"I primi risultati incoraggianti sono arrivati inizialmente sulle cellule cresciute in laboratorio. Sono poi stati confermati sul primo paziente trattato con questa associazione: con una nuova combinazione di farmaci il tumore si è ridotto di volume dopo pochi giorni di trattamento", spiega il dottor Pietrantonio.
Lo studio, finanziato da AIRC, Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro ONLUS e Università di Torino, pubblicato di recente sulla rivista Cancer Discovery - edita dall’Associazione Americana per la Ricerca sul Cancro - apre nuove prospettive per la cura di alcuni tipi tumori finora resistenti alle terapie convenzionali. Per i tumori del colon-retto - il secondo tipo di tumore più frequente in Italia con 40-50 casi all'anno ogni 100mila abitanti - nella fase avanzata della malattia, oggi sono infatti disponibili terapie a bersaglio molecolare che, insieme alla chemioterapia, consentono di raggiungere risultati che fino a vent'anni fa sembravano inimmaginabili.
I progressi in questo campo sono stati resi possibili anche grazie allo studio delle caratteristiche molecolari di ciascun tumore. La mutazione dell’oncogene BRAF, che è presente nel 5-8% dei carcinomi intestinali, si associa a tumori particolarmente aggressivi e resistenti alla chemioterapia tradizionale. “Nel 2012 avevamo identificato in laboratorio un nuovo cocktail di terapie a bersaglio molecolare per colpire proprio i tumori del colon BRAF mutati”, spiega la dottoressa Federica Di Nicolantonio dell’Università di Torino. Questi mix di farmaci mirati a bloccare le proteine coinvolte nella crescita dei tumori BRAF mutati sono ora oggetto di studi nell’uomo con risultati molto incoraggianti.
"Il cancro però è un avversario scaltro e sfuggente, e anche l’efficacia degli ultimi ritrovati appare limitata dall’insorgere di una resistenza, che porta a ricadute di malattia dopo alcuni mesi - commenta Pietrantonio che collabora con il professor Filippo de Braud, direttore del Dipartimento e della Divisione di Oncologia Medica dell’Istituto Nazionale dei Tumori e docente di Oncologia medica all'Università Statale di Milano -. Nel momento in cui le nuove formulazioni di farmaci si sono mostrate inefficaci contro il cancro, i ricercatori hanno scoperto che uno dei meccanismi responsabili di questa farmaco resistenza nei tumori BRAF mutati era proprio la proteina MET, la cui presenza anomala inficia l’efficacia delle terapie".
“Delineare i meccanismi molecolari che caratterizzano il tumore è diventato fondamentale nell’era della medicina personalizzata - conclude il dottor Pietrantonio -. Questo lavoro è la dimostrazione che integrare la clinica con la ricerca in laboratorio è un’arma vincente per definire trattamenti specifici per i pazienti”.
Fonte: Ufficio Stampa Value Relations