
L’infezione cronica da HBV è un importante fattore di rischio per lo sviluppo del carcinoma epatocellulare (HCC, hepatocellular carcinoma) a livello globale. L’impatto del trattamento dell’HBV sull’incidenza di HCC è stato valutato in un’analisi a lungo termine di due studi di fase III condotti con TAF (Presentazione Orale 0194), in cui 1632 pazienti con HBV sono stati randomizzati a ricevere TAF o TDF una volta al giorno in due coorti. Durante un follow-up di tre o cinque anni, a seconda della coorte, è stato osservato HCC in 21 pazienti (1,0% nel braccio TAF; 1,9% nel braccio TDF), con un tempo mediano all’insorgenza di 104 settimane. L’incidenza di HCC osservata in questo studio è stata significativamente inferiore all’incidenza prevista usando il modello REACH-B, in particolare per i pazienti senza cirrosi. È necessario un follow-up aggiuntivo per caratterizzare ulteriormente l’impatto del trattamento a lungo termine sulla riduzione del rischio di carcinoma epatocellulare.
Negli Stati Uniti, TAF è indicato per il trattamento dell’infezione cronica da HBV negli adulti con malattia epatica compensata.
“L’infezione cronica da virus dell’epatite B può provocare un aumento del rischio di sviluppare danno epatico grave e potenzialmente fatale”, ha dichiarato Young-Suk Lim, MD, PhD, principale autore dello studio e professore presso il dipartimento di gastroenterologia del Liver Center, Asan Medical Center, University of Ulsan College of Medicine, Seul, Corea del Sud. “Questa analisi suggerisce che la sostenuta soppressione virale prodotta dal trattamento con TAF possa ridurre il rischio di carcinoma epatocellulare nei pazienti con epatite B cronica, che è il tipo più comune di carcinoma epatico nell’adulto”.
I marcatori di sicurezza ossea e renale con TAFI dati di numerosi studi presentati all’AASLD dimostrano una soppressione virale continua (HBV DNA <20 UI/ml) e miglioramenti dei marcatori ossei e renali con TAF nei pazienti con infezione cronica da HBV, nonché nei pazienti con HBV ad alto rischio e con insufficienza epatica o renale.
Nell’analisi di uno studio di fase III che ha valutato pazienti con infezione cronica da HBV virologicamente soppressi (Poster 0455), 243 pazienti che erano stati precedentemente trattati con TDF per una mediana di quattro anni sono stati fatti passare a TAF per 48 settimane. Lo switch da TDF a TAF ha comportato un miglioramento di alcuni marcatori ossei e renali, a prescindere dalla durata (<4 anni vs ≥4 anni) del precedente utilizzo di TDF.
In uno studio di fase II condotto in aperto (Poster 0483), 93 pazienti con HBV con insufficienza renale da moderata a grave e quelli con malattia renale allo stadio terminale (ESRD, end-stage renal disease) o in emodialisi cronica che erano stati virologicamente soppressi mediante l’assunzione di TDF e/o altri antivirali per almeno 48 settimane hanno cambiato trattamento TAF per 96 settimane. Alla settimana 24, tutti i pazienti con ESRD e il 97% dei pazienti con insufficienza renale moderata o grave hanno raggiunto l’endpoint primario di mantenimento della soppressione della carica virale. Nei pazienti con HBV e con insufficienza renale, lo switch da TDF a TAF ha comportato un aumento della densità minerale ossea dell’anca e della colonna vertebrale e una riduzione della maggior parte dei marker di turnover osseo, anche nei pazienti con ESRD in emodialisi, nonché una riduzione dei marker tubulari renali e un aumento della velocità di filtrazione glomerulare (eGFRCG). Risultati simili erano stati ottenuti in uno studio in aperto di fase II condotto su 31 pazienti con HBV virologicamente soppressi con insufficienza epatica moderata o grave (classe Child-Turcotte-Pugh B o C) che avevano cambiato trattamento e trattati per 24 settimane (Poster 0501).
L’uso di TAF in pazienti con infezione cronica da HBV e con insufficienza epatica moderata o grave è sperimentale; la sua sicurezza ed efficacia non sono state stabilite.
La ricerca sulla cura funzionale dell’HBVGS-9688 è un agonista selettivo sperimentale orale a piccola molecola del recettore 8 toll-like (TLR8). In uno studio multicentrico di fase II, randomizzato, in doppio cieco, condotto su 48 pazienti con HBV cronica virologicamente soppressi (Poster 0697), GS-9688, assunto in associazione con antivirali orali, è stato ben tollerato per un lungo periodo di dosaggio, e ha dimostrato un’attività farmacodinamica dose-dipendente. È stata anche valutata l’attività clinica; il 5% dei pazienti trattati con GS-9688 ha ottenuto una diminuzione ≥1 log10 UI/ml dei livelli di antigene di superficie dell’epatite B (HBsAg) o di e-antigene dell’epatite B (HBeAg) a 24 settimane. Questi dati supportano gli studi in corso con GS-9688, nonché nuove combinazioni volte a ottenere una cura funzionale dell’HBV.
La sicurezza e l’efficacia di GS-9688 non sono state stabilite. GS-9688 è un composto sperimentale e non è approvato dalla US Food & Drug Administration (FDA), né da qualsiasi altra Autorità Regolatoria.
Fonte: Ufficio Stampa OMNICOM