L’endoscopia rappresenta un importante avanzamento nell’applicazione della mininvasività in cardiochirurgia: «La tecnica permette di intervenire sul cuore in modo efficace e meno traumatico per i pazienti - afferma Polvani - per questo la prospettiva di un suo utile inserimento nel futuro della cardiochirurgia è assolutamente realistica».
"Questa tecnica ci permette di limitare l’incisione ad appena tre centimetri, attraverso cui introduciamo all’altezza del cuore una telecamera e gli strumenti endoscopici per operare con un’invasività davvero ridotta al minimo. Tutto questo si traduce in importanti vantaggi per il paziente: meno complicanze post-chirurgiche, degenza ospedaliera più breve, con una ripresa anticipata e un miglior risultato estetico." dichiara il dott. Emad Al Jaber
«I cardiochirurghi hanno bisogno di un’impegnativa fase di formazione per l’applicazione dell’endoscopia, che - spiega Polvani - richiede ai medici un cambio di prospettiva nel modo di pensare e di agire. La visione chirurgica infatti non è diretta, come negli interventi tradizionali che si realizzano con l’apertura del torace, ma avviene attraverso uno schermo che riporta l’immagine del cuore in tutte le sue parti»
La tecnica endoscopica, del resto, apre un potenziale molto promettente in chirurgia cardiaca: permette infatti di trattare le malattie valvolari, alcuni difetti congeniti, fino anche alcuni specifici disturbi del ritmo cardiaco. Al Centro Cardiologico Monzino questa metodica è stata introdotta già due anni fa per il trattamento della fibrillazione atriale cronica a torace chiuso, in collaborazione con l’Unità di Aritmologia.
«Siano convinti che sia solo l’inizio - conclude Polvani- vogliamo estendere maggiormente la chirurgia endoscopica e offrirla anche ai pazienti portatori di altre problematiche, a partire proprio dalle malattie valvolari. Il futuro della cardiochirurgia non può che svilupparsi anche in questa direzione».
Fonte: Ufficio Stampa Centro Cardiologico Monzino, Milano