
In uno studio precedente la ricercatrice aveva dimostrato che, inibendo geneticamente l’enzima PKCθ, migliorava la riparazione e la rigenerazione del muscolo scheletrico, con una riduzione dell’infiammazione. Con questo nuovo studio si è voluto verificare se l’inibizione farmacologica della PKCθ potesse rappresentare una strategia terapeutica alternativa. Il trattamento, condotto su topi maschi giovani affetti dalla distrofia, ha dato risultati positivi, sia in termini di riduzione significativa del danno al tessuto muscolare, sia dell’infiammazione. Inoltre è stato osservato un mantenimento della rigenerazione muscolare e, importante, un recupero funzionale significativo.
La terapia, messa a punto dal team di ricerca che ha condotto lo studio, emerge quindi come potenziale nuova strategia per contrastare la patologia, che potrebbe in futuro essere sperimentata anche sull’uomo.
Fonte: Ufficio Stampa La Sapienza Università di Roma