“L’importanza di questo studio – ha aggiunto Chiricozzi - è quella di correlare l’efficacia clinica di Secukinumab con la riduzione dell’espressione di un elevato numero di geni pro-infiammatori e pro-proliferativi e la risoluzione istopatologica delle lesioni cutanee, che possono essere rilevate sin dalle prime settimane di trattamento. I dati mostrano, infatti, la capacità di Secukinumab di inibire diverse vie di segnale anche non mediate direttamente dall’IL-17A. La normalizzazione dell’espressione di questo ampio set di geni conseguente al blocco dell’IL-17A da parte di Secukinumab, conferma la centralità di questa citochina nel meccanismo patogenetico della psoriasi”.
Sam Khalil, Worldwide Head della divisione Medical Affairs Immunology, Hepatology and Dermatology di Novartis, ha dichiarato: “I risultati dello studio evidenziano l’importanza di un’inibizione diretta dell’IL-17A. Siamo entusiasti di questi dati relativi all’espressione genica, i quali aggiungono valore alla comprensione scientifica della malattia psoriasica. Novartis sta interpretando in modo nuovo la scienza, al fine di contribuire a migliorare la qualità della vita dei pazienti”.
L’articolo è stato pubblicato sul Journal of Allergy and Clinical Immunology (JACI).
Fonte: Ufficio Stampa Honbord