Tante le sessioni in cui è articolato il convegno: “ci stiamo concentrando sia sugli effetti a lungo termine che sugli effetti più a medio e breve termine di esperienze traumatiche – spiega il porf. Janiri - come nel disturbo post-traumatico da stress (es. dopo un terremoto)”.
La conferenza è occasione per presentare dati e progetti inediti, ad esempio alcuni dati originali sulla presenza del trauma infantile nella storia di soggetti che abusano di sostanze e/o alcolici. Infatti, frequentemente nei pazienti tossicodipendenti si ritrovano traumi infantili. In particolare “quelli che usano più sostanze in concomitanza o in sequenza (poliabusatori, ciò che è la regola nell’attuale quadro delle tossicodipendenze) presentano traumi infantili del tipo ‘neglect’ (trascuratezza fisica o emozionale) in misura significativamente maggiore di quelli che usano una sola sostanza o solo alcol”, aggiunge il professor Janiri.
Si affronterà anche il tema del trauma perinatale, un trauma fisico del bambino (ad es. applicazione di forcipe, parti difficoltosi, sofferenza fetale, ecc.) o psichico (in questo caso sofferto dalla madre o durante la gravidanza o nel puerperio) e che può determinare o comunque rappresentare un fattore di vulnerabilità per disturbi psichiatrici non solo nell’infanzia (psicosi infantili e altri disturbi) ma anche nell’età adulta (ad es. schizofrenia).
In questo ambito sarà presentato lo stato dell’arte di un progetto targato Università Cattolica (Psichiatria, Ostetricia, Pediatria, Neuropsichiatria Infantile) sull’effetto traumatico della depressione perinatale e genitoriale (madre e padre) sulla prole e sulle possibili strategie terapeutiche e preventive.
Il progetto prende in considerazione le frequenze di disturbi depressivi nella coppia genitoriale che sta per avere un figlio (quindi non solo depressione perinatale della madre, ma anche del padre) e attualmente si sta organizzando il follow up dei bambini che presentano un rischio (uno o entrambi i genitori depressi). Nell’ambito del progetto si vedrà pure se e in che modo il trattamento tempestivo delle forme depressive dei genitori con farmaci possa prevenire il trauma nel bambino. "Maternità e paternità possono essere vissute come esperienze traumatiche se la gravidanza, per vari motivi, è percepita come un evento violento che mette in crisi l'organizzazione psichica di madri e padri – spiega il professor Lucio Rinaldi, Responsabile Aree Psicopatologia Perinatale, Infanzia, Adolescenza e DCA, Responsabile Day-Hospital di Psichiatria Fondazione Universitaria Policlinico Gemelli di Roma. Per questo abbiamo sviluppato un approccio nell'Ospedale che prevede ascolto, sostegno, assistenza, ricerca e che presuppone anche l'uso nelle madri di nuovi trattamenti (come ad esempio i nutraceutici) in alternativa o in associazione all'utilizzo degli psicofarmaci".
Fonte: Ufficio Stampa Policlinico Agostino Gemelli, Roma