Il mieloma multiplo origina dalle plasmacellule, cellule localizzate prevalentemente nel midollo osseo e specializzate nella produzione delle immunoglobuline (anticorpi che ci permettono di difenderci dalle infezioni). L’incidenza della malattia aumenta con l’età: è più frequente negli over 65 (il 38% è over 70), solo il 2% dei pazienti è under 40. “In un terzo dei casi – continua il prof. Boccadoro - la diagnosi è ‘casuale’, dopo esami del sangue di routine che possono fornire una prima indicazione della presenza del tumore, attraverso l’osservazione di elevati livelli di immunoglobuline”. “La terapia si è basata per molti decenni sulla somministrazione di farmaci chemioterapici, con l’eventuale aggiunta della radioterapia – conclude il prof. Cavo -. I risultati ottenuti però sono stati modesti, per l’elevata resistenza delle cellule tumorali ai trattamenti utilizzati. In seguito, l’applicazione del trapianto di cellule staminali ha migliorato i risultati, ma ancora più rilevante è stato l’impatto derivante dall’uso dei ‘nuovi farmaci’, non chemioterapici. In particolare le molecole immuno-oncologiche aprono nuove vie sia per il loro meccanismo d’azione che permette di controllare con più efficacia la malattia che per l’ottimo profilo di tossicità che le rende ‘partner’ ideali di altre terapie target. Nell’immediato futuro si stanno aprendo importanti prospettive anche grazie alla combinazione delle molecole immuno-oncologiche”.
Fonte: Ufficio Stampa Intermedia