MIRACOL vuole dimostrare che l’utilizzo di una combinazione di estratto di mirtillo, ricco di proprietà antiossidanti, e curcumina, spezia derivata dal curry molto usata nei paesi orientali, notoriamente zone a bassa incidenza tumorale, è in grado di evitare lo sviluppo del cancro del colon nelle persone a maggior rischio di malattia. L’obiettivo è valutare l’azione di queste sostanze sulla riduzione di beta-catenina, una proteina che attiva alcuni geni responsabili della trasformazione tumorale delle cellule sane. Lo studio, in doppio cieco, coinvolgerà in totale 100 pazienti candidati all’asportazione di polipi intestinali, lesioni pre-tumorali che non sono tumore ma possono avere un’evoluzione verso la malignità. Alla fine dello studio si valuterà se il gruppo che ha assunto estratto di curcuma e mirtillo nelle settimane precedenti l’intervento ha sviluppato meno tumori rispetto al gruppo di controllo.
«Studi di prevenzione di questo tipo – commenta Roberto Orecchia, Direttore Scientifico IEO – sono molto importanti oggi. Sull’azione cancerogena o anticancerogena delle sostanze contenute negli alimenti c’è molta disinformazione, accade così che alcuni cibi vengano demonizzati e altri idolatrati. Bisogna recuperare il giusto equilibrio per poi diffondere raccomandazioni pratiche corrette, concrete e applicabili da parte della popolazione. E la via non può essere che la ricerca scientifica».
IEO è fortemente impegnato in quest’area e la Divisione di Prevenzione e Genetica Oncologica, diretta da Bernardo Bonanni, ha al suo attivo il maggior numero di studi con farmaci o con l’utilizzo di integratori di origine vegetale. In particolare sono stati recentemente pubblicati sulla rivista Scientifica Cancer Prevention Research i primi risultati di uno studio pilota IEO con silibina, un fitoestrogeno estratto dal cardo mariano, e con estratti di tè verde in donne con tumore mammario in attesa di intervento chirurgico. Durante i 28 giorni precedenti l’intervento le donne hanno assunto silibina, estratta dal cardo mariano, tutti i giorni fino al momento della chirurgia. La silibina è stata successivamente misurata nel plasma e nel tessuto tumorale mammario, e si è scoperto che la sostanza raggiunge livelli di concentrazione tali da far pensare a un’azione a livello cellulare.
Fonte: Ufficio Stampa IEO, IStituto Europeo di Oncologia, Milano