All’origine della ricerca l’individuazione delle principali cause della recidiva al tumore del seno e i possibili percorsi di prevenzione, argomento sul quale, da anni, il Centro di Riferimento Oncologico di Aviano è in prima linea in ambito clinico/ traslazionale che mira a centrare un importante tassello clinico verso la guarigione delle pazienti. Studi internazionali cui l’Istituto ha partecipato rivestendo un ruolo di primo piano, hanno dimostrato che in pazienti ben selezionati la somministrazione di una singola dose di Radioterapia Intraoperatoria (IORT) è equivalente a
4-6 settimane di radioterapia dall’esterno. Tuttavia ancora poco si sapeva circa i meccanismi che permettevano alle cellule tumorali residue di sopravvivere e, infine, ricrescere e metastatizzare anche a distanza di anni - e se e come la IORT poteva o meno alterare questi meccanismi.
Lo studio del team multidisciplinare del CRO (ricercatori, chirurghi, radioterapisti, fisici e patologi), cui è riconosciuta una leadership internazionale in materia specifica, ha evidenziato come dopo la chirurgia per l’asportazione del tumore primario, nel microambiente della mammella operata si producano e si concentrino diversi fattori di crescita che costituiscono dei potenti attivatori per eventuali cellule tumorali residue. I ricercatori CRO, inoltre, hanno dimostrato che la IORT può modificare la concentrazione di questi fattori crescita aiutando così a prevenire le recidive tumorali.
Tramite l’utilizzo di modelli murini è stato poi dimostrato che è possibile bersagliare in maniera specifica questi fattori con un protocollo peri-operatorio di soli tre giorni, e prevenire così efficacemente l’insorgenza di recidive. «L’utilizzo della terapia-bersaglio, è stato detto, potrebbe rappresentare una nuova risorsa terapeutica in mano agli oncologi per prevenire l’insorgenza di recidive nel tumore al seno».
Un lavoro importante frutto di una ricerca traslazionale con tutti i crismi che coinvolge nel lavoro di squadra Chirurgia del Seno, Anatomia Patologica, Radioterapia e Fisica, unite nell’obiettivo comune di partire da un problema clinico, l’insorgenza di recidive e, attraverso lo studio di laboratorio e la validazione pre-clinica, di tornare alla clinica con un’arma in più.
«C’è ancora parecchia strada da fare prima di poter trasferire questa scoperta al paziente - hanno aggiunto i ricercatori - ma la strategia sembra essere quella giusta. Tanto più che poter utilizzare il trattamento IORT rappresenterebbe un vantaggio per i pazienti (che non dovrebbero sottoporsi a settimane di cure aggiuntive) per l’organizzazione sanitaria (riduzione dei tempi di attesa) e per il sistema sanitario regionale (riduzione dei costi)».
Fonte: Ufficio Stampa CRO Aviano