I portatori di un particolare gene che previene il declino cognitivo
mantengono a memoria inalterata anche da anziani
Vai all'Intervista con il Prof. Marra sulla Malattia di Alzheimer
Sono ormai disponibili dei test che possono predire il rischio genetico di andare incontro alla malattia di Alzheimer e anche se purtroppo ancora poco si può fare da un punto di vista di prevenzione - anche se alcuni recenti studi hanno riconosciuto il valore protettivo dell'attivitò fisica proprio nei confronti delle demenze senili (vai all'Intervista con il Prof. Sgadari sull'Importanza dell'attivitò fisica negli anziani come prevenzione di malattie cardiovaascolari, oncologiche e neurodegenerative come le demenze) è comunque fondamentale riconoscere i primi segni di declino cognitivo per poter intervenire il più precocemente possibile. E nel filone di ricerca su quai siano i meccanismi genetici alla base dell'insorgenza delle demenze senili uno studio del Lieber Institute for Brain Development e del National Institute of Mental Health ha dimostrato che le persone che arrivano in tarda età sena particolari problemi di memoria hanno in comune un particolare gene, il WWC1, di cui esistono tre tipi diversi, e chi ha una variante particolare di questo gene riesce a mantenere e funzioni del'ippocampo - area del cervello legata alla memoria - pressochè intatte. La conferma si è avuta con un test fatto svolgere da un gruppo di volontari con età molto variabili, dai 18 agli 89 anni a cui sono state fatte valutazioni genetiche e mappaggio cerebrale con RMN per valutare la risposta ad una serie di test. Ebbene, tutti coloro che avevano il gene WWC1 mutato hanno , anche in età molto avanzata, mostrato di avere bassissimi livelli di declino cognitivo, quello scemare della memoria cui normalmente va incontro la popolazione "normale" senza mutazioni genetiche dopo una certa età.