
Questa valvola infatti, che ha il compito di tenere perfettamente separati l'atrio dal ventricolo di sinistra, col tempo può deteriorarsi e non essere più in grado di chiudersi a dovere. Di conseguenza, una parte del sangue - anziché essere spinto dal ventricolo sinistro verso l’aorta, e da qui al resto dell’organismo – torna indietro e refluisce nell’atrio. A lungo andare può accadere dunque che il cuore, costretto a lavorare di più, si sfianchi e inizi a dare segnali del suo affaticamento. Si parla così di insufficienza mitralica.
Ci spiega tutto il Dottor Marco Zanobini, dell'Unità di Cardiochirurgia 1
Come si riconosce l'insufficienza mitralica?
In genere nelle forme lievi e moderate non dà alcun sintomo, ma se la quantità di sangue che refluisce nell’atrio sinistro aumenta perché la valvola è sempre meno efficiente possono comparire diversi disturbi, come facile faticabilità, fiato corto sotto sforzo, palpitazioni. L’esame fondamentale per confermare e valutare l’entità dell’insufficienza mitralica èl’ecocardiogramma transtoracico.
Ma in tutto questo cosa c’entrano le corde?
C’entrano moltissimo. Tra le cause più frequenti dell’insufficienza mitralica c’è proprio l’indebolimento delle cosiddette“corde tendinee”, strutture che sostengono la valvola e che ne consentono la dinamica e la regolare apertura. Per comprendere meglio, possiamo pensare alla valvola mitrale come a un ponte di cui i muscoli papillari e le relative corde tendinee sono i tiranti. Si può intuire dunque che se cede uno di questi “tiranti” tutta l’impalcatura che sostiene il “ponte” (e cioè la nostra valvola mitrale) diventa meno efficiente.
Come si interviene in questi casi?
Se l’insufficienza è di grado lieve o moderato in genere consigliamo al paziente un regolare controllo annuale. Se invece siamo di fronte a un’insufficienza severa è necessario proporre un intervento di riparazione valvolare. Proprio in questo ambito l’evoluzione tecnologica ha permesso di sviluppare nuove tecniche chirurgiche come l’impianto NeoChords, un sistema all’insegna della mini invasività che presenta grandi vantaggi per i pazienti.
Di cosa si tratta?
È un intervento concepito per impiantare nuove corde tendinee della valvola mitrale a cuore battente e senza circolazione extra corporea.
La procedura, in anestesia generale, prevede una mini incisione toracica di circa 4 cm e la successiva introduzione di un catetere attraverso cui vengono rilasciate e ancorate alla valvola una o più corde artificiali in GoreTex, materiale molto utilizzato nelle applicazioni mediche perché riproduce le caratteristiche anatomiche di resistenza e nel contempo garantisce la fisiologica flessibilità delle corde “naturali”. L’intervento viene eseguito sotto la guida di un ecocardiogramma tridimensionale, a garanzia non soltanto del corretto posizionamento ma anche di un’adeguata lunghezza delle nuove corde.
Quali sono i vantaggi per i pazienti?
Al Monzino eseguiamo questi interventi da circa due anni e i risultati finora ottenuti sono davvero entusiasmanti, con un netto miglioramento della sintomatologia dei pazienti, basso tasso di complicanze, tempi brevi di dimissione ospedaliera e senza necessità di riabilitazione post-operatoria. La piccola incisione e l’assenza di circolazione extra corporea, inoltre, rendono tale procedura ideale per tutti i pazienti, dopo un’attenta valutazione di fattibilità e idoneità realizzata da team multidisciplinari composti dal cardiologo, ecocardiografista 3D e cardiochirurgo.
Fonte: Ufficio Stampa Centro Cardiologico Monzino, Milano