
«Ogni persona che si sottopone a trapianto di midollo osseo sa di avere davanti a sé un ‘salto nel vuoto’ - afferma Nicoletta Luppi, Presidente e Amministratore delegato di MSD Italia - ovvero 100 giorni importanti, dove il rischio di complicanze è molto alto e dove uno dei nemici più temibili è proprio il citomegalovirus. Per questo le conferme che arrivano per letermovir ci riempiono di soddisfazione perché sappiamo che questa molecola può davvero fare la differenza per una popolazione di pazienti estremamente vulnerabile. È l’alba di una nuova era, un nuovo approccio nella profilassi del citomegalovirus. Il 21 settembre in tutto il mondo si celebra la Giornata Mondiale della donazione di midollo osseo e ci ricorda che tutti possiamo, e dobbiamo, fare la nostra parte. MSD, con letermovir, è al fianco di chi affronta il difficile percorso del trapianto di midollo osseo, pazienti ma anche medici e caregiver».
L’infezione da citomegalovirus è una complicanza clinica significativa nei pazienti che affrontano un trapianto allogenico di cellule staminali ematopoietiche e sono CMV-positivi, possibilità piuttosto frequente visto che il citomegalovirus è un virus molto comune (si stima che in Italia, come nella maggior parte degli altri Paesi europei, l’80% della popolazione sia entrata in contatto con il virus) e sono molti gli adulti positivi. I pazienti riceventi allo-HSCT che hanno avuto una precedente esposizione al virus (R+) sono ad alto rischio di sviluppare una riattivazione di infezione da CMV, in modo particolare durante i primi 100 giorni dopo il trapianto. La sieropositività del ricevente è, inoltre, associata ad un aumentato rischio di mortalità. Dopo il trapianto, la riattivazione del CMV è associata a un incremento della morbilità e mortalità (60-80%)4. Per la prevenzione della riattivazione dell’infezione da CMV dopo allo-HSCT esistono due strategie: la profilassi con antivirali che viene iniziata subito dopo il trapianto e la terapia pre-emptive (PET) che consente di iniziare un trattamento precoce sulla base della sorveglianza attiva della viremia del CMV. I farmaci antivirali anti-CMV attualmente disponibili hanno dimostrato di causare complicanze anche gravi legate ai loro effetti indesiderati. Letermovir, grazie al suo diverso meccanismo d’azione - è un inibitore del complesso della terminasi virale di CMV- rappresenta una nuova opzione nell’ambito della profilassi.
Letermovir è il primo farmaco indicato per la profilassi della riattivazione dell’infezione e della malattia da CMV negli adulti CMV-positivi, sottoposti a trapianto allogenico di cellule staminali ematopoietiche (HSCT) e appartiene a una nuova classe di antivirali anti-CMV che impediscono al virus di replicarsi. Ha un nuovo meccanismo d’azione: blocca l’enzima del CMV denominato "terminasi", coinvolto nell’impacchettamento del DNA nei rivestimenti proteici del virus così da impedire al virus di svilupparsi correttamente e infettare altre cellule. Visto il suo meccanismo d’azione selettivo nei confronti del CMV e non attivo nei confronti delle cellule umane, letermovir ha dimostrato un buon profilo di tollerabilità, in particolare non presenta tossicità renale o ematologica.
Fonte: ARGON Media