Durante il dibattito è stato approfondito il tema dei disturbi del sonno, del loro impatto negativo sulla qualità di vita della persona e della loro correlazione con l’aumentato rischio di disturbi psichici, malattie cardio-metaboliche e neurodegenerative. In particolare, è stato sottolineato come, l’emergenza da COVID-19 in corso si stia rivelando una forma di trauma collettivo unica nel suo genere e un aspetto centrale e da non sottovalutare è l’alterazione della ritmicità quotidiana e la compromissione del fisiologico ritmo sonno-veglia per effetto del trauma e delle reazioni ansiose e depressive.
Recenti lavori di ricerca clinica in Italia, hanno rilevato come soprattutto durante la quarantena il ritmo sonno-veglia si sia notevolmente modificato. È stato infatti registrato come l’orario di addormentamento e di risveglio sia stato ritardato rispetto al periodo pre-quarantena. Inoltre, le modifiche dello stile di vita e del ritmo sonno-veglia si sono tradotte in un aumento del tempo trascorso a letto ma paradossalmente anche ad una qualità del sonno percepita peggiorata.
L'aumento dell’incidenza d’insonnia o disturbi del ritmo sonno-veglia, in concomitanza con più fattori di rischio quali distanziamento sociale, solitudine, paura del contagio, lutti e crisi economica ha portato ad un rischio quasi raddoppiato di sviluppare una sintomatologia ansioso-depressiva nella popolazione italiana.
Nell’intervento del Prof. Minervino, dal titolo “Il sonno nella ‘’nuova’’ cultura delle 24 ore”, è stato sottolineato come l’insonnia, che rappresenta il 90% dei disturbi del sonno, interessa il 10-13% della popolazione nella sua forma cronica e fino al 60% nella sua forma acuta, sia da considerare un vero e proprio problema di salute generale. La cosiddetta “sindrome delle 24 ore ha portato ad una dilatazione dell’orario in cui il cervello e il corpo umano risultano attivi e non a riposo, riducendo il tempo dedicato al sonno. Questa condizione è stata aggravata dagli effetti della pandemia e della quarantena, causando uno stravolgimento del ritmo sonno-veglia. La deprivazione di sonno può rappresentare un fattore di rischio per disturbi psichiatrici e medici, con un peggioramento della qualità di vita e compromissione del benessere quotidiano, generando sonnolenza, alterazioni dell’umore, diminuzione delle prestazioni motorie e cognitive, compromissione della memoria, della concentrazione, delle capacità comunicative e decisionali, aumento dell’irritabilità e dell’impulsività, ma anche aumento del rischio di disturbi metabolici e della risposta immunitaria. “Secondo il modello delle tre P, ovvero dei fattori predisponenti, precipitanti e perpetuanti in relazione allo sviluppo e al mantenimento dell’insonnia – ha dichiarato il Prof. Antonio Minervino - il COVID-19 ha contribuito all’aumento dell’insonnia ed ha le caratteristiche di tutti e tre i fattori: il predisponente, per il confinamento a seguito della quarantena, il precipitante in quanto evento traumatico, e perpetuante, avendo alterato le condizioni comportamentali, cognitive e ambientali pre-pandemia. In questo momento storico è importante quindi valutare e monitorare sempre i disturbi del sonno e garantire un sonno ristoratore evitando la sedazione. Su questo aspetto, le Linee Guida indicano come primo approccio la terapia cognitivo comportamentale (Cbt-Cognitive Behavioural Therapy). Nel caso in cui si renda necessario il trattamento farmacologico la scelta del farmaco andrebbe fatta sulla base di diversi fattori e le opzioni terapeutiche sono il farmaco Melatonina 2mg a Rilascio Prolungato in soggetti con più di 55 anni di età (fino a 13 settimane) oppure i farmaci sedativo-ipnotici (in soggetti sotto i 65 anni) ma l'uso dovrebbe assolutamente essere a breve termine (non oltre le 4 settimane) ”.
Il Prof. Giovanni Biggio, nel suo intervento dal titolo “Stress, trauma e ritmo sonno-veglia” ha ribadito che la deprivazione di sonno può avere importanti conseguenze sul sistema nervoso, endocrino, immunitario, cardiocircolatorio. Il ritmo sonno-veglia è strettamente correlato alla melatonina, un ormone prodotto dalla ghiandola pineale quando la luce si abbassa, che oltre a favorire il sonno, è strettamente coinvolta nel processo di sviluppo del cervello e svolge un ruolo importante sul sistema immunitario. A tal proposito, in relazione all’attuale emergenza sanitaria, il Prof. Biggio ha sottolineato la relazione tra la carica infiammatoria generata dal COVID-19, i disturbi del sonno e l’incremento delle sindromi depressive . Un’indagine sulla salute mentale nei pazienti colpiti da coronavirus ha rivelato un tasso di depressione pari al 49,06%, di ansia (56,6%) e di disturbi del sonno (67,92%). Alcuni studi hanno indagato il ruolo della melatonina, nel ridurre lo stato infiammatorio dei pazienti ospedalizzati con Covid-19, migliorando la loro qualità del sonno. In particolare uno studio recentemente pubblicato sul Journal of Clinical Sleep Medicine, ha messo in evidenza come l'immunosoppressione causata dalla deprivazione di sonno può essere considerato un fattore di rischio e peggiorare le condizioni cliniche causate dal Covid-19.
“La produzione di melatonina – ha concluso il Prof. Biggio, - ha un ruolo centrale nel ridurre lo stress ossidativo, dannoso per i neuroni, svolgere un’azione neuro-protettiva e favorire il neuro-sviluppo”.
Su questo tema, è stata infine affrontata, nell’intervento dal titolo “L’importanza del sonno in bambini con disturbi del neurosviluppo” del Prof. Bruni, una problematica ancora poco conosciuta ma molto diffusa: quella dei disturbi del sonno in bambini e adolescenti con disturbi del neuro-sviluppo (DNS) e dello spettro autistico (DSA), che portano a significative ricadute negative a livello cognitivo e comportamentale in questi piccoli pazienti, con un profondo impatto sulla loro qualità e su quella dei loro familiari.
“Il sonno ha un ruolo significativo nell’età evolutiva, influenzando sia la struttura sia le funzioni cerebrali – ha dichiarato il Prof. Bruni. – Il sonno ha un impatto sulla memoria, sulla attenzione, sull’emotività e sull’impulsività ma soprattutto svolge un ruolo chiave nell’apprendimento. Il COVID-19, soprattutto con il lock-down, ha portato ad un peggioramento della qualità del sonno di bambini e adolescenti, strettamente correlata ad una alterazione dell’orario di addormentamento e di risveglio e ad una maggiore esposizione agli schermi. Nei bambini con disturbi del neuro-sviluppo (DNS), la mancanza di sonno può causare un peggioramento delle condizioni dei giovani pazienti e della qualità di vita di tutta la famiglia; per questo è estremamente importante trattare i disturbi del sonno nei bambini con DNS con interventi comportamentali e nel caso si renda utile il trattamento farmacologico le Linee Guida inseriscono il farmaco melatonina come 1a scelta ”.
Fidia, multinazionale farmaceutica italiana, ha confermato, con il supporto e la partecipazione al Festival, il suo impegno nelle neuroscienze, dove è presente con soluzioni terapeutiche specifiche per la gestione dei disturbi del sonno e dell’umore, e a sostegno della quale promuove iniziative per la diffusione di una maggiore conoscenza dei disturbi del sonno e delle conseguenze di salute ad essi correlate.
“Siamo da sempre impegnati nella ricerca e sviluppo di soluzioni efficaci e differenziate per dare risposte alle esigenze degli operatori sanitari e dei pazienti, ancora di più in questo periodo di emergenza sanitaria che proprio in queste settimane sta registrando una nuova impennata - ha dichiarato Carlo Pizzocaro, Presidente e Amministratore Delegato di Fidia farmaceutici. - Quello delle neuroscienze è un settore in cui ci distinguiamo con soluzioni innovative, specifiche e mirate per rispondere a bisogni sempre più complessi e per migliorare la qualità di vita dei pazienti. Siamo inoltre costantemente impegnati nel promuovere attività di informazione e di formazione nell’ambito delle neuroscienze e nello specifico sul tema Sonno& Salute, come testimonia la nostra partecipazione al Global Health Festival, per portare all’attenzione di tutti un problema che potremmo definire di salute pubblica, quello dei disturbi del sonno, che con l’emergenza COVID-19 ha registrato un pericoloso incremento”.