«È un’ottima notizia per chi deve affrontare una sostituzione valvolare aortica - dichiara Alamanni-. Il paziente, soprattutto se giovane, ha due possibilità: o una protesi meccanica con terapia anticoagulante a vita, con i noti effetti collaterali di questi farmaci, o una protesi biologica, con la certezza di un reintervento dopo 10-15 anni, perché la bioprotesi inevitabilmente va incontro a degradazione. Il secondo intervento, tuttavia, può essere molto invasivo. La nuova valvola risolve questo problema perché la fascia di base dello stent è stata dotata di un sistema di apertura controllata, in pratica un anello espandibile, che consente di recuperare spazio utile per impiantare una TAVI. Una soluzione preziosa anche per pazienti con annulus aortico di ridotte dimensioni, che potrebbero richiedere una procedura di VinV in futuro».
La valvola "Inspiris Resilia"
La nuova valvola si chiama “Inspiris Resilia”, un nome che racchiude l’innovazione principale della valvola: un tessuto pericardico (Resilia), realizzato con tecnologie d’avanguardia, che conserva l'integrità, ritarda la calcificazione e ha prestazioni emodinamiche prolungate. Inoltre la bioprotesi è conservata a secco, è pronta all'uso ed ha una predisposizione all’impianto TAVI con tecnica valve-in-valve (VinV).
Le TAVI (Transcatheter Aortic Valve Implantation, impianto valvolare aortico transcatetere) si fissano grazie ad uno stent,che si introduce con un catetere attraverso le arterie e si gonfia poi sull’anello aortico, e sono state concepite appunto per i pazienti critici, fra cui figurano coloro che necessitano di un reimpianto. «L’avvento delle TAVI - spiega Alamanni - e la possibilità di trattare le bioprotesi colpite da degenerazione strutturale con procedura Valve-in -valve, hanno ampliato le possibilità di scegliere la valvola biologica al posto della meccanica e Inspiris Resilia rende da oggi più facile questa scelta.
Anche le nuove linee guida portano a 50 anni la soglia di età alla quale è ragionevole scegliere una protesi biologica al posto di una meccanica, non solo come conseguenza della difficoltà, o impossibilità, di assumere una terapia anticoagulante, ma anche in relazione ai valori e alle preferenze del paziente.
«L’impianto di Inspiris Resilia - conclude Alamanni - continua una tradizione del Monzino. Siamo stati i primi in Italia ad applicare, pochi anni fa, la valvola aortica a rapido rilascio che si inserisce per via chirurgica e si fissa grazie ad uno stent sottovalvolare con soli tre punti di sutura, nello spirito di offrire ai pazienti le tecnologie e le metodiche all’avanguardia della cardiochirurgia moderna».
Fonte: Ufficio Stampa Centro Cardiologico Monzino, Milano