Presentato al congresso dell’ADA il nuovo Consensus Report congiunto ADA/EASD per il trattamento del diabete di tipo 1 che ha rivisto l’algoritmo per la diagnosi di diabete di tipo 1, ha introdotto nuovi target glicemici che tengono conto anche dei parametri legati al monitoraggio continuo della glicemia (CGM) e ribadito la necessità di personalizzare la terapia (anche con l’ausilio della tecnologia) e l’alimentazione.

Lo commenta il Professor Lorenzo Piemonti, membro del Consiglio Direttivo della Società Italiana di Diabetologia, professore associato di Endocrinologia all'Università Vita-Salute San Raffaele di Milano e visiting professor presso la Vrije Universiteit di Bruxelles, direttore del Diabetes Research Institute e Responsabile del programma di trapianti di isole umane presso l’IRCCS Ospedale San Raffaele, Milano.
Grande importanza viene riservata agli aspetti educazionali e psicologici della malattia. Nel campo dell’ipoglicemia, che resta uno dei principali problemi della terapia del diabete (lo studio Sage ha dimostrato che fino a 2 pazienti su 3 presentano un episodio di ipoglicemia in tre mesi di osservazione), le proposte terapeutiche ancora in fase preliminare di valutazione riguardano le ‘smart insulin’, formulazioni ‘intelligenti’ in grado di rilasciare principio attivo in funzione della glicemia e il trattamento con formulazioni di glucagone stabili (ormone controregolatore dell’insulina) in associazione all’insulina nel ‘pancreas artificiale biormonale’ la cui approvazione da parte dell’FDA dovrebbe arrivare nel 2023.
In tema di terapia preventiva del diabete di tipo 1, il teplizumab (un anticorpo monoclonale umanizzato anti-CD3) utilizzato nei soggetti ad alto rischio di sviluppare diabete di tipo 1, ha dimostrato di riuscire a ritardare la comparsa dei sintomi di diabete di circa 2 anni. L’Advisory Committee dell’FDA ha già dato parere positivo per questa indicazione e a giorni è attesa l’approvazione definitiva da parte dell’FDA. Il teplizumab diventerebbe così il primo trattamento della storia per la prevenzione del diabete di tipo 1. Sul fronte della cosiddetta ‘terapia biologica’ del diabete di tipo 1, la terapia sostitutiva con trapianto di pancreas e di isole è ormai contemplata negli algoritmi terapeutici del diabete di tipo 1, per i soggetti con diabete instabile/problematico, laddove la terapia tradizionale fallisca. Nel frattempo le evidenze sulla possibilità di trattare i pazienti con terapie basate su cellule staminali si sta rafforzando ed è stata presentata la prova di principio di funzione in studi di fase 2.