Stanchezza, frequenti mal di testa, fiato corto, colorito pallido, capelli e unghie fragili, ma anche irritabilità, scarsa concentrazione, maggiore esposizione alle infezioni: tutte condizioni apparentemente slegate tra loro ma che invece possono avere una causa comune. Si tratta della carenza di ferro, un problema di notevole rilevanza per l’impatto epidemiologico e sociale – colpisce un terzo della popolazione mondiale, in particolar modo le donne in età fertile e i bambini sotto i 5 anni4 – eppure ancora ampiamente trascurato e sotto diagnosticato, in gran parte proprio per la difficoltà a riconoscerne i sintomi.
La carenza di ferro è l’unica carenza nutrizionale ancora diffusa nei Paesi sviluppati1. In Europa interessa oltre il 30% della popolazione femminile in età fertile, fino al 77% delle donne in gravidanza e al 48% dei bambini. Anche chi soffre di patologie croniche infiammatorie è particolarmente a rischio: nei pazienti con scompenso cardiaco la carenza marziale ha una prevalenza del 50% circa, in quelli con malattie infiammatorie croniche intestinali (IBD) dal 13% al 90% e nei pazienti con nefropatia cronica dal 24% al 85%3.
Senza sufficiente ferro a disposizione, il corpo umano non può funzionare correttamente. Il ferro è infatti essenziale per la produzione di globuli rossi e per assicurare che il cuore e i muscoli scheletrici possano funzionare efficacemente. Quando il livello di ferro disponibile all’emopoiesi è eccessivamente basso si può andare incontro ad anemia, patologia che inficia la capacità dell’organismo di generare l’emoglobina necessaria per la produzione di globuli rossi sani. Il ferro, inoltre, svolge un ruolo fondamentale nel combattere le infezioni e le malattie, mantenendo i livelli di energia5 e la normale funzione cerebrale.
“Quando le riserve di ferro nell’organismo diventano scarse, l’impatto sulla salute e la qualità di vita è notevole perché ne risentono il metabolismo, il benessere psico-fisico, il desiderio sessuale, la produttività”, afferma la Dott.ssa Elisa Nescis, Ematologa presso l’Ospedale Cardinale Panico di Tricase, Lecce. “Nei bambini – prosegue – la carenza può indurre disturbi della performance cognitiva, motoria e del comportamento. Particolarmente delicato e quindi non trascurabile, è il periodo della gestazione poiché l’aumentato fabbisogno di ferro per lo sviluppo del feto e della placenta può indurre uno stato anemico nella gestante, vera e propria patologia derivante da un deficit importante e prolungato, che a sua volta aumenta il rischio di parto prematuro e di basso peso del bambino alla nascita”.
La carenza di ferro può insorgere a tutte le età, anche se il rischio aumenta in particolare momenti della vita. Oltre all’aumentato fabbisogno fisiologico dovuto alla crescita (gravidanza, infanzia e adolescenza), la carenza di ferro può essere causata, nelle donne, da perdite eccessive di sangue associate, ad esempio, a cicli mestruali abbondanti, o da patologie come l’insufficienza renale cronica, lo scompenso cardiaco e le malattie croniche intestinali. In questi pazienti, inoltre, l’assunzione di alcuni farmaci e l’infiammazione sottostante, che può ridurre la quantità di ferro assorbita dall’intestino, possono determinare riduzione delle riserve marziali e aumento del rischio di morbilità e mortalità. Incide, infine, un apporto nutrizionale non adeguato, derivante dallo scarso consumo di alimenti ricchi in ferro e dalla scelta di diete restrittive.
“C’è ancora una scarsa consapevolezza del problema e un grande bisogno di informazione sui possibili gravi rischi per la salute causati dalla carenza di ferro. Per questo motivo, è importante sensibilizzare la classe medica e l’opinione pubblica a riconoscere i sintomi, il primo passo per una diagnosi corretta e l’impostazione di una cura appropriata”, dichiara il Prof. Maurizio Volterrani, Primario di Cardiologia presso l’Ospedale IRCCS San Raffaele Pisana, Roma. “Intervenire tempestivamente per correggere la carenza rappresenta un obiettivo fondamentale, anche alla luce delle diverse strategie terapeutiche che consentono di far fronte al problema: dalla modifica della dieta, all’assunzione di preparati a base di ferro per via orale, alla somministrazione di terapie iniettive quando i farmaci orali sono mal tollerati. I benefici di un trattamento adeguato si sono riscontrati anche nei pazienti nefropatici e con scompenso cardiaco”, conclude.
La diagnosi di carenza di ferro viene effettuata mediante un esame del sangue per la misura dei livelli di emoglobina, la ferritina sierica (che riflette la quantità di riserve di ferro presenti nell’organismo) e la saturazione della transferrina (che indica quanto del ferro disponibile può essere utilizzato per produrre nuovi globuli rossi).
L'importanza del ferro nell’organismo
Senza sufficiente ferro a disposizione, il corpo umano non può funzionare correttamente. Il ferro è richiesto in tutto il corpo. È essenziale per la produzione di globuli rossi e per assicurare che il cuore e i muscoli scheletrici possano funzionare efficacemente. Il ferro svolge anche un ruolo fondamentale nel combattere le infezioni e le malattie, mantenendo i livelli di energia e la normale funzione cerebrale.
Prevalenza di carenza di ferro
La carenza di ferro è presente in un terzo della popolazione mondiale. In particolare, è l'unica carenza nutrizionale ancora diffusa nei paesi sviluppati.1 È presente in maniera significativa nelle donne in età fertile e in gravidanza e nei bambini di età inferiore ai cinque anni. In Europa, ad esempio, la carenza di ferro colpisce fino al 33% delle donne in età fertile, fino al 77% delle donne in gravidanza e fino al 48% dei bambini.2 La carenza di ferro è spesso associata a malattie con una componente infiammatoria cronica; nei pazienti con scompenso cardiaco cronico la carenza marziale ha una prevalenza del 50% circa, in quelli con IBD dal 13% al 90% e nei pazienti con nefropatia cronica dal 24% al 85%.
Cause di carenza di ferro
Le persone di tutte le età possono diventare carenti di ferro, ma ci sono alcuni momenti nella vita, così come alcune scelte di vita, che possono rendere più probabile che ciò accada:
- Perdite ematiche. Il sangue perso durante le mestruazioni comporta che le donne in età fertile abbiano bisogno fino al doppio della quantità di ferro nella loro dieta rispetto agli uomini per evitare di diventare carenti di ferro. Le donne che hanno mestruazioni particolarmente abbondanti sono più inclini a sviluppare carenza di ferro. La perdita di sangue contribuisce anche allo sviluppo di carenza di ferro in pazienti con malattie infiammatorie croniche intestinali (IBD), insufficienza cardiaca cronica (CHF) e malattie renali croniche (CKD) .
- Infiammazione. L'infiammazione associata a determinate condizioni a lungo termine, come IBD, CHF o CKD può ridurre la quantità di ferro assorbita dall'intestino e poi resa disponibile all’occorrenza, generando così carenza di ferro.
- Farmaci. Alcuni farmaci usati nel trattamento di IBD, CHF o CKD possono portare alla perdita di sangue (es. antiaggreganti ed anticoagulanti), con conseguente ulteriore rischio di carenza di ferro.
- Crescita. Il ferro è fondamentale per il corretto accrescimento corporeo, quindi durante i periodi di crescita, che includono la gravidanza, l'infanzia (nei bambini sotto i cinque anni) e l'adolescenza aumenta il bisogno di ferro.
- Dieta. Il ferro è presente sia nei prodotti di origine animale che nei vegetali, ma il ferro contenuto nei prodotti di origine animale viene assorbito meglio dall'organismo. Gli alimenti ricchi di ferro includono carni rosse, uova, legumi, fagioli, noci e semi. Diete restrittive, sia per scelta (diete vegetariane o vegane) sia a causa di malattie croniche (ad es. Malattie renali), possono aumentare il rischio di carenza di ferro.
Anemia da carenza di ferro
L'anemia da carenza di ferro si verifica quando il livello di ferro disponibile all’emopoiesi è così basso che il corpo non può più produrre l’emoglobina necessaria per sviluppare globuli rossi sani. L'emoglobina indispensabile per il trasporto dell'ossigeno ai tessuti e agli organi in tutto il corpo, quindi è essenziale per il loro corretto funzionamento.
Carenza di ferro o anemia da carenza di ferro?
Esiste una differenza clinica tra carenza di ferro e anemia da carenza di ferro.5 Avere bassa disponibilità di ferro (carenza di ferro), non significa necessariamente che si svilupperà anemia sideropenica. Per determinare se qualcuno è carente di ferro o ha anemia da carenza di ferro, si indagheranno:
• Livello di emoglobina: un esame del sangue confermerà se il livello rientra nell'intervallo normale previsto per l'età, il sesso e lo stato fisiologico della persona (ad esempio gravidanza). Tuttavia, l'emoglobina da sola non può essere utilizzata per diagnosticare la carenza di ferro.
• Ferritina sierica: misura la quantità di ferro immagazzinata nel corpo.
• Saturazione della transferrina (TSAT): misura la quantità di ferro disponibile all’utilizzo.
A seconda della condizione del paziente, affetto o meno da patologie di natura infiammatoria o di altro genere, possiamo parlare di carenza di ferro funzionale, con vari gradi di severità, se TSAT<20% con livelli di ferritina da valutarsi a seconda dei casi. Siamo di fronte ad una condizione di carenza di ferro assoluta se TSAT<20% e ferritina <20 ng/ml.
Effetti della carenza marziale
Le conseguenze della carenza di ferro differiscono da persona a persona, ma possono essere collegate a un declino generale della salute generale e del benessere, nonché a un aumento dell'affaticamento. Anche in assenza di anemia, la carenza di ferro può essere debilitante ed esacerbare qualsiasi malattia cronica soggiacente, con conseguente aumento della morbilità e della mortalità. Nei bambini, la carenza di ferro può compromettere significativamente lo sviluppo cognitivo e motorio.
I sintomi di carenza di ferro e anemia da carenza di ferro
Riconoscere i sintomi della carenza di ferro e dell'anemia sideropenica è spesso il più grande ostacolo per ottenere una diagnosi.5 I sintomi possono manifestarsi in modi diversi e sono difficili da individuare poiché aspecifici e possono essere associati ad una serie di altre condizioni di salute.5. I sintomi più comuni includono affaticamento, pallore, fragilità delle unghie, perdita di concentrazione e picacismo in taluni casi.
Trattamento
La corretta diagnosi di carenza di ferro e di anemia da carenza di ferro si traduce nell’implementazione dell’adeguata terapia del paziente, perché possa progressivamente migliorare la propria condizione. Le diverse strategie terapeutiche che consentono oggi di far fronte al problema, nei suoi vari livelli di gravità e fabbisogno di pronta supplementazione, sono la modifica della dieta, l’assunzione di preparati a base di ferro per via orale e infine la somministrazione di terapie iniettive qualora i farmaci orali non risultino efficaci o non possano essere utilizzati.
Conclusioni
Pertanto, nonostante le gravi conseguenze e l'alta prevalenza della carenza di ferro, questa rimane ancora una condizione non riconosciuta con facilità e pertanto, spesso, non opportunamente trattata. È necessaria quindi una maggiore consapevolezza derivante dall'educazione sui sintomi e sull'impatto della carenza di ferro, nonché dai benefici associati ad una appropriata terapia marziale.
Fonte: Ufficio Stampa Value Relations