Situata all’ospedale riabilitativo “Villa Rosa” di Pergine Valsugana a Trento, la settima sede dei Centri Clinici NeMO dispone di 1.500 metri quadri di superficie e 14 posti letto per assistere bambini e adulti con malattia neuromuscolare senza alcun onere a carico delle loro famiglie

In Trentino Aldo Adige e nelle regioni del nord-est d’Italia sono circa 5.000 le persone, tra adulti e bambini, che vivono con questo tipo di patologie, definite oggi ad alta complessità assistenziale e, la presenza di un’eccellenza come il Centro NeMO sul territorio, significa incontrare il bisogno clinico-assistenziale di una comunità di pazienti, che ha necessità di avere al proprio fianco un punto di riferimento specialistico, che risponda al bisogno di cura di ciascuno.
“Quello di oggi è un risultato di eccellenza per il sistema sanitario trentino, frutto di un’alleanza fra la comunità medico-scientifica e le istituzioni. Il Centro Clinico NeMO Trento di Villa Rosa a Pergine Valsugana ha tutte le carte in regole per diventare un punto di riferimento di eccellenza nel campo delle patologie neuromuscolari per tutta l’Italia del Nord – interviene Maurizio Fugatti, presidente della Provincia Autonoma di Trento - Qui troveranno cura e assistenza non solo i pazienti trentini, ma anche quelli delle altre regioni affetti da patologie altamente invalidanti, caratterizzate spesso da lunghi e complessi percorsi di cura e assistenza. Grazie quindi a Fondazione Serena per questa opportunità che ci consente di coniugare le competenze di alto livello dei nostri professionisti con le competenze specialistiche dei centri NeMO”.
Dopo Milano, Roma, Messina, Arenzano (GE), Brescia e Napoli, con Trento, la rete dei Centri Clinici NeMO si arricchisce della sua settima sede, dando continuità alla missione del progetto: voler essere sui territori e vicino alle persone con malattie neuromuscolari.
Il Presidente dei Centri Clinici NeMO, Alberto Fontana, sottolinea: “Il Centro Clinico NeMO Trento è oggi più che mai una grande vittoria. In un momento storico in cui siamo costretti a fermarci tutti, mi emoziona pensare che il progetto NeMO continui a muoversi, grazie alla lungimiranza e alla tenacia della Provincia autonoma di Trento e delle sue Istituzioni, che hanno permesso di continuare a credere nella possibilità di rendere concreto questo sogno. Un’alleanza tra istituzioni, comunità dei pazienti e comunità scientifica, per raccontare che, insieme, abbiamo scelto di non farci fermare dalla paura. Abbiamo scelto di continuare a credere nella speranza, per dare una risposta concreta al bisogno di cura dei bambini e degli adulti con malattia neuromuscolare dello splendido territorio del Trentino-Alto Adige e dei territori vicini”.
Dotato di 14 posti letto, di cui 4 ad alta complessità assistenziale e riabilitativa, 4 day hospital, 3 ambulatori specialistici, 1 palestra, 2 piscine, 1 laboratorio di analisi del movimento, 1 centro di valutazione domotica e addestramento ausili e 1 sezione dedicata alla riabilitazione robotica, il Centro NeMO Trento occupa 1.500 metri quadri all’interno dell’ospedale riabilitativo “Villa Rosa” di Pergine Valsugana.
“Il Centro si inserisce nel solco dell’esperienza clinica e riabilitativa di questa struttura, attraverso l’attivazione di programmi di presa in carico individualizzati. Dalla diagnosi, ai trattamenti terapeutici e riabilitativi di fisioterapia neuromotoria, respiratoria, logopedica, di terapia occupazionale per il recupero e il mantenimento delle capacità residue nell’eseguire le attività della vita quotidiana — commenta Pier Paolo Benetollo, direttore generale dell’Azienda provinciale per i servizi sanitari —. E ancora, la possibilità di progettare soluzioni individualizzate di ambienti di vita autonomi, grazie alla presenza a Villa Rosa di una casa totalmente accessibile, all’interno della quale sperimentarsi in un contesto di vita quotidiana, che miri a valorizzare le abilità funzionali residue”.
Nel confermare la continuità tra cura e ricerca, tra i principi fondanti il modello di cura del progetto NeMO, sono intervenuti alla conferenza il rettore dell’Università di Trento Paolo Collini e il presidente di AriSLA - Fondazione Italiana di Ricerca per la SLA, Mario Melazzini.
Ma la presa in carico dei pazienti al Centro Clinico NeMO Trento avviene in un contesto accogliente e familiare: il parco con gli abeti secolari, le camere singole e luminose, l’ampia area giochi dedicata ai bimbi, lo spazio relax per gli adulti, la cornice delle Dolomiti che corre sui muri dei corridoi del reparto raccontano di uno spazio che vuole essere anche una casa per chi lo vive, spesso anche per lunghi e frequenti percorsi di cura. Una casa pensata e voluta con grande tenacia ed entusiasmo dalle associazioni dei pazienti e soci dei Centri NeMO: per questa comunità, il NeMO Trento sarà punto di riferimento e luogo sicuro dove riporre la fiducia oggi e alzare lo sguardo alla speranza di cura domani. È per questo che l’intera comunità neuromuscolare si è stretta virtualmente oggi intorno al NeMO Trento, con il saluto delle Associazioni dei pazienti.
Il presidente di Fondazione Telethon, Luca Cordero di Montezemolo, ha sostenuto l’importanza della continuità tra ricerca scientifica e trattamenti di cura. Hanno portato il loro messaggio d’orgoglio e gratitudine: Ron, da 17 anni testimonial ufficiale di AISLA Onlus, Anita Pallara presidente di Associazione Famiglie SMA Onlus, Marco Rasconi presidente nazionale di UILDM Onlus, Gianluca Vialli presidente di Fondazione Vialli e Mauro per la Ricerca e lo Sport Onlus e Beppe Camera presidente di Associazione SLAnciamoci.