La situazione è ancora più critica in Italia, il paese più longevo d’Europa, con circa il 22% di popolazione ultrasessantenne[2]. Qui, secondo le stime sono circa 600.000 le persone che convivono con l’Alzheimer.
Attualmente, non si hanno a disposizione trattamenti farmacologici efficaci per bloccare la malattia, ma dalla ricerca arrivano delle speranze concrete. In particolare, i risultati dello studio LipiDiDiet a 36 mesi condotto da un consorzio indipendente e pubblicato recentemente su Alzheimer’s & Dementia, hanno mostrato che un trattamento nutrizionale specifico con Souvenaid®, un alimento a fini medici speciali contenente una combinazione di principi attivi brevettati, Fortasyn™ Connect, è in grado di apportare benefici significativi alle performance cognitive e funzionali nei pazienti affetti da declino cognitivo lieve. I risultati indicano anche che i benefici di questo trattamento nutrizionale specifico aumentano con l'utilizzo continuativo e a lungo termine e sono migliori nei pazienti con una diagnosi precoce.
“Il contesto attuale, caratterizzato dal protrarsi della pandemia, ci costringe, con ancora maggiore urgenza, a intervenire per supportare le persone anziane colpite da demenza” – commenta Marco Trabucchi, Presidente dell’Associazione Italiana di Psicogeriatria, Direttore Scientifico del Gruppo di Ricerca Geriatrica di Brescia, Professore emerito Cattedra di Neuropsicofarmacolgia presso l’Università di Roma “Tor Vergata” – “Il Covid-19, con il suo devastante impatto, non solo clinico, ma anche sociale ha reso ancora più fragili i pazienti già fragili ed è per questo che bisogna rivolgere a loro una particolare attenzione. Tutto ciò che la pandemia ha portato sul piano sociale e familiare, come la rottura delle relazioni, la drastica modifica delle attività e delle abitudini quotidiane, sui pazienti con demenza ha avuto un impatto amplificato. Un recente report dell’Istituto Superiore di Sanità[3] ha proprio evidenziato come un’elevata percentuale dei decessi per COVID-19 (circa il 20%) si è verificato proprio tra le persone con demenza, probabilmente per effetto della difficoltà ad aderire alle norme igienico-sanitarie e di salvaguardia individuale e della comune presenza di patologie croniche concomitanti. Inoltre, circa il 20% delle persone con demenza vive in strutture residenziali dove la circolazione del virus è più sostenuta”.
Purtroppo, ad oggi non esistono terapie farmacologiche per la cura della malattia di Alzheimer. Tuttavia, alcune speranze concrete arrivano dalla ricerca. In particolare, Alzheimer's & Dementia[4], la testata scientifica dell’Alzheimer's Association ha recentemente pubblicato i risultati dello studio LipiDiDiet, che ha indagato gli effetti della supplementazione nutrizionale specifica con Souvenaid®, un alimento a fini medici speciali in pazienti con Declino Cognitivo Lieve; questa condizione clinica può precedere lo sviluppo delle varie forme di demenza e di malattie neurodegenerative. Lo studio, della durata di 3 anni, che ha coinvolto 311 pazienti affetti da declino cognitivo lieve (MCI), è stato il primo trial clinico volto a documentare l’efficacia di un trattamento nutrizionale specifico rispetto agli indicatori principali della malattia inclusa la capacità dei pazienti di continuare a svolgere attività della vita quotidiana. Il trattamento nutrizionale testato contiene una miscela brevettata di nutrienti attivi sul sistema nervoso centrale tra cui acidi grassi omega-3, colina, uridina monofostato, fosfolipidi, antiossidanti e vitamine del gruppo B (Fortasyn™ Connect). I ricercatori del consorzio LipiDiDiet non solo hanno evidenziato i benefici di Fortasyn™ Connect, ma anche l’importanza di un intervento tempestivo e dell’aderenza al trattamento nutrizionale per un periodo prolungato quali fattori chiave per garantire l’efficacia dei risultati.
“I risultati dello studio LipiDidiet a 36 mesi sono interessanti per vari motivi” – aggiunge Alessandro Padovani, Professore Ordinario di Neurologia e Direttore Clinica Neurologica, Università degli Studi di Brescia e della UO Neurologia 2, AO Spedali Civili di Brescia – “Primo tra tutti, confermano il ruolo chiave di un intervento in fase prodromica, cioè nella fase del Declino Cognitivo Lieve. È importante sottolineare che non tutti coloro che ricevono una diagnosi di Declino Cognitivo Lieve svilupperanno malattie come l’Alzheimer, ma è fondamentale sapere che intervenendo tempestivamente si può prevenire l’aggravamento della condizione e contrastarne la progressione. I risultati dello studio LipiDiDiet ci confermano appunto che un trattamento nutrizionale come quello con Souvenaid®, avviato tempestivamente e prolungato nel tempo ha benefici importanti e misurabili”.
I risultati dello studio LipiDiDiet, confermando l’importanza di un intervento tempestivo, portano in primo piano il tema della diagnosi precoce. Un tema complesso, considerando che la fase iniziale di qualunque forma di demenza è caratterizzata da un lievissimo deterioramento cognitivo, tale da interferire modestamente con le normali attività della vita quotidiana.
“L’identificazione dei primissimi sintomi del Declino Cognitivo Lieve, non è certamente semplice, ma fondamentale” – aggiunge Angelo Bianchetti, Responsabile del Dipartimento Medico Riabilitativo dell'Istituto Clinico S.Anna di Brescia, Segretario Scientifico dell’Associazione Italiana di Psicogeriatria e docente alla Scuola di specializzazione in Geriatria e Gerontologia dell'Università degli Studi di Brescia - “Bisogna imparare a prestare attenzione ai piccoli segnali, che tendono a ripetersi costantemente, e poco alla volta progrediscono e interessano sempre di più vari campi di attività e domini cognitivi. Spesso i familiari riferiscono che l'individuo ripete più volte la stessa domanda, oppure smarrisce gli oggetti più frequentemente e presenta difficoltà ad apprendere compiti od informazioni nuove. Altri segnali che devono insospettire sono il senso di disorientamento che può subentrare in alcune situazioni e un certo declino nelle capacità di risoluzione dei problemi e nelle capacità decisionali; il linguaggio può impoverirsi e si manifestano difficoltà nel ricordare i nomi delle persone. Talvolta la persona stessa è consapevole di queste difficoltà. Quando tali episodi iniziano a reiterarsi nel tempo, o tendono ad aggravarsi, è bene rivolgersi a uno specialista che potrà elaborare una diagnosi e identificare il percorso da intraprendere. In questo contesto, di fronte ad una condizione definita di Declino Cognitivo Lieve, un trattamento nutrizionale come quello utilizzato dallo studio LipiDiDiet rappresenta, in assenza di terapie farmacologiche risolutive, una risorsa preziosissima per lo specialista e per i pazienti”.
“Siamo felici che i risultati a 3 anni dello studio LipiDiDiet, condotto da un consorzio indipendente, confermino l’efficacia e il valore di Souvenaid®, prodotto sviluppato in oltre 15 anni di rigorosa ricerca pre-clinica e clinica – conclude Fabio Battaini, Direttore Medico di Nutricia Italia - Alla base del lavoro quotidiano di Nutricia ci sono innovazione e studi clinici di alta qualità, svolti con l'obiettivo di mettere a disposizione di pazienti soluzioni nutrizionali di provata efficacia”.