Negli ultimi 20 anni nei Paesi occidentali si è assistito a una vera epidemia di obesità con comparsa anche in età pediatrica di patologie "nuove", prima ad appannaggio esclusivo dell'età adulta (diabete mellito di tipo 2, sindrome metabolica,NAFLD o steatosi epatica e malattie cardiovascolari).All'obesità si associa spesso l'accumulo di tessuto adiposo in zone del corpo nelle quali generalmente non è presente (fegato, muscolo scheletrico, cuore e pancreas). Questo ha fatto emergere nuove patologie, tra cui la steatosi pancreatica, cioè l'accumulo di grassinel pancreas, chiamato così per similitudine alla più nota condizione epatica (NAFLD).
I dati relativi a questa condizione sono ancora pochi. Studi condotti sugli animali riportano che una dieta ricca in grassi determina un accumulo di grasso all'interno del pancreascausando un danno infiammatorio e fibrotico a carico dell'organo. Negli adulti, i dati disponibili mettono in relazione la steatosi pancreatica con l'obesità, l'insulino-resistenza, il diabete tipo 2 e la sindrome metabolica. Inoltre, è stata avanzata una possibile correlazione tra fegato grasso e steatosi pancreatica.
Lo studio condotto dal Bambino Gesù– il primo in campo pediatrico di questo genere - dimostra la frequenza e le implicazioni clinico-laboratoristiche del pancreas grasso in un gruppo di bambini obesi con fegato grasso. I risultati dimostrano come la steatosi pancreatica sia presente nella metà dei bambini con eccesso ponderale e fegato grasso. I dati evidenziano anche come questa condizione si associ a forme di insulino-resistenza più severe, con un rischio di presentare iperinsulinismo 5 volte maggiore rispetto ai pazienti senza accumuli di tessuto adiposo nel pancreas. E cioè un maggiore rischio di sviluppare in età giovanile-adulta un diabete mellito di tipo 2.
«Lostudio suggerisce come i pazienti con obesità debbano essere studiati in maniera approfondita, ricercando segni precoci di rischio – dice il dottor Nobili - Questo consentirà di individuare celermente i pazienti a maggior rischio di sviluppare complicanze metaboliche precoci e quindi più bisognosi di programmi di intervento mirati. I pazienti con steatosi pancreatica devono essere dunque considerati un gruppo "a rischio" per lo sviluppo di un danno epatico e metabolico più severo, e a maggior rischio di sviluppare diabete mellito tipo 2».
Aggiunge il dottor Marco Cappa, responsabile di endocrinologia del Bambino Gesù: «Lo studio in questione è di estrema importanza perché aggiunge un ulteriore tassello a quello che risulta essere il "puzzle" della sindrome metabolica come anticamera del diabete di tipo 2 nell'adulto. In particolare ci spiega, almeno in parte, perché solo alcuni dei bambini obesi con iperisulinismo sviluppano in età adulta il diabete di tipo 2. Se il dato della steatosi epato-pancreatica si associa al diabete di tipo 2 del giovane adulto si avrà la dimostrazione che la causa primaria scatenante la malattia diabetica parte dalla infiammazione scatenata dalla steatosi».
Fote: Ufficio Stampa Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, Roma