trattare, come il carcinoma nasofaringeo».
Altri risultati dello studio KEYNOTE-028 per il carcinoma nasofaringeo
KEYNOTE-028 è uno studio clinico di Fase 1b, multicoorte, non randomizzato e di tipo basket – un modello di trial che permette di studiare più sottopopolazioni di diversi tipi di tumore o diversi tipi istologici nell’ambito di un unico studio. Questo studio clinico, attualmente in corso, sta valutando la sicurezza, la tollerabilità e l’attività antitumorale di pembrolizumab in monoterapia (con dosaggio 10 mg/kg ogni due settimane) in oltre 450 pazienti con 20 diversi tipi di tumore. Lo studio è stato disegnato per valutare i pazienti con tumori solidi avanzati che esprimono PD-L1 e non hanno risposto alla terapia attualmente disponibile o per i quali tale terapia non è appropriata.
Questi primi risultati su 27 pazienti con NPC avanzato già trattati in maniera aggressiva hanno dimostrato un ORR del 22,2% (n=6/27) (secondo i criteri RECIST v1.1), incluse sei risposte parziali (95% CI, 8,6-42,3). Inoltre, il 55,6% dei pazienti ha mostrato una malattia stabile (n=15/27) (95% CI, 35,3-74,5), il tasso di controllo della malattia (DCR) è stato del 77,8% (n=21/27) (95% CI, 57,7-91,4) e la riduzione del tumore è stata raggiunta nel 67% dei pazienti. Il tasso di sopravvivenza libera da progressione (PFS) a 6 mesi è stato del 49,7 e quello a 12 mesi del 28,9%. La durata mediana del follow-up per i pazienti valutabili è stata di 12,9 mesi (range da 2,2 a 15,0) e la durata mediana della risposta è stata di 10,8 mesi (range da 4,8 a 10,8).
Gli eventi avversi sono stati generalmente coerenti con i dati sulla sicurezza riferiti in precedenza per pembrolizumab. Gli eventi avversi di Grado 3-5 correlati al trattamento e valutati dai ricercatori sono stati: epatite (n=2), polmonite (n=2), anemia (n=1), dolore al volto (n=1), aumento della creatin fosfochinasi (n=1), proteinuria (n=1) e sepsi (n=1). Gli eventi avversi immuno-mediati sono stati: ipotiroidismo (n=5), epatite (n=4) e polmonite (n=3). Si è verificato un decesso correlato al trattamento a seguito di sepsi batterica.
Informazioni su PD-L1 e sull’espressione di PD-L1
PD-L1, chiamato anche ligando 1 della morte programmata, è una proteina espressa su molti tipi di cellule, incluse alcune cellule tumorali. In condizioni normali, l’interazione di PD-L1 con un’altra proteina, chiamata recettore 1 della morte programmata o PD-1 (Programmed Death receptor-1), funziona da importante checkpoint del sistema immunitario, mantenendo in equilibrio questo sistema e impedendo all’organismo di attaccare le proprie cellule in caso di infiammazione o infezione. Quando i tumori esprimono PD-L1, tuttavia, possono eludere il rilevamento e la distruzione da parte delle cellule T citotossiche – un tipo di cellule immuni antitumorali – permettendo al tumore di sopravvivere e svilupparsi. L’espressione PD-L1 dei tumori è stata osservata a vari livelli in molti tipi di tumore, tra cui il carcinoma mammario, il tumore del polmone e della vescica e il carcinoma nasofaringeo. Livelli elevati dell’espressione di PD-L1, chiamati sovraespressione, sono al momento sotto studio per poter essere utilizzati al fine di identificare i pazienti con maggiore probabilità di rispondere a determinati approcci di cura su base immunologica.
Informazioni sul carcinoma nasofaringeo
Il carcinoma nasofaringeo (NPC) è un tipo di tumore della testa e del collo che si manifesta nelle cellule epiteliali che rivestono la superficie del nasofaringe, il tratto superiore della gola che si trova dietro il naso e in prossimità della base del cranio.1 Esistono tre tipi di NPC, classificati in base all’aspetto delle cellule tumorali osservate al microscopio: carcinoma a cellule squamose cheratinizzante, carcinoma differenziato non cheratinizzante e carcinoma indifferenziato.1 I principali fattori di rischio per l’NPC includono discendenza cinese o asiatica, esposizione al virus di Epstein-Barr e consumo di grandi quantità di alcol.2 Nella maggior parte dei paesi del mondo (Stati Uniti inclusi), si verifica meno di un caso di NPC ogni 100.000 persone all’anno.3 Nel 2015, i casi di NPC previsti negli Stati Uniti sono circa 3.200.3
Informazioni pembrolizumab
Pembrolizumab è un anticorpo monoclonale umanizzato che blocca l’interazione tra PD-1 e i suoi ligandi, PD-L1 e PD-L2. Legandosi al recettore di PD-1 e bloccando l’interazione con i ligandi di quest’ultimo, pembrolizumab rilascia l'inibizione mediata dal pathway di PD-1 della risposta immunitaria, compresa la risposta immunitaria antitumorale.
Pembrolizumab è indicato per il trattamento dei pazienti con melanoma non resecabile o metastatico e progressione della malattia dopo il trattamento con ipilimumab e, nel caso di tumori positivi alla mutazione BRAF V600, con un inibitore di BRAF. Questa indicazione è approvata con procedura di approvazione accelerata in base al tasso di risposta del tumore e alla durata della risposta. Non è stato ancora stabilito un miglioramento in termini di sopravvivenza o sintomatologia correlata alla malattia. La validità dell’approvazione di questa indicazione potrebbe essere subordinata alla verifica e alla descrizione del beneficio clinico negli studi confermativi.
Il programma di sviluppo clinico di pembrolizumab si è ampliato rapidamente fino a includere oltre 30 tipi di tumore in più di 130 trial clinici, in oltre 70 dei quali pembrolizumab viene somministrato in associazione ad altri trattamenti antitumorali. Al momento, negli studi per la registrazione di pembrolizumab in monoterapia si stanno arruolando pazienti per melanoma, NSCLC, tumore della testa e del collo, tumore della vescica, tumore gastrico, tumore colorettale e Linfoma di Hodgkin, ma sono in corso di preparazione ulteriori trial per altri tipi di tumore.
Selezione delle informazioni importanti sulla sicurezza di pembrolizumab
Episodi di polmonite si sono verificati in 12 (2,9%) pazienti su 411, inclusi casi di Grado 2 o 3 in, rispettivamente, 8 (1,9%) e 1 (0,2%) pazienti in cura con pembrolizumab. Monitorare i pazienti per cogliere eventuali segnali e sintomi di polmonite. Valutare i casi di sospetta polmonite con radiografia. Somministrare corticosteroidi per polmonite di Grado 2 o superiore. Sospendere pembrolizumab per i casi di Grado 2; sospendere in via permanente pembrolizumab per i casi di Grado 3 o 4.
Episodi di colite (inclusa la colite microscopica) si sono verificati in 4 pazienti (1%) su 411, inclusi casi di Grado 2 o 3 in, rispettivamente, 1 (0,2%) e 2 (0,5%) pazienti in cura con pembrolizumab. Monitorare i pazienti per cogliere eventuali segnali e sintomi di colite. Somministrare corticosteroidi per colite di Grado 2 o superiore. Sospendere pembrolizumab per i casi di Grado 2 o 3; sospendere in via permanente pembrolizumab per i casi di Grado 4.
Episodi di epatite (inclusa l’epatite autoimmune) si sono verificati in 2 pazienti (0.5%) su 411, incluso un caso di Grado 4 in 1 (0,2%) paziente in cura con pembrolizumab. Monitorare i pazienti per cogliere eventuali alterazioni della funzionalità epatica. Somministrare corticosteroidi per i casi di epatite di Grado 2 o superiore e, a seconda della gravità dell’aumento degli enzimi epatici, sospendere o sospendere in via definitiva pembrolizumab.
Episodi di ipofisite si sono verificati in 2 pazienti (0,5%) su 411, incluso un caso di Classe 2 in 1 e un caso di Grado 4 in 1 (0,2% ognuno) paziente in cura con pembrolizumab. Monitorare i pazienti per cogliere eventuali segni e sintomi di ipofisite (incluso l’ipopituitarismo e l’insufficienza surrenale). Somministrare corticosteroidi per l’ipofisite di Grado 2 o superiore. Non somministrare pembrolizumab per la Grado 2; sospendere o interrompere per la Grado 3; e sospendere in via permanente pembrolizumab per l’ipofisite di Grado 4.
Episodi di ipertiroidismo si sono verificati in 5 pazienti (1,2%) su 411, inclusi casi di Grado 2 o 3, rispettivamente in 2 (0,5%) e 1 (0,2%) paziente in cura con pembrolizumab. L’ipotiroidismo si è verificato in 34 pazienti (8,3%) su 411, incluso un caso di Grado 3 in 1 (0,2%) paziente in cura con pembrolizumab. Disfunzioni tiroidee possono verificarsi in qualsiasi momento durante il trattamento. Monitorare i pazienti per cogliere eventuali modificazioni della funzionalità tiroidea (all’inizio del trattamento, periodicamente durante il trattamento e secondo quanto indicato in base alla valutazione clinica) e per cogliere eventuali segnali e sintomi di disfunzione tiroidea. Somministrare corticosteroidi per l’ipotiroidismo di Grado 3 o superiore. Sospendere pembrolizumab per l’ipotiroidismo di Grado 4. L’ipotiroidismo isolato può essere gestito sostituendo la terapia senza interrompere il trattamento e senza somministrare corticosteroidi.
Episodi di diabete mellito di Tipo 1, inclusa la chetoacidosi diabetica, si sono verificati in pazienti in cura con pembrolizumab. Monitorare i pazienti per cogliere eventuali episodi di iperglicemia e altri segni e sintomi del diabete. Somministrare insulina per il diabete di Tipo 1 e sospendere somministrare pembrolizumab nei casi di iperglicemia grave fino a quando non viene ripristinato il controllo metabolico.
Episodi di nefrite si sono verificati in 3 pazienti (0,7%), costituiti da un caso di nefrite autoimmune di Grado 2 (0,2%) e due casi di nefrite interstiziale con insufficienza renale (0,5%), un caso di Grado 3 e uno di Grado 4. Monitorare i pazienti per cogliere eventuali alterazioni della funzionalità renale. Somministrare corticosteroidi per i casi di nefrite di Grado 2 o superiore. Sospendere pembrolizumab per la Grado 2; sospendere in via permanente pembrolizumab per la nefrite di Grado 3 o 4.
È possibile che si verifichino altre reazioni avverse immuno-mediate clinicamente importanti. Le reazioni avverse immuno-mediate clinicamente significative che si sono verificate in pazienti trattati con pembrolizumab sono: dermatite esfoliativa, uveite, artrite, miosite, pancreatite, anemia emolitica anemia, crisi epilettiche parziali in un paziente con focolaio di infiammazione nel parenchima cerebrale, dermatite acuta, inclusi pemfigoide bolloso, sindrome miastenica, neurite ottica e rabdomiolisi.
Per sospette reazioni avverse immuno-mediate, procedere a una valutazione adeguata per confermare l’eziologia o escludere altre cause. A seconda della gravità della reazione avversa, sospendere pembrolizumab e somministrare corticosteroidi. Al miglioramento della reazione avversa fino alla Grado 1 o inferiore, iniziare a scalare i corticosteroidi e continuare la terapia a scalare per almeno un mese. Riprendere pembrolizumab se la reazione avversa rimane di Grado 1 o inferiore. Sospendere in via permanente pembrolizumab per tutte le reazioni avverse immuno-mediate acute o di Grado 3 ricorrenti e per tutte le reazioni avverse immuno-mediate che possono mettere in pericolo la vita del paziente. [W&P, 5.6, p.6]
Casi di reazioni correlate all’infusione, incluse reazioni acute e potenzialmente fatali, si sono verificate in pazienti in cura con pembrolizumab. Monitorare i pazienti per cogliere eventuali segni e sintomi di reazioni correlate all’infusione, inclusi brividi, anche intensi, affanno, prurito, arrossamento, rash, ipotensione, ipossiemia e febbre. In caso di reazioni gravi o potenzialmente fatali, interrompere l’infusione e sospendere in via permanente pembrolizumab.
Per via del suo meccanismo di azione, pembrolizumab può causare danni al feto se somministrato alle gestanti. Se usato in gravidanza o se la paziente resta incinta durante il trattamento, informare la paziente del potenziale rischio per il feto. Consigliare alle donne in età fertile l’uso di un metodo contraccettivo altamente efficace per tutta la durata del trattamento e per i 4 mesi successivi all’ultima dose di pembrolizumab.
Il trattamento con pembrolizumab è stato interrotto per reazioni avverse dal 9% dei 411 pazienti. Le reazioni avverse, riferite in almeno due pazienti, che hanno portato all’interruzione di pembrolizumab sono state: polmonite, disfunzione renale e dolore. Reazioni avverse gravi si sono verificate nel 36% dei pazienti. Le reazioni avverse gravi più frequenti, riferite nel 2% o più dei pazienti, sono state: disfunzione renale, dispnea, polmonite e cellulite.
Le reazioni avverse più comuni (riferite in almeno il 20% dei pazienti) sono state: spossatezza (47%), tosse (30%), nausea (30%), prurito (30%), rash (29%), diminuzione dell’appetito (26%), costipazione (21%), artralgia (20%) e diarrea (20%).
Il dosaggio raccomandato di pembrolizumab è 2 mg/kg somministrati per infusione endovenosa per 30 minuti ogni tre settimane fino alla progressione della malattia o al raggiungimento di tossicità inaccettabile. Non sono stati condotti studi formali sull’interazione farmacocinetica con pembrolizumab. Non è noto se pembrolizumab viene escreto con il latte umano. Dal momento che molti farmaci vengono escreti con il latte umano, avvisare le donne di sospendere l’allattamento durante il trattamento con pembrolizumab. La sicurezza e l’efficacia di pembrolizumab nei pazienti pediatrici non sono state stabilite.
MSD Oncologia
L’obiettivo di MSD Oncology è tradurre i passi avanti della ricerca in innovazioni biomediche che aiutino le persone affette da tumore nel mondo. Il tumore è una delle esigenze mediche insoddisfatte più urgenti. I nostri sforzi focalizzati sulla ricerca nel campo dell’immuno-oncologia e stiamo facendo di tutto per abbreviare il percorso dei farmaci – dall’ambito di studio a quello clinico – e offrire una nuova speranza ai pazienti oncologici.
MSD Italia
MSD Italia è la consociata di Merck & Co., leader mondiale nel settore della salute, con un fatturato superiore ai 44 miliardi di dollari, il 18% dei quali investiti in Ricerca e Sviluppo. L'azienda è conosciuta come MSD in tutto il mondo, ad eccezione di Stati Uniti e Canada, dove opera con il nome di Merck.
Attraverso i suoi medicinali soggetti a prescrizione, i vaccini, le terapie biologiche e i prodotti per la salute animale, MSD opera in oltre 140 Paesi con 73.000 dipendenti, fornendo soluzioni innovative in campo sanitario, impegnandosi nell’aumentare l'accesso alle cure sanitarie attraverso politiche, programmi e partnership mirate.
MSD è orgogliosa del suo impegno nella Responsabilità Sociale dove arriva ad erogare ogni anno 1.8 miliardi di dollari.
MSD è presente in Italia dal 1956, con oltre 1.000 dipendenti, un fatturato di 700 milioni di euro e forti investimenti in Ricerca non solo per numero di studi clinici condotti nel Paese (oltre 130 con quasi 1.000 centri e 6.000 pazienti coinvolti), ma anche grazie ad un solido piano pluriennale a sostegno della ricerca indipendente e dei giovani.
MSD Italia è stata recentemente premiata, per il secondo anno consecutivo, come Best Digital Healthcare Company in Italia, come Società Leader per la CSR ed è entrata nella lista delle 10 migliori Aziende per le quali lavorare secondo la classifica stilata da Top Employer Institute 2015. Per maggiori informazioni, visitare il sito www.msditalia.it.
References
1. http://www.cancer.org/cancer/nasopharyngealcancer/detailedguide/nasopharyngeal-cancer-what-is-nasopharyngeal-cancer
2. http://www.cancer.gov/types/head-and-neck/patient/nasopharyngeal-treatment-pdq
3. http://www.cancer.org/cancer/nasopharyngealcancer/detailedguide/nasopharyngeal-cancer-key-statistics
I dati di immuno-oncologia di Merck all’European Cancer Congress 2015
A seguire un elenco delle presentazioni late-breaker, orali e poster su pembrolizumab:
Presentazioni orali late-breaker
• (Abstract #18LBA) PD-L2 expression in human tumors: relevance to anti-PD-1 therapy in cancer. J. Yearley. Sunday, Sept. 27, 10:05 AM CEST. Location: Hall A1.
• (Abstract #24LBA) Safety data from the phase 1b part of the MASTERKEY-265 study combining talimogene laherparepvec (T-VEC) and pembrolizumab for unresectable stage IIIB-IV melanoma. G. Long. Sunday, Sept. 27, 12:00 PM CEST. Location: Hall A2.
• (Abstract #33LBA) Efficacy and safety of pembrolizumab (pembro; MK-3475) for patients (pts) with previously treated advanced non-small cell lung cancer (NSCLC) Enrolled in KEYNOTE-001. J.C. Soria. Monday, Sept. 28, 10:50 AM CEST. Location: Strauss.
• (Abstract #22LBA) Activity of PD-1 blockade with pembrolizumab as first systemic therapy in patients with advanced Merkel cell carcinoma. P. Nghiem. Sunday, Sept. 27, 11:30 AM CEST. Location: Hall A2.
Presentazioni orali
• (Abstract #2801) Antitumor activity and safety of pembrolizumab in patients with PD-L1–positive nasopharyngeal carcinoma: Interim results from a phase 1b study. C. Hsu. Saturday, Sept. 26, 10:45 CEST. Location: Hall C1.
• (Abstract #500) Pembrolizumab (MK-3475) for PD-L1–positive squamous cell carcinoma (SCC) of the anal canal: Preliminary safety and efficacy results from KEYNOTE-028. P. Ott. Sunday, Sept. 27, 5:05 PM CEST. Location: Hall D1.
• (Abstract #502) Pembrolizumab (MK-3475) for patients (pts) with advanced colorectal carcinoma (CRC): Preliminary results from KEYNOTE-028. B. O’Neil. Sunday, Sept. 27, 5:35 PM CEST. Location: Hall D1.
Sessione poster
• (Abstract #507) Evaluation of patients with progressive metastatic head and neck cancer treated with PD-1 inhibition with pembrolizumab and radiation therapy: Assessment of local and systemic effects. T.Y. Seiwert. Saturday, Sept. 26, 4:45 PM-6:45 PM CEST. Location: Hall C.
• (Abstract #523) Initial clinical experience with pembrolizumab in metastatic heavily pre-treated patients with solid cancers in a single institution. R. Leibowitz-Amit. Saturday, Sept. 26, 4:45 PM-6:45 PM CEST. Location: Hall C.
• (Abstract #525) Safety and efficacy of pembrolizumab (MK-3475) in patients (pts) with advanced biliary tract cancer: Interim results of KEYNOTE-028. Y.J. Bang. Saturday, Sept. 26, 4:45 PM-6:45 PM CEST (5:15 PM-6:15 PM CEST spotlight session). Location: Hall C.
• (Abstract #2860) Correlation between plasma Epstein-Barr virus DNA and clinical response to pembrolizumab in patients with advanced or metastatic nasopharyngeal carcinoma. H.F. Kao. Sunday, Sept. 27, 9:15 AM-11:15 AM CEST. Location: Hall C.
• (Abstract #2866) Antitumor activity of the anti-PD-1 antibody pembrolizumab in subgroups of patients with recurrent/metastatic head and neck squamous cell carcinoma (R/M HNSCC): Exploratory analyses from KEYNOTE-012. L. Chow. Sunday, Sept. 27, 9:15 AM-11:15 AM CEST. Location: Hall C.
• (Abstract #3325) Safety and efficacy of pembrolizumab (MK-3475) for Japanese patients (pts) with advanced melanoma: Preliminary results from KEYNOTE-041 Phase 1b study. K. Yokota. Sunday, Sept. 27, 4:45 PM-6:45 PM CEST. Location: Hall C.
• (Abstract #3344) Relationship between pembrolizumab exposure and efficacy/safety in 1016 patients (pts) with advanced or metastatic melanoma. S.P. Kang. Sunday, Sept. 27, 4:45 PM-6:45 PM CEST. Location: Hall C.
• (Abstract #2622) A Phase I/II study to assess the safety and efficacy of pazopanib (paz) and pembrolizumab (pembro) in patients (pts) with advanced renal cell carcinoma (aRCC). D.F. McDermott. Monday, Sept. 28, 4:45 PM-6:45 PM CEST. Location: Hall C.
Per ulteriori informazioni, incluso l’elenco completo dei titoli degli abstract, è disponibile il sito web del Congresso European Cancer http://www.europeancancercongress.org/Scientific-Programme/Searchable-Programme#anchorScpr.
Fonte: Ufficio Stampa Pro Format Comunicazione