
ATLAS-2M è stato condotto negli adulti con infezione da HIV-1 la cui carica virale è soppressa e il cui virus non è resistente a cabotegravir o rilpivirina. Questi dati sono stati presentati oggi alla Conference on Retroviruses and Opportunistic Infections (CROI) 2020 in corso a Boston, Massachusetts.
Kimberly Smith, M.D., Head of Research & Development di ViiV Healthcare, ha commentato: “Ora disponiamo di dati positivi che dimostrano l’efficacia e la sicurezza di un trattamento per l’HIV a lunga durata d’azione che viene somministrato ogni due mesi. Disponiamo inoltre di dati sulle preferenze dei pazienti che dimostrano come la maggioranza dei partecipanti allo studio preferisca il regime a lunga durata d’azione sia mensile che ogni due mesi rispetto alla terapia orale. Questo regime a due farmaci può offrire una opportunità per le persone che vivono con HIV che assumono terapie giornaliere, per ridurre complessivamente le giornate di assunzione dei loro trattamenti da 365 a sei all’anno”.
Nello studio globale di fase III ATLAS-2M, la non-inferiorità è stata determinata comparando la proporzione di partecipanti con valori di RNA plasmatico HIV-1 ≥ 50 copie per millilitro (c/mL) utilizzando l’algoritmo FDA Snapshot alla 48ma settimana (Intent-to-Treat Exposed [ITTE] population), dimostrando che il braccio a due mesi (9/522 [1.7%]) e il braccio a un mese (5/523 [1.0%]) avevano una simile efficacia (differenza aggiustata: 0.8%, 95% intervallo di confidenza [CI]: -0.6, 2.2). Lo studio ha anche riscontrato che i tassi di soppressione virologica (HIV-1 RNA <50 c/mL), un endpoint secondario chiave per ATLAS-2M, erano simili, indipendentemente dal fatto che il regime di cabotegravir e rilpivirina fosse somministrato ogni due mesi (492/522 [94.3%]) o una volta al mese (489/523 [93.5%]) (differenza aggiustata: 0.8%, 95% CI: -2.1, 3.7).
Il fallimento virologico confermato (CVF) è stato definito come carica virale consecutiva >200 copie per ml; otto participanti nel braccio ogni due mesi (8/522 [1.5%]) e due participanti nel braccio mensile (2/523 [0.4%]) hanno sviluppato CVF, rispettivamente. Mutazioni associate a resistenza al trattamento riferite a rilpivirina, cabotegravir, o ad entrambi gli agenti sono state riscontrate in cinque degli otto casi di CVF nel braccio a due mesi e in entrambi i casi nel braccio a un mese.
Il trattamenti con cabotegravir e rilpivirina è stato generalmente ben tollerato in entrambi i bracci di studio. Nel braccio a due mesi, le percentuali di eventi avversi seri (SAEs) (27/522 [5.2%]) e i ritiri dovuti a eventi avversi (AEs) (12/522 [2.3%]) erano bassi e simili a quelli sperimentati nel braccio a un mese (SAEs: 19/523 [3.6%], ritiri dovuti a AEs 13/523 [2.5%]). Entrambi i gruppi di trattamento erano simili riguardo alla gravità e durata delle reazioni al sito dell’iniezione (ISRs) sperimentate dai partecipanti, con 98% di ISRs descritte come lievi o moderate (ogni due mesi: 2,464/2507 [98.3%], ogni mese: 3,104/3152 [98.5%]) con durata media di tre giorni). Dei 1. 045 partecipanti totali, cinque participanti in ciascun braccio (1.0%) si sono ritirati per eventi correlati all’iniezione nel corso delle 48 settimane di studio.
Il novantotto percento dei partecipanti ha mostrato di preferire il trattamento a lunga durata d’azione a due mesi rispetto alla terapia giornaliera orale. I dati di preferenza dei pazienti sono stati misurati usando un questionario basato su un’unica domanda alla 48ma settimana.
Dopo lo switch da terapia orale giornaliera a quello a lunga durata d’azione (mensile o ogni due mesi), la soddisfazione per il trattamento è migliorata in modo significativo per i partecipanti che hanno fatto il loro ingresso nello studio dal regime terapeutico standard orale giornaliero, e la loro preferenza è andata al regime ogni due mesi rispetto al regime mensile. Infatti alla 48ma settimana la variazione media dell’HIVTSQs rispetto al basale era di 4.86 punti (95% CI: 4.02, 5.69) per il braccio Q8W e 3.12 punti (95% CI: 2.29, 3.95) per il braccio Q4W. Per i partecipanti che hanno continuato a seguire un regime a lunga durata d’azione dello studio ATLAS, la soddisfazione per il trattamento è rimasta su livelli molto elevati per tutta la durata dello studio in entrambi i gruppi (basale e 48ma settimana indicano punteggi HIVTSQ di circa 62 su 66 punti massimi).
Turner Overton, M.D., Professor, Department of Medicine at the University of Alabama at Birmingham e ATLAS-2M Primary Investigator, ha affermato: “I partecipanti dello studio ATLAS-2M hanno espresso una chiara preferenza per l’opzione di trattamento a due mesi. Questa preferenza rafforza il desiderio per un trattamento a lunga durata d’azione.
“C’è un bisogno di avere a disposizione trattamenti più comodi e semplici per aiutare ad affrontare sfide come l’impatto di una terapia quotidiana, la fatica nel rispettare l’aderenza terapeutica, le interazioni tra cibi e farmaco e lo stigma che influiscono negativamente sull’aderenza per le persone che vivono con HIV. I risultati di questo studio dimostrano il potenziale per un’alternativa ai tradizionali regimi orali giornalieri.”
Questo regime sperimentale iniettabile a due farmaci a lunga durata d’azione, è stato sviluppato congiuntamente nell’ambito di una collaborazione con Janssen Sciences Ireland UC e non è ad oggi stato approvato da nessuna autorità regolatoria in tutto il mondo.
Fonte: Ufficio Stampa Viiv Healthcare