È l’ortoplastica ed è una branca nuova e fondamentale della medicina per intervenire in molti casi di traumi ossei gravi: dall’incidente automobilistico o sul lavoro, all’infezione dopo un intervento di protesi a un’articolazione, fino all’ambito oncologico quando un tumore colpisce il tessuto osseo

“Traumi gravi agli arti superiori o inferiori, altre patologie come l’osteomielite, un’infezione dell’osso che si può sviluppare a seguito di traumi o anche dopo l’impianto di protesi articolari, o patologie croniche come i tumori, che possono attaccare i tessuti ossei e molli, possono comportare una perdita consistente di tessuti, tale da poter obbligare ad amputazioni parziali o totali degli arti con una compromissione notevole della funzionalità e della qualità di vita: l’approccio ortoplastico potrebbe scongiurare tutto ciò”, spiega Francesco D'Andrea, Direttore del Dipartimento di Chirurgia Plastica ed Estetica del Policlinico Federico II di Napoli e presidente del congresso SICPRE.
Senza contare che i pazienti che potrebbero necessitare di questa strategia sono peraltro spesso molto giovani: la fascia di età più colpita da traumi, per esempio, è quelle compresa tra i 19 e i 40 anni seguita da quella degli ultrasettantenni.
“Restituire a queste persone la funzionalità degli arti significa anche, oltre a dare una buona qualità di vita ai pazienti, diminuire i costi sociali connessi a queste patologie, che comprendono la riabilitazione ma anche la perdita di produttività che spesso si associa a un’amputazione in giovane età – osserva D’Andrea –. Si tratta di tradurre nell’approccio a traumi e a patologie che comportano la perdita di tessuto a livello degli arti ciò che già viene fatto nelle Breast Unit, quando contestualmente all’intervento per eliminare un tumore viene garantita alla paziente la ricostruzione della mammella. In una Orthoplastic Unit il chirurgo ortopedico e il chirurgo plastico lavorano fianco a fianco e questo avviene soltanto in poche grandi aziende dove sono già presenti Unità di chirurgia plastica, tuttora poco diffuse. A oggi non esiste un censimento dei centri dove sia possibile sottoporsi a ortoplastica, così il nostro obiettivo è far sì che in tutto il Paese si costituisca un maggior numero di Unità multidisciplinari specialistiche dedicate a questa strategia: realizzando un sistema a rete sarebbe possibile pensare almeno a centri di riferimento regionali in cui sia presente una chirurgia plastica, a cui possano rivolgersi le diverse ortopedie territoriali per garantire la migliore assistenza possibile a tutti coloro che abbiano necessità di un intervento di ortoplastica’.