Il trattamento con fostemsavir, farmaco frutto della ricerca innovativa di ViiV Healthcare e prodotto per tutto il mondo nello stabilimento GSK di San Polo di Torrile (Parma), in combinazione con la terapia di base, mantiene la soppressione virologica (<40 copie/mL) fino a 48 settimane nel 54% dei pazienti. Lo studio è stato condotto da un team internazionale e vede tra gli autori la Professoressa Antonella Castagna, dell’IRCCS San Raffaele di Milano, a riprova del valore della ricerca italiana in questo ambito e dell’attenzione che va riservata anche a quelle poche centinaia di soggetti che, nel nostro Paese, vivono in questa condizione di sostanziale carenza di una risposta terapeutica mirata nei confronti della replicazione virale.
“E’ uno studio molto importante e ha un valore scientifico e sociale particolare, perché è stato proposto a persone con infezione da HIV-1 che avevano pressochè esaurito le pur numerose opzioni terapeutiche oggi disponibili – sottolinea la prof. ssa Antonella Castagna, infettivologa dell’Unità di Malattie Infettive dell’IRCCS Ospedale San Raffaele, Milano. – In questo ambito, l’infezione da HIV e la relativa patologia - l’AIDS - può essere considerata al pari di una malattia “rara”, con bisogni di cura che ancora oggi non trovano risposta: proprio per questo il trattamento con fostemsavir rappresenta una solida e innovativa opportunità. Fostemsavir è il primo farmaco della classe degli inibitori dell’attachment, sviluppato specificamente per i pazienti multitrattati. E’ una piccola molecola chimica, somministrabile come farmaco per via orale, con meccanismo d’azione innovativo, che agisce impedendo il legame tra il virus HIV e il recettore CD4 presente sui linfociti, impedendo quindi l’ingresso del virus nella cellula. I risultati dello studio BRIGHTE, pubblicati su New England Journal of Medicine, documentano come il farmaco possa consentire a questi pazienti, definiti “HTE” (Highly Treatment Experienced), che spesso albergano un virus multiresistente, di riguadagnare la soppressione virologica che viene assicurata alla stragrande maggioranza delle persone sieropositive e che rappresenta un elemento imprescindibile per la prognosi del paziente e per la sua qualità di vita. E’ importante che anche in Italia gli Enti Regolatori recepiscano il prima possibile questa opportunità per dare risposte concrete, reali, ad una popolazione di soggetti con infezione da HIV-1 numericamente limitata ma molto fragile per la complessità dei problemi clinici che la caratterizza”.
Fonte: Ufficio Stampa ViiV Healthcare