La pandemia di COVID-19 ha evidenziato molteplici complicanze neurologiche, sia nelle fasi acute della malattia, che nelle settimane e nei mesi successivi. In questi quasi tre anni dall’inizio della pandemia, molti lavori sono stati pubblicati, riguardanti segnalazioni di singole casistiche e studi multicentrici con numerosi casi, che hanno confermato, anche se con percentuali variabili nei diversi studi, le prime segnalazioni.
Il commento del Prof. Carlo Ferrarese, Direttore del Centro di Neuroscienze di Milano, Università degli Studi di Milano-Bicocca e della Clinica Neurologica, Ospedale San Gerardo di Monza
In particolare, nell’ultimo anno sono emerse numerose segnalazioni di possibili sequele a distanza dall’infezione, note come “Long-Covid” o “Sindrome Post Acuta da Covid”, che riguardano disfunzioni di vari apparati e comprendono anche in molti casi sequele neurologiche e psichiatriche.
Nel corso del Congresso Nazionale della Società Italiana di Neurologia vengono presentati in workshop, comunicazioni orali e poster le esperienze di vari centri italiani che hanno descritto tali casistiche.
Nell’workshop iniziale di sabato 3 dicembre, intitolato “Neurocovid: passato presente e futuro”, si fa il punto della situazione riguardo ai meccanismi patogenetici, alle sequele cognitive ed a possibili interpretazioni e indicazioni per il futuro. Dagli studi autoptici è emersa la possibilità di invasione del virus nel sistema nervoso centrale, dove sono state evidenziate proteine virali, ma la maggior parte del danno appare legata a meccanismi vascolari od infiammatori, con attivazione di cellule microgliali, un meccanismo noto come “neuroinfiammazione”. Nello stesso workshop sono presentati inoltre i risultati dello studio multicentrico, chiamato NEUROCOVID, patrocinato dalla Società Italiana di Neurologia, che ha visto la partecipazione di 38 Neurologie italiane, distribuite nelle varie regioni, con la partecipazione anche di San Marino. Tale studio ha reclutato quasi 3000 pazienti affetti da complicanze neurologiche, dei quali quasi 2000 erano ospedalizzati ed un migliaio seguiti a domicilio, nel periodo 1 marzo 2020-30 giugno 2021, con un follow-up dei casi fino al 31 dicembre 2021. Attualmente è stata effettuata l’analisi dei pazienti ospedalizzati, che hanno presentato 2881 complicanze neurologiche in 1865 pazienti, su un totale di 52759 pazienti ospedalizzati per COVID-19, con diversa gravità sintomatologica. Le complicanze neurologiche più frequenti erano un’encefalopatia acuta, che si manifesta con delirium o disturbi di coscienza (25% dei casi), disturbi dell’olfatto o del gusto (20% dei casi), ictus ischemico (18% dei casi) e disturbi cognitivi (14% dei casi). L’incidenza delle complicanze neurologiche si è progressivamente ridotta nelle varie ondate della malattia, con una prevalenza di 8%, 5% e 3% rispettivamente nelle prime tre ondate. L’esordio dei sintomi si manifestava soprattutto nella fase iniziale di malattia, ma in alcuni casi vi era un esordio nelle settimane successive. Nella maggior parte dei casi vi era un buon recupero funzionale, anche se in molti casi si è assistito ad un persistere dei sintomi fino ad oltre sei mesi dall’infezione. Tra le complicanze neurologiche a distanza, che rientrano nel cosiddetto “long-COVID”, prevalgono I disturbi cognitivi, caratterizzati soprattutto da difficoltà di attenzione e di memoria. I meccanismi di tali problemi cognitivi a lungo termine sono oggetto di ricerca di vari gruppi italiani, oltre che di neurologi di tutto il mondo. Nel corso del congresso vengono quindi presentati I risultati di studi sui meccanismi biologici sottostanti, mediante l’utilizzo di tecniche di imaging (risonanza magnetica morfologica e funzionale), neurofisiologiche e con l’utilizzo di biomarcatori, cioè molecole rilasciate da cellule nervosa danneggiate e rilevabili nel liquido cerebrospinale e nel plasma.
Come per gli altri campi di ricerca coinvolti nello studio di questa nuova pandemia, anche la Neurologia ha messo in campo grandi risorse e strumenti adeguati e soprattutto si è creato uno spirito di collaborazione tra i diversi centri che potrà portare ad importanti risultati.