“Si tratta di un’ulteriore conferma dell’importante ruolo svolto dal sonno nel mantenimento di una corretta salute psico-fisica: ogni alterazione del cosiddetto orologio biologico interno, infatti, si ripercuote anche su altre funzioni fisiologiche fondamentali come i livelli ormonali, la temperatura corporea, la pressione arteriosa, il tono dell’umore e il metabolismo energetico – dice il Prof. Lino Nobili, Coordinatore Scientifico del Progetto Sonno&Salute, Segretario della European Sleep and Research Society e Responsabile del Centro di Medicina del Sonno dell’Ospedale Niguarda di Milano – Associata ai disturbi del sonno, all’ipertensione e al diabete, vi è spesso una ridotta produzione di melatonina, un ormone naturale prodotto nella ghiandola pineale che regola i ritmi circadiani e il funzionamento corretto dell’orologio biologico interno nell’arco delle 24 ore. Oltre ad intervenire sul ritmo sonno-veglia, infatti la melatonina ha un’azione diretta nella regolazione del metabolismo energetico e del glucosio nell’arco delle 24-h. Inoltre, agendo sui ritmi circadiani e conseguentemente sulla pressione arteriosa, può influenzare anche il sistema cardiovascolare.”
“Il primo passo per il trattamento dell’insonnia è di tipo comportamentale e mira a correggere abitudini, aspettative e condotte che possono causare o perpetuare il disturbo. Come trattamento farmacologico si utilizzano frequentemente i sedativo-ipnotici a emivita breve e la melatonina 2 mg a rilascio prolungato. Per i primi è consigliato l’utilizzo per brevi periodi, non oltre le quattro settimane, perché tendono a perdere la loro efficacia se assunti sistematicamente ogni notte per lungo tempo; inoltre l’assunzione cronica può avere effetti negativi sulla struttura del sonno stesso nonché sui livelli di vigilanza diurna e su alcune funzioni cognitive come memoria e attenzione - dice il Prof. Nobili - La somministrazione di melatonina a rilascio prolungato 2mg è consigliata come prima intenzione in soggetti insonni che hanno superato i 55 anni. Studi clinici hanno dimostrato che questa formulazione, risincronizzando il ritmo circadiano sonno-veglia, riduce significativamente il
tempo di addormentamento e migliora sia la qualità del sonno sia le performance diurne. Il trattamento non dà assuefazione ed è approvato per una somministrazione di 13 settimane continuative, anche in presenza di altre terapie in soggetti con comorbidità come gli ipertesi e i diabetici.”
Fonte: Ufficio Stampa Weber Shandwick