• Lo dimostra uno studio presentato da Medtronic e pubblicato su Lancet
• Il registro mondiale Symplicity evidenzia inoltre la sicurezza e l’efficacia della procedura fino a tre anni dopo l’intervento
La procedura per il controllo della PA è una tecnica mininvasiva destinata a regolare l'iperattività dei nervi che comunicano con il rene (da qui il nome di Denervazione Renale o RDN).
Durante la procedura, un dispositivo rivoluzionario viene posizionato nelle arterie renali: sotto il controllo di un generatore di radiofrequenza, viene erogata energia per l'ablazione dei nervi circostanti, per aiutare a controllare la pressione sanguigna. Tale regolazione può aiutare a ottenere una riduzione duratura della pressione arteriosa.
Inoltre, il registro mondiale Symplicity con oltre 2800 pazienti rappresenta oggi l’evidenza più solida e robusta sull’efficacia e sulla sicurezza della procedura per il controllo della PA. Questo registro ha di fatto evidenziato che questa terapia è in grado di ridurre significativamente ed in modo sostenuto i valori pressori nei pazienti con ipertensione non controllata fino a 3 anni post-procedura, indipendentemente dalla terapia farmacologica.
"L'ipertensione arteriosa rimane oggigiorno uno dei più importanti fattori di rischio per lo sviluppo di complicanze cardiovascolari - ha dichiarato, a pochi giorni dalla Giornata Mondiale contro l’Ipertensione Arteriosa, il professor Guido Grassi, Presidente della SIIA - Società Italiana dell’Ipertensione Arteriosa - Da ciò deriva la necessità di impiego di una terapia medica, a cui si aggiunge in caso di mancato controllo pressorio in pazienti ad alto rischio l'impiego della denervazione renale".
Molti pazienti, infatti, hanno difficoltà a controllare la loro pressione solo con i farmaci o modificando il proprio stile di vita e spesso non seguono la terapia farmacologica antipertensiva: la procedura per il controllo della PA può avere un ruolo chiave nell’aiutare queste persone a mantenerla sotto controllo.
Risultati significativi per una patologia, come l’ipertensione che in Italia colpisce oltre 15 milioni di persone, in media il 33% degli uomini e il 31% delle donne, che rappresenta la maggiore singola causa di morte cardiovascolare e che fa aumentare drammaticamente il rischio di infarto, ictus, insufficienza cardiaca e renale.
Oggi il 19% degli uomini e il 14% delle donne sono in una condizione di rischio. E solo 1 persona su 4 ha la pressione sotto controllo. Ogni anno muoiono per malattie cardiovascolari dovute alla pressione alta 280.000 persone in Italia, 8.5 milioni nel mondo. La spesa sanitaria globale direttamente correlata alla patologia è di circa 400 miliardi di dollari.