Le nuove tecniche chirurgiche per i tumori alla tiroide Analisi genetiche in fase diagnostica per interventi più selettivi Chirurgia mininvasiva e conservativa Ultrasuoni, radiofrequenza, minor rischio di emorragie e monitoraggio del nervo delle corde vocali Prof. Rocco Bellantone, Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS, Roma
In Italia si contano ogni anno tra i 12.000 e i 15.000 nuovi tumori della tiroide. E vengono effettuati circa 40.000 interventi di tiroidectomia l'anno Nella maggior parte dei casi si tratta di tumori con una altissima percentuale di guarigione, e oggi lo scenario diagnostico terapeutico si arricchisce di nuove informazioni e nuove tecniche. Nel abbiamo parlato con il Prof. Rocco Bellantone, Direttore Centro Dipartimentale di Chirurgia Endocrina e dell'Obesità, Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS, Roma che ci ha spiegato come nel campo della diagnostica le innovazioni sono legate all'evoluzione dell'ecografia, con macchine sempre più sofisticate e all'avanguardia, all'ago aspirato eco guidato per una diagnosi più accurata e alle nuove acquisizioni in campo genetico che stanno assumendo un ruolo importante nello studio dei noduli tiroidei per poter arrivare nel prossimo futuro ad evitare gli interventi inutili e operare chi ne ha realmente bisogno. Nel campo della chirurgia invece si utilizzano sempre più tecniche sempre mini invasive e conservative. Approccio mini invasivo sulla tiroide significa poter effettuare interventi di asportazione dei linfonodi con taglietti di meno di 2 centimetri, con piccole incisioni nel rispetto assoluto dell’anatomia e conseguentemente della fisiologia del paziente Tutto questo grazie all'evoluzione della tecnologia, e quando si parla di tecnologia si parla di ultrasuoni, radiofrequenza fino ai bisturi che consentono di tagliare e coagulare nello stesso tempo, riducendo l’enorme rischio di emorragie che questi interventi hanno, ma per tecnologia avanzata si deve ricordare anche la tecnologia in termini di ottiche, video-assistenza e accessi remoti. Uno dei cardini della moderna chirurgia della tiroide è la possibilità di controllare il nervo delle corde vocali durante l'intervento grazie ad un’emostasi più accurata dovuta a farmaci e gel. Recentemente a questo proposito sono state stilate le nuove linee guida per la chirurgia della tiroide con particolare attenzione al monitoraggio del nervo: monitoraggio neurale, che prendono le informazioni elettriche del nervo e permettono di incorporarle nella strategia chirurgica del caso. Quindi, se durante l’intervento c'è un'alterazione nel segnale elettrico del nervo che porta l'attività elettrica al muscolo della corda vocale, essenziale per la deglutizione e la respirazione, a volte è possibile modificare l'intervento chirurgico per renderlo più ottimale. Ci sono poi molte altre nuove procedure: trans-orali e le procedure in cui l’accesso alla tiroide si ottiene attraverso incisioni nell'ascella Grandi innovazioni quindi ma è importante che l'innovazione sia affiancata dall'eccellenza e dall'esperienza, così che ogni paziente possa ricevere il trattamento più idoneo alla sua condizione e tutto questo si traduce in centri di riferimento ad alti volumi, e se si pensa che in Italia solamente il 5% dei 1.700 centri che fanno chirurgia della tiroide affronta più di 100 casi l'anno (cento casi l'anno vengono considerati il numero minimo indispensabile per garantire una qualità al paziente) si capisce come sia essenziale che la chirurgia della tiroide sia indirizzata nei centri dedicati e specialistici.
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