Legame fra Smog e Cancro al Polmone
E' solo di pochi giorni fa la notizia che nelle zone della Cina a Nord del fiume Huai gli altissimi livelli di inquinamento (55% in più rispetto ad altre regioni) provoca una riduzione delle aspettativa di vita di 5,5 anni a causa di malattie dell'apparato cardiorespiratorio - cancro ai polmoni, malattie cardiache, ictus e malattie respiratorie - ed ecco che oggi arriva la notizia di una ricerca pubblicata su "Lancet Oncology" che conferma lo stretto rapporto fra inquinamento atmosferico e cancro al polmone. Lo studio è stato condotto su un campione di 300.000 persone in vari paesi europei e dall'analisi dei dati è risultato che il rapporto fra inquinamento atmosferico - in particolar modo dovuto alle polveri sottili PM 10 ePM 2.5 - e sviluppo del cancro ai polmoni è strettissimo, basti pensare che a ogni incremento di 5 microgrammi per metro cubodi PM2,5 il rischio di tumore al polmone aumenta del 18%, e ad ogni aumento di 10 microgrammi per metro cubo di PM10 il rischio aumenta del 22%. La qualità dell'aria è quindi uno dei parametri più importante per non andare incontro a patologie polmonari, ma purtroppo gli standard emersi dalla ricerca sono piuttosto bassi, soprattutto in Italia - agli ultimi posti in Europa per la qualità dell'aria - dove i limiti imposti dalla normativa europea del 2010 (valori del particolati entro i 40 microgrammi per metro cubo per i Pm10 ed entro i 20 microgrammi per i Pm5) vengono spesso superati specialmente nei mesi invernali. Solo per fare un esempio in una città come Roma il valore di Pm10 per metro cubo è 36 mentre per altre città europee è nettamente inferiore (Oslo 15, Stoccolma 13, Copenhagen 17) e il valore del Pm2.5 è 19.5 microgrammi per metro cubo con una media europea del 15.3 microgrammi includendo Roma ed Atene, le due capitali più inquinate, ma scende all'11.3 considerando solo le altre capitali. E' chiaro quindi che dei provvedimenti drastici e duraturi anno presi al più presto per ottenere un miglioramento della qualità ell'aria nelle città italiane, quanto meno per allinearci con gli standard europei.