Manca la consapevolezza della sieropositività e per questo, al momento della diagnosi di AIDS, poco meno di un quarto delle persone aveva già intrapreso una terapia antiretrovirale1.
La Ricerca però non dimentica, anzi, prosegue spedita, come dimostrano le evidenze presentate in occasione della 9th International AIDS Society Conference on HIV Science (IAS), in corso a Parigi.
Tra queste, i risultati di due studi MSD – ONCEMRK e DRIVE AHEAD - che hanno dimostrato e confermato la sicurezza e l’efficacia della nuova formulazione “QD-once daily” di Isentress (Raltegravir, il primo inibitore dell’integrasi ad essere stato approvato) e Doravirina, l’ultimo nato della famiglia degli NNRTI.
Molecole che confermano come la strada della somministrazione once-daily in un regime combinato sia quella che meglio si adatta alle esigenze di pazienti che, proprio grazie alle terapie disponibili, hanno oggi la possibilità di convivere a lungo con il virus.
Purtroppo però, secondo le Linee Guida Italiane sul trattamento dell’HIV/AIDS2, delle 134.000 persone con HIV che si stimano nel nostro paese, solo 120.000 sarebbero a conoscenza di aver contratto il virus e solo il 74% sarebbe inserito in un protocollo di cura.
L’ultima molecola sintetizzata e testata nei laboratori MSD è Doravirina, un nuovo inibitore non nucleosidico della trascrittasi inversa. I risultati dello studio registrativo di fase 3 ‘DRIVE AHEAD’– insieme agli altri studi clinici effettuati fino ad oggi – hanno fornito una solida evidenza del profilo di efficacia e di
sicurezza della molecola nel trattamento in prima linea di pazienti affetti da HIV-1 e mai trattati in precedenza. In particolare, questo studio, ha dimostrato, in 48 settimane di trattamento, la non inferiorità della combinazione a dose fissa di Doravirina (DOR)/Lamivudina(3TC)/tenofovir disoproxil fumarato (TDF) rispetto al regime con Efavirenz (EFV)/Emtricitabina (FTC)/TDF.
Nello studio “DRIVE-FORWARD”, Doravirina ha dimostrato un’efficacia potente e durevole anche nei pazienti naive al trattamento, con carica virale elevata e/o una bassa conta di CD4. Lo studio ha confrontato Doravirina con la combinazione darunavir/ritonavir, entrambi in associazione a 2 NRTI. I dati a 48 settimane, presentati durante l’ultimo Congresso Internazionale sui Retrovirus e le Infezioni Opportunistiche (CROI) che si è svolto lo scorso Febbraio a Seattle, ha dimostrato la non inferiorità della Doravirina verso l’inibitore della proteasi, darunavir. In particolare, il nuovo NNRTI di MSD ha dimostrato un miglior profilo lipidico e un basso tasso di resistenza. La possibilità di essere assunto con o senza cibo e l’assenza di interazioni clinicamente significative (può essere assunto insieme ad altre terapie come, ad esempio, gli anticoncezionali orali) rende Doravirina una terapia particolarmente maneggevole. La terapia sarà disponibile sia come compressa singola in monosomministrazione giornaliera, che in Single Tablet Regimen con una compressa a dose fissa di combinazione (Doravirina /tenofovir disoproxil fumarato generico / lamivudina generico).
Novità anche per Raltegravir, il capostipite degli inibitori dell’integrasi che -a dieci anni dalla registrazione in Europa- resta un farmaco di prima linea nelle linee guida nazionali ed internazionali nel trattamento dell’infezione da HIV.
Raltegravir riformulato (rRAL) 600 mg QD ha ottenuto l’approvazione all’immissione in commercio da parte dell’EMA lo scorso 13 luglio. Il farmaco è indicato in associazione con altri medicinali antiretrovirali per il trattamento dell’infezione da virus dell’immunodeficienza umana (HIV-1), in adulti e pazienti pediatrici con un peso di almeno 40 kg.
A Parigi sono stati presentati i dati dello studio di fase III ‘ONCEMRK’ , un’estensione a 96 settimane dello studio registrativo nei pazienti naive al trattamento, che ha dimostrato un’attività antivirale potente, una buona efficacia immunologica ed un ottimo profilo di tollerabilità.
Ma l’impegno di MSD in HIV non si ferma qui: sono al momento in corso i trials clinici per MK-8591, inibitore nucleosidico della traslocazione della trascrittasiinversa (NRTTI) con una lunga emivita, e con un meccanismo d’azione innovativo, differente rispetto a tutti i farmaci per l’HIV approvati fino ad oggi. La ricerca, presentata al CROI, ha dimostrato che il farmaco è molto potente in studi su animali ed esseri umani. Una singola dose orale ha raggiunto concentrazioni del farmaco intracellulari desiderate per più di una settimana ed una formulazione iniettabile ad azione prolungata può mantenere livelli farmacologici efficaci più di sei mesi.
Fonte: Ufficio Stampa Argon Media