«L’arrivo di una nuova arma terapeutica è una buona notizia sia per le persone HIV+ che per la collettività – dice Andrea Antinori, Direttore UOC Immunodeficienze Virali Istituto Lazzaro Spallanzani di Roma - perché è vero che per l’HIV abbiamo a disposizione numerosi farmaci provenienti da diverse classi antiretrovirali ma molte volte a causa di diverse limitazioni (interazioni con altri farmaci, resistenze, problemi metabolici, ecc) l’armamentario terapeutico non è così ampio. Quindi, avere a disposizione farmaci di documentata efficacia e sicurezza è sicuramente un vantaggio. Nel caso di doravirina è l’ultima molecola arrivata in una classe storica che conosciamo molto bene e che ha avuto - e ha tutt’oggi - una rilevanza importante nella terapia dell’HIV. Ma, rispetto agli altri farmaci già presenti in questa classe ha dimostrato che sviluppa resistenze molto più lentamente e raramente. Questo perché questa molecola ha un’alta barriera genetica che finora è stata più tipica di altre classi. Inoltre, ha un alto profilo di sicurezza dal punto di vista metabolico e impatta davvero poco sul profilo lipidico e noi sappiamo quanto sia importante visto che il rischio cardiovascolare nei pazienti sieropositivi è aumentato. Ma l’arrivo di nuove terapie è importante anche per la collettività: garantire una soppressione virologica stabile è un aspetto molto importante anche per ridurre la circolazione del virus. Oggi possiamo dire che la circolazione del virus HIV non è alimentata dai soggetti sieropositivi in trattamento con viremia soppressa ma è alimentata esclusivamente da quelle persone che hanno un’infezione da HIV e non sanno di averla».
Doravirina è disponibile:
- come singolo farmaco in associazione con altri medicinali antiretrovirali, per il trattamento di adulti con infezione da HIV-1 senza evidenza di resistenza, pregressa o attuale, alla classe degli NNRTI;
- come regime di combinazione a dose fissa di tre farmaci (doravirina con lamivudina e tenofovir disoproxil fumarato) per il trattamento di adulti con infezione da HIV-1 senza evidenza di resistenza, pregressa o attuale, alla classe degli NNRTI, lamivudina o tenofovir disoproxil fumarato.
L’approvazione, da parte di AIFA, di doravirina e della combinazione a dose fissa costituita da doravirina, lamivudina e tenofovir disoproxil fumarato è basata sui risultati degli studi di fase III DRIVE-AHEAD, DRIVE-FORWARD e DRIVE-SHIFT, che hanno preso in esame il profilo di efficacia e sicurezza dei due farmaci. Questi nuovi farmaci sono stati anche recentemente inseriti nelle Linee Guida EACS 2019 come regimi raccomandati in prima linea e con un buon profilo di tollerabilità e poche interazioni farmacologiche.
Fonte: Ufficio Stampa Argon Media