L’iperglicemia cronica del diabete provoca infiammazione, che può portare alla formazione dell’edema maculare diabetico ovvero un accumulo di liquidi nella macula, la parte centrale e più importante della retina, che ci consente di leggere, guidare, riconoscere i volti e i colori. Si manifesta con un calo progressivo della vista e una visione deformata (immagini ondulate, aree sfocate, macchie scure, alterazione dei colori), che impediscono lo svolgimento delle principali attività quotidiane, con un notevole peggioramento sulla qualità di vita.
Inoltre, i costi diretti e indiretti associati alla riduzione della vista hanno peso su tutti i livelli: dalle prestazioni INPS erogate ogni anno (più di 1 miliardo a favore dei ciechi civili) ai costi ospedalieri, alla minore produttività lavorativa, all’impegno dei familiari per accompagnamento dell’ipovedente.
Da una recente indagine europea1 è emerso che il carico degli appuntamenti per un paziente con edema maculare è pari a ben 19 ogni 6 mesi: l’impatto sulla qualità di vita, oltre che sui costi per il SSN, è notevole. Per la somministrazione della cura (trattamenti intravitreali che consentono di arrestare la progressione della malattia), a un paziente è richiesto in media un impegno di 4h27 minuti ad ogni singolo appuntamento, incluso il tempo del viaggio. ll 37% dei pazienti necessita complessivamente di più di 2 giorni di assenza dal lavoro per sottoporsi alle cure e il 71% si avvale dell’assistenza di un accompagnatore o familiare. Di questi, il 50% degli accompagnatori lavora, e di questi, il 59% deve prendere dei giorni di permesso per aiutare e sostenere il paziente.
Esiste inoltre un significativo impatto psicologico: il 75% dei pazienti riferisce ansia prima di ricevere l’iniezione, il 54% riferisce ansia per più di 2 giorni prima del trattamento.
A fronte di questa fotografia, i principali bisogni insoddisfatti dei pazienti con edema maculare diabetico sono: avere meno iniezioni (42%) e meno appuntamenti a parità di risultati (22%).
“Il laser è stato per anni l’unica cura disponibile per l’edema maculare diabetico”, spiega il Prof. Francesco Bandello, Direttore della Clinica Oculistica dell’Università Vita-Salute, Istituto Scientifico San Raffaele di Milano. “Esistono terapie farmacologiche, inizialmente utilizzate per trattare la degenerazione maculare, che tengono sotto controllo l’edema e sono somministrate tramite ripetute iniezioni intravitreali (farmaci anti-VEGF), in media con cadenza mensile, almeno durante i primi cicli di trattamento. Oggi è disponibile un trattamento specifico per curare l’edema maculare diabetico e trattare in maniera mirata l’infiammazione che causa la formazione dell’edema. Si tratta di un farmaco cortisonico (a base di desametasone) che viene iniettato nella cavità vitreale ed agisce a lungo rilascio: il principio attivo si scioglie gradualmente e agisce per diversi mesi. Questo rende necessaria soltanto una iniezione ogni 6 mesi.”
In Italia si contano oggi circa 200 mila i pazienti affetti da edema maculare diabetico, ma potrebbero essere molti di più, in quanto parecchi non sanno di avere la malattia e non sono pertanto stati diagnosticati. Ogni paziente diabetico dovrebbe sottoporsi frequentemente a controlli della vista per diagnosticare una retinopatia diabetica ed intervenire tempestivamente. È raccomandabile trattare questa patologia nei primi stadi di sviluppo, quando la vista non è stata ancora gravemente compromessa.
Fonte: Ufficio Stampa Havas PR