
Dati sull’uso delle terapie ipolipemizzanti e sul profilo di rischio cardiovascolare in 14 Paesi mostrano che il sottoutilizzo delle terapie in associazione e la sottostima del rischio cardiovascolare contribuiscono al mancato raggiungimento degli obiettivi di C-LDL nella maggior parte dei pazienti ad alto e altissimo rischio. La simulazione dell'aggiunta di acido bempedoico all’ezetimibe nell'algoritmo di trattamento in questa coorte dello studio europeo SANTORINI, potrebbe raddoppiare il numero di pazienti ad alto e altissimo rischio cardiovascolare che riescono a raggiungere gli obiettivi di C-LDL raccomandati.
L'analisi dei dati del registro europeo SANTORINI evidenzia inoltre la discrepanza che persiste tra le linee guida e la pratica clinica in merito alla classificazione del rischio cardiovascolare, e la conseguente necessità di ottimizzare i trattamenti ipolipemizzanti, anche con un migliore uso delle terapie in associazione.
Nei pazienti affetti da ipercolesterolemia ad alto e altissimo rischio, l’ottimizzazione delle terapie orali in associazione, combinando l'uso di ezetimibe e acido bempedoico dopo le statine, potrebbe portare a un numero significativamente maggiore di pazienti che raggiungono gli obiettivi di colesterolo LDL (C-LDL) raccomandati dalle Linee guida europee, riducendo così potenzialmente il rischio di eventi cardiovascolari.
Le nuove evidenze provenienti dal registro SANTORINI, uno studio prospettico e osservazionale condotto in 14 Paesi europei, sono state presentate oggi da Daiichi Sankyo durante il Congresso della Società Europea di Cardiologia.
Simulazione della riduzione del rischio di ipercolesterolemia
Utilizzando i dati SANTORINI, attraverso una simulazione, gli Sperimentatori hanno valutato l'aggiunta di acido bempedoico all’ezetimibe nei pazienti ad alto e altissimo rischio cardiovascolare, al fine di identificare la percentuale di pazienti che potrebbero raggiungere gli obiettivi lipidici raccomandati dalle linee guida europee. I dati presentati oggi indicano che, nei pazienti che assumono ezetimibe e non raggiungono l'obiettivo di C-LDL, l'aggiunta di acido bempedoico può portare ad un ulteriore 36% di raggiungimento dell'obiettivo.
L'analisi ha incluso una coorte di 6.177 pazienti in trattamento con qualsiasi terapia ipolipemizzante, con analisi al basale dei livelli di C-LDL e del rischio cardiovascolare. Un algoritmo di trattamento è stato applicato a coloro che, in base alla loro stratificazione del rischio, non raggiungevano i loro obiettivi di C-LDL, aggiungendo prima ezetimibe (se non assunto già) e, successivamente, acido bempedoico. I pazienti in terapia con inibitori di PCSK9i non sono stati inclusi nelle fasi di simulazione, a prescindere dal raggiungimento dell'obiettivo. La riduzione di C-LDL associata al trattamento con ezetimibe e acido bempedoico si è basata sull’efficacia dimostrata negli studi clinici pubblicati.
I dati di simulazione si aggiungono al crescente numero di evidenze secondo cui l'ottimizzazione della terapia ipolipemizzante, con l’aggiunta dell’acido bempedoico all'ezetimibe, potrebbe portare a un numero significativamente maggiore di pazienti che raggiungono gli obiettivi lipidici raccomandati, riducendo così il rischio di malattia cardiovascolare aterosclerotica.
"Questi sono i primi dati di simulazione provenienti dal registro SANTORINI che ci permettono di valutare la percentuale di pazienti che potrebbero raggiungere l'obiettivo di C-LDL con l'aggiunta dell'acido bempedoico agli algoritmi di trattamento esistenti", ha dichiarato il Professor Kausik Ray, Professore di Sanità Pubblica e Presidente della Società Europea dell'Aterosclerosi, Cardiologo Consulente Onorario, Direttore ICTU Globale e Vicedirettore dell'Unità di Sperimentazione Clinica dell'Imperial College di Londra, nonché Sperimentatore Principale di SANTORINI, "Sappiamo che molti pazienti a rischio non raggiungono ancora gli obiettivi raccomandati e i dati di oggi rafforzano le raccomandazioni delle linee guida secondo cui dobbiamo intensificare il trattamento per coloro che presentano livelli più elevati di rischio di infarto e ictus. I dati della simulazione forniscono un'indicazione positiva su come possiamo aiutare meglio i nostri pazienti a raggiungere i loro obiettivi di colesterolo LDL nella pratica clinica e, in ultima analisi, a migliorare i loro risultati".
L’Acido Bempedoico
L’acido bempedoico è un innovativo trattamento first-in-class, che riduce i valori del colesterolo LDL e può essere associato ad altri trattamenti orali per abbassarne ulteriormente i livelli. L’acido bempedoico inibisce l’ATP citrato-liasi (ACL), un enzima coinvolto nella sintesi epatica del colesterolo.
L’acido bempedoico è stato approvato per pazienti adulti con ipercolesterolemia familiare (eterozigote familiare e non familiare) o dislipidemia mista, in aggiunta alla dieta:
- in associazione ad una statina o ad altre terapie ipolipemizzanti, in pazienti che non riescono a raggiungere i target di colesterolo LDL con la massima dose tollerata di una statina
- da solo o in associazione ad altre terapie ipolipemizzanti, in pazienti intolleranti alle statine o per i quali le statine sono controindicate.