- Lo studio di fase III IMpower110 ha dimostrato come atezolizumab abbia aumentato significativamente la sopravvivenza complessiva nei pazienti con espressione elevata del PD-L1 rispetto alla chemioterapia
- L’approvazione da parte della Commissione Europea di atezolizumab rappresenta una soluzione terapeutica alternativa alla chemioterapia in questa tipologia di tumore
- Con questa approvazione, atezolizumab riceve in Europa la quarta indicazione nel carcinoma polmonare non a piccole cellule metastatico e la quinta nel carcinoma polmonare in generale
Roche ha annunciato oggi che la Commissione Europea ha approvato Tecentriq (atezolizumab) per il trattamento di prima linea per pazienti adulti con carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC non-small cell lung cancer) metastatico laddove è presente un’elevata espressione di PD-L1*, senza mutazioni attivanti di EGFR (epidermal growth factor receptor) o alterazioni di ALK (anaplastic lymphoma kinase).
“Siamo lieti di poter fornire atezolizumab ai pazienti europei che soffrono di questo specifico tipo di cancro al polmone”, ha affermato Levi Garraway, MD, PhD, Chief Medical Officer e Head of Global Product Development presso Roche. “È stato dimostrato che atezolizumab in monoterapia aumenta la sopravvivenza complessiva nelle persone con elevata espressione di PD-L1 rispetto alla chemioterapia, e rappresenta inoltre una nuova opzione di trattamento per le persone che convivono con questa malattia difficile da trattare”.
“L’approvazione della Commissione Europea di atezolizumab è una conferma della possibilità di utilizzare un inibitore di PD-L1, in sostituzione della chemioterapia nei pazienti con malattia avanzata che esprimono una positività per la proteina – ha spiegato il professor Filippo de Marinis, Direttore dell’Unità di Oncologia Toracica dello IEO di Milano. Lo studio IMpower110 ha messo a confronto due gruppi di pazienti: al primo è stata somministrata la terapia tradizionale chemioterapica, il secondo è stato trattato con immunoterapia con agente singolo atezolizumab. Nel gruppo in cui la proteina PD-L1 è risultata iperespressa, cioè superiore al 50%, le curve di sopravvivenza hanno dimostrato in maniera inequivocabile un vantaggio per il gruppo trattato con Atezolizumab rispetto a quelli della chemioterapia. Lo studio ha registrato quindi un tasso maggiore di sopravvivenza nei pazienti con un grandissimo risparmio di tossicità legato al non utilizzo della chemioterapia. Il farmaco ha dimostrato di avere un buon profilo di efficacia e tollerabilità e, nel caso in cui al paziente fosse diagnosticato un carcinoma polmonare non a piccole cellule inoperabile per diffusione metastatica con iperpressione, sarebbe il trattamento standard da utilizzare”.
Atezolizumab è ora la prima e unica immunoterapia ad agente singolo contro il cancro al polmone disponibile in tre dosaggi, che consentono la somministrazione ogni due, tre o quattro settimane, mettendo così a disposizione di medici e pazienti una maggiore flessibilità nella gestione del trattamento.