MA TROPPE DONNE NON ADERISCONO, LO SCREENING VA ESTESO FINO A 74 ANNI”
La dott.ssa Stefania Gori, presidente eletto AIOM: “Se la malattia è identificata in fase precoce le guarigioni superano il 90%. L’invito a eseguire il test andrebbe inviato anche alle over 69, così potremo salvare più vite”
Fonte: Ufficio Stampa Intermedia
La prof.ssa Silvia Novello, ordinario di Oncologia Medica all’Università di Torino: “Dati eclatanti che aggiungono un ulteriore tassello alla conoscenza scientifica nello scenario dell'immunoterapia e dell'oncologia toracica con una riduzione del rischio di morte di oltre il 40%”
Fonte: Ufficio Stampa Intermedia
La combinazione di nivolumab e ipilimumab ha dimostrato una sopravvivenza globale, endpoint co-primario, superiore rispetto allo standard attuale di cura, sunitinib, in pazienti a rischio intermedio o sfavorevole
La combinazione delle due molecole ha raggiunto anche una migliore sopravvivenza globale in tutti i pazienti randomizzati, endpoint secondario dello studio
Fonte: Ufficio Stampa Intermedia
Evidenziate attività antitumorale e durata della risposta con la molecola in diverse linee di terapia. Il prof. Alfredo Falcone, Direttore Oncologia Medica dell’Università di Pisa : “È il primo reale passo in avanti significativo in questa patologia”
Fonte: Ufficio Stampa Intermedia
Al Congresso dell’European Society for Medical Oncology (ESMO) verranno presentati studi che dimostrano come, con le analisi di profilazione molecolare (CGP) di Foundation Medicine, è possibile individuare i migliori trattamenti oncologici siano essi target therapy o immunoterapie e indirizzare le sperimentazioni cliniche.
In particolare, verranno presentati i dati di un test su sangue (biopsia liquida) in grado di misurare il carico mutazionale del tumore (blood Tumor Mutation Burden - bTMB). La misurazione del Tumor Mutation Burden mediante profilazione genomica completa, consente di individuare la quantità di mutazioni presenti nel tumore e potrebbe rappresentare un sistema per predire la risposta a determinate immunoterapie oncologiche1.
Tali presentazioni riguardano un’analisi retrospettiva dei dati provenienti dagli studi POPLAR, di fase II, e OAK, di fase III, sul carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC) trattato con l’immunoterapico anti PD-L1, atezolizumab.
Fonte: Ufficio Stampa HealthCom Consulting
Presentati al congresso dell’European Society for Medical Oncology (ESMO) i risultati dello studio di fase III, ALUR, che mostrano come alectinib sia in grado di ridurre significativamente il rischio di progressione della malattia o morte (sopravvivenza libera da progressione, PFS) dell’85% rispetto alla chemioterapia, nei pazienti affetti da NSCLC avanzato ALK-positivo andati incontro a progressione durante il trattamento con chemioterapia a base di platino e crizotinib (hazard ratio [HR] = 0,15, IC al 95%: 0,08-0,29, p < 0,001).
La PFS mediana riportata dagli sperimentatori, endpoint primario dello studio, è stata di 9,6 mesi nei pazienti trattati con alectinib (IC al 95%: 6,9-12,2) e a 1,4 mesi (IC al 95%: 1,3-1,6) in quelli sottoposti a chemioterapia.
Fonte: Ufficio Stampa HealthCom Consulting
RIDOTTO DEL 30% IL RISCHIO DI MORTE
L’agenzia regolatoria europea ha recentemente approvato la molecola nei pazienti già trattati con chemioterapia. Il prof. Sergio Bracarda, Direttore Oncologia Medica di Arezzo: “Buona anche la tollerabilità, rilevante in una popolazione spesso caratterizzata da età elevata e altre patologie importanti”
Fonte: Ufficio Stampa Intermedia