Grazie a questa importante iniziativa un gruppo di giovani, unito dall’aver vissuto un’esperienza di malattia onco-ematologica, ha intrapreso un viaggio in giro per l'Italia per raccontare il vissuto della patologia ai coetanei. Nel corso degli incontri i ragazzi spiegano cosa si prova a pensare che la vita non è più una certezza e parlano di una scuola diversa, incontrata in ospedale e a casa, che ha permesso loro di mantenere quell'importante legame con la vita di prima nonostante la malattia. ‘In viaggio per guarire’ è prima di tutto un “laboratorio di empatia”, un modo per promuovere la cultura della solidarietà e dell’inclusione e sensibilizzare al tema della donazione di sangue e di midollo.
L’iniziativa è coordinata dalla Professoressa Annamaria Berenzi, un’insegnante di matematica che si è rimessa in gioco ed ha accettato la cattedra presso la scuola in corsia degli Spedali Civili di Brescia. Oggi insegna ai giovani pazienti onco-ematologici, una scelta coraggiosa che la ha portata ad essere scelta dal MIUR come l’insegnante più meritevole del Paese. Annamaria Berenzi ha vinto la prima edizione
dell' Italian Teacher Prize e con i fondi ricevuti grazie al premio ha dato vita all’iniziativa
“In viaggio per guarire”.
Il progetto viaggia su un doppio binario. Da una parte ci sono gli alunni ed ex alunni della scuola in ospedale, coinvolti come relatori, che hanno avuto direttamente l’esperienza della malattia. Normalmente i giovani pazienti affrontano il loro percorso da singoli, hanno il loro calendario di visite e terapie e raramente incontrano altri ragazzi, se non nella sala d’attesa. “In viaggio per guarire” darà loro la possibilità di fare gruppo, di confrontarsi non solo tra coetanei ma anche tra ex-malati e in questi casi nascono una solidarietà e un’empatia immediate, che esplodono dopo pochi minuti, come una scintilla.
Dall’altra parte c’è l’uditorio, il pubblico. Lo scopo è trasmettere agli studenti la capacità che i pazienti ed ex pazienti hanno acquisito, a caro prezzo, di apprezzare le piccole cose della vita, il quotidiano, tutti quei gesti e quelle gioie che molti ormai danno per scontati. Perché “In viaggio per guarire” non è solo il racconto di una malattia, è un modo per riflettere sulle priorità, uno spunto per aiutare ad affrontare la vita in maniera più positiva. Ma c’è anche un altro risultato che si vuole ottenere: sensibilizzare alla donazione del sangue e di midollo, gesti importantissimi per aiutare chi è affetto da un tumore.
“Mi piacerebbe molto – spiega Annamaria Berenzi - che in futuro, nelle diverse realtà ospedaliere d’Italia, venisse dato il giusto spazio alla comunicazione diretta tra giovani, perché i benefici sono moltissimi e i costi sarebbero pari a zero. Il nostro progetto infatti prevede uno spostamento anche fisico, il viaggio dei ragazzi verso nuove realtà basato sull’esigenza di raccontare un vissuto, di lanciare un messaggio importante. Basterebbe mettere a disposizione anche solo una stanza all’interno delle strutture perché questo processo possa realizzarsi naturalmente e a costo zero. Diamo spazio a questi ragazzi, diamogli modo di confrontarsi con i loro coetanei perché la loro guarigione passa anche da questa possibilità di aggregazione”.
L’AIL ha abbracciato e adottato l’iniziativa, con lo scopo di far crescere ulteriormente il progetto e permettere ad altri ragazzi di intraprendere questo viaggio all’insegna delle crescita, delle solidarietà e del confronto.
Fonte: Ufficio Stampa AIL