IL 15% DEGLI ESAMI È IMPROPRIO, LE RETI ONCOLOGICHE CONTRO GLI SPRECHI”
Il prof. Carmine Pinto, presidente nazionale AIOM: “Oggi la ‘tossicità finanziaria’ interessa anche i cittadini italiani colpiti dalla malattia. La spesa sanitaria totale ha assorbito nel nostro Paese solo il 9% del PIL, in Europa occidentale il 10,4%. Il ‘Patto contro il cancro’ argine per frenare l’inappropriatezza”
Fonte: Ufficio Stampa Intermedia
All’ASCO presentati i dati aggiornati dello studio che ha portato all’approvazione negli Stati Uniti
TUMORE DEL POLMONE: IL 76% DEI PAZIENTI È VIVO A UN ANNO
LA COMBINAZIONE PEMBROLIZUMAB E CHEMIOTERAPIA RADDOPPIA LE RISPOSTE
Il prof. Filippo de Marinis, Direttore Divisione Oncologia Toracica allo IEO di Milano: “Si aprono importanti prospettive per il trattamento in prima linea delle persone che non esprimono il biomarcatore PD-L1”
Fonte: Ufficio Stampa Intermedia
Tumore polmone: studio di fase III con alectinib dimostra riduzione di oltre la metà del rischio di progressione della malattia o morte rispetto a terapia standard
quando somministrato come trattamento iniziale (di prima linea) in pazienti affetti da carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC) positivo all’ALK (chinasi del linfoma anaplastico) in stadio avanzato
"Alectinib, ha ridotto il rischio di progressione della malattia di oltre la metà e ha ridotto il rischio di diffusione o crescita del tumore nel cervello, che può avere effetti devastanti per i pazienti", ha spiegato Sandra Horning, MD, Chief Medical Officer e Head of Global Product Development di Roche. "Questi risultati migliorano significativamente lo standard terapeutico per questa malattia, allungando il tempo medio vissuto dai pazienti senza peggioramento della malattia da meno di un anno a più di due anni. Stiamo ora presentando questi dati alle autorità regolatorie di tutto il mondo".
Fonte: Ufficio Stampa HealthCom Consulting
Presentati all’ASCO i risultati dello studio di fase III KEYNOTE-006 che ha coinvolto 834 pazienti
MELANOMA METASTATICO: “CON PEMBROLIZUMAB IL 50% DEI PAZIENTI È VIVO A 3 ANNI ED IL 91% DI COLORO CHE HANNO COMPLETATO I DUE ANNI DI TRATTAMENTO E’ ANCORA VIVO E SENZA PROGRESSIONE DI MALATTIA”
Il prof. Paolo Ascierto, Direttore Oncologia Melanoma e Immunoterapia Oncologica all’Istituto ‘Pascale’ di Napoli: “Un risultato molto importante che conferma il miglioramento della sopravvivenza a lungo termine nel trattamento del melanoma in fase avanzata”
Fonte: Ufficio Stampa Intermedia
Mesotelioma pleurico maligno: presentati all’ASCO incoraggianti dati di sopravvivenza da uno studio di Fase II su nintedanib per via orale - Nintedanib più chemioterapia standard (pemetrexed/cisplatino) ha dimostrato una riduzione del 46% del rischio di progressione della malattia in pazienti con mesotelioma pleurico maligno inoperabile, rispetto a placebo più chemioterapia standard - Anche la sopravvivenza complessiva (OS) è migliorata con l’aggiunta di nintedanib alla chemioterapia standard
Fonte: Ufficio Stampa Value Relations
CARCINOMA UROTELIALE: PEMBROLIZUMAB MIGLIORA LA SOPRAVVIVENZA
Evidente nello studio di fase III il beneficio rispetto alla chemioterapia (10,3 mesi vs 7,4 mesi) in seconda linea in pazienti con malattia avanzata dopo fallimento della terapia con platino.
Presentati al Congresso ASCO anche i dati dello studio di fase II che mostra risposte durature in persone con carcinoma uroteliale non eleggibili al trattamento con cisplatino
“I nuovi dati di questi studi, presentati all’ASCO, mostrano l’efficacia di pembrolizumab in questi pazienti e confermano ulteriormente i benefici di sopravvivenza osservati nel trattamento di seconda linea dopo fallimento della terapia con platino” spiega il Dr. Roger Dansey, Senior Vice President e Direttore Area Terapeutica, Oncology late-stage development, Merck Research Laboratories. “Questi due studi hanno supportato la recente approvazione di pembrolizumab in questi ambiti di trattamento e crediamo fermamente siano le basi del nostro importante programma di sviluppo clinico nel tumore della vescica".
Fonte: Ufficio Stampa Intermedia
Lo studio APHINITY dimostra l’efficacia di pertuzumab nella riduzione del rischio di recidiva nel carcinoma mammario in fase iniziale HER2-positivo
Lo studio di fase III Aphinity, ha confrontato pertuzumab a trastuzumab e chemioterapia nel trattamento in adiuvante rispetto alla terapia standard con trastuzumab e chemioterapia
“Scopo del trattamento adiuvante è permettere a tutti i pazienti oncologici di disporre delle migliori possibilità di cura. Ogni progresso compiuto rappresenta un passo avanti verso tale obiettivo”, ha dichiarato Sandra Horning, M.D., Chief Medical Officer e Head of Global Product Development. “Nello studio APHINITY, il regime a base di pertuzumab ha evidenziato un ulteriore miglioramento rispetto agli importanti risultati già raggiunti con trastuzumab nelle donne con carcinoma mammario in fase iniziale HER2-positivo. Stiamo lavorando con le autorità sanitarie internazionali per mettere a disposizione dei pazienti, prima possibile, questa opzione terapeutica”.
Fonte: Fonte: Ufficio Stampa HealthCom Consulting
TUMORI FEMMINILI E ATROFIA VAGINALE
STUDIO ITALIANO: IL LASER, PRIMA TERAPIA EFFICACE
Il prof. Cognetti: “Problema importante per le donne colpite da tumore del seno, ovaio e corpo dell’utero”. Triplicato lo spessore del collagene. La campagna “Femilift per la salute della paziente oncologica”
Lo studio ha coinvolto 33 pazienti oncologiche, sottoposte a trattamento laser CO2 per stimolare il collagene. Si è visto che il collagene riacquista la capacità di produrre muco, la vagina torna all’elasticità originaria e ad essere lubrificata come prima della malattia. Si è utilizzato un tipo particolare di sonda più piccola rispetto a quella usata per le ecografie endovaginali. Le donne sono state sottoposte a tre sedute, una al mese, di circa dieci minuti.La pubblicazione del lavoro su Journal of Cancer Therapy rappresenta un passaggio importante perché si possa sviluppare anche fra gli oncologi una maggiore attenzione verso temi che il paziente sente molto ma che fino ad oggi sono stati poco discussi e affrontati: solo il 10% infatti ne parla col medico”.
Fonte: Ufficio Stampa Intermedia