
La pre-eclampsia (altrimenti nota come gestosi) è una delle complicanze più temute in gravidanza in quanto è una patologia che interessa fino a una futura mamma su otto e che, se non diagnosticata e trattata tempestivamente, può causare problemi seri sia alla gravida che al bambino. Basti pensare che, ogni anno, la patologia è responsabile della morte di 76.000 donne e 500.000 neonati, soprattutto nei paesi a scarse risorse ma anche in nazioni industrializzate come gli Stati Uniti, dove rappresenta la seconda causa di morte materna.
Oggi, però, la pre-eclampsia può essere gestita correttamente, soprattutto se diagnosticata sempre più precocemente. A questo proposito, è stato recentemente pubblicato su Pregnancy Hypertension: An International Journal of Women's Cardiovascular Health lo studio prospettico osservazionale “Modello di previsione del primo trimestre per i disturbi vascolari della placenta” condotto dal Prof. Fabio Facchinetti e dalla Dott.ssa Francesca Monari dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia (UNIMORE), mediante il sistema DELFIA EXPRESS di PerkinElmer, leader a livello globale nel fornire soluzioni end-to-end che aiutano scienziati, ricercatori e medici a diagnosticare in modo efficace le malattie, scoprire farmaci nuovi e personalizzati, monitorare la sicurezza e la qualità del nostro cibo e contribuire all'eccellenza dell'analisi ambientale e applicata.
Nonostante i rischi che comporta, non è ancora noto il meccanismo responsabile dell’insorgenza della pre-eclampsia. Si pensa, tuttavia, che la causa sia dovuta a una cattiva formazione della placenta che innesca nell’organismo materno una sorta di ‘non adattamento alla gravidanza’. Per questo motivo, lo studio condotto da UNIMORE ha preso in esame donne che accedevano allo screening del primo trimestre per le aneuploide cromosomiche tramite il test combinato, il cosiddetto Bitest, alle quali è stato effettuato anche un prelievo ematico per il dosaggio dei markers biochimici appartenenti all’algoritmo della Fetal Medicine Foundation (FMF) allo scopo di ottenere più modelli che possano predire, nel primo trimestre di gravidanza, gli esiti avversi perinatali correlati ai disturbi vascolari della placenta, tra i quali appunto la pre-eclampsia.