Lo scompenso cardiaco, che in Italia colpisce circa 600.000 persone, si determina quando il cuore perde la capacità di pompare sangue in tutto il corpo in maniera adeguata alle richieste dell’organismo. A provocare l’insorgenza della patologia è generalmente un evento cardiovascolare come l’infarto o patologie cardiache pregresse che modificano la struttura del cuore. Anche diabete mellito, ipertensione non controllata, malattie infettive possono essere coinvolte nell’insorgenza della patologia.
«Lo scompenso cardiaco è una malattia molto seria e sempre più diffusa soprattutto tra i pazienti sopra i 65 anni di età, ma è tuttora una patologia poco conosciuta. – afferma Salvatore Di Somma, Professore di Medicina Interna alla Sapienza-Università di Roma e Direttore di Medicina d’Urgenza e Pronto Soccorso all’Azienda Ospedaliera Sant’Andrea – Promuovere attività di sensibilizzazione dell’opinione pubblica, informare le persone sulla gravità di questa malattia, aumentarne la conoscenza attraverso un’informazione semplice ma corretta è fondamentale».
Una persona su cinque sviluppa nel corso della vita uno scompenso cardiaco, sindrome invalidante che ha pesanti ripercussioni in termini di qualità di vita, costi sociali e costi sanitari.
Si stima che il tasso di mortalità sia del 30% a un anno dalla diagnosi, 50% a 5 anni. Eppure meno di una persona su dieci è in grado di identificare almeno tre dei sintomi più comuni dello scompenso cardiaco e quando si manifestano di solito si lascia passare del tempo prima di rivolgersi ad un medico.
«I sintomi più frequenti dello scompenso cardiaco sono la mancanza di fiato o dispnea, astenia, l’intolleranza crescente allo sforzo anche leggero, la progressiva ritenzione di liquidi che in pochi mesi provoca aumento del peso corporeo e la riduzione dell’urina nelle 24 ore. – spiega il Professor Di Somma. – Un segnale molto importante al quale la persona deve fare molta attenzione è la fatica a salire le scale, se compare affanno dopo una o due rampe, qualcosa non va. Un altro segno da non sottovalutare riguarda le caviglie gonfie. Da uno studio effettuato da AISC lo scorso maggio attraverso un sistema itinerante che ha toccato molte città italiane, ben il 25% di soggetti visitati con uno screening cardiologico semplice sono risultati avere forme iniziali di scompenso cardiaco senza esserne a conoscenza».
Lo scompenso cardiaco è in forte crescita a causa del progressivo invecchiamento della popolazione, dell’aumento del tasso di sopravvivenza dopo un infarto e anche a causa dei mutati stili di vita. Cruciale la diagnosi precoce che potrebbe rallentare se non addirittura prevenire la patologia. I progressi compiuti negli ultimi anni permettono di intervenire con efficacia, migliorando la sopravvivenza. E per il prossimo anno si attende l’arrivo di nuove terapie farmacologiche che potranno migliorare la prognosi del paziente.
Per prevenire il peggioramento della malattia o l’evoluzione verso lo scompenso di altre condizioni è fondamentale controllare i fattori di rischio, come fumo, diabete, ipertensione, ipercolesterolemia, consumo di alcol e adottare un adeguato stile di vita.
«Molti studi anche recenti dimostrano che la nostra dieta mediterranea nei pazienti con scompenso cardiaco allunga loro la vita – afferma Salvatore Di Somma – come pure l’attività fisica. Uno studio svedese evidenzia che 20 minuti al giorno di passeggiata o di bicicletta in pianura sono consigliati ai pazienti con scompenso cardiaco di grado lieve e moderato, li aiuta a vivere meglio e più a lungo».
Tutte le informazioni sull’iniziativa sono disponibili sul sito: www.keepitpumping.com
Per ulteriori informazioni sulla patologia consultare il sito: www.associazioneaisc.org
Cosa è lo Scompenso Cardiaco
Lo scompenso cardiaco è una condizione invalidante e potenzialmente letale, in cui il cuore non riesce a pompare abbastanza sangue nell’organismo. Ciò accade di solito perché il muscolo del cuore, responsabile dell'azione di pompaggio, si indebolisce nel tempo o diventa troppo rigido. Questo provoca un accumulo di liquidi nel polmoni e nei tessuti, con il conseguente danneggiamento dei principali organi.
I sintomi principali sono:
• affanno;
• ridotta tolleranza allo sforzo;
• affaticamento;
• dispnea;
• edema (polmonare e/o a carico degli arti inferiori);
• spossatezza;
• ritenzione di liquidi.
Il paziente con scompenso cardiaco alterna fasi acute a fasi croniche:
• la fase acuta è una condizione potenzialmente pericolosa per la sopravvivenza, caratterizzata da rapida insorgenza e/o aggravamento di sintomi e segni di scompenso cardiaco, che richiede un intervento medico immediato e un ricovero ospedaliero in urgenza;
• la fase cronica è una condizione peggiorativa con sintomi di entità variabile, quali dispnea e spossatezza, che possono influire sulla tolleranza all’attività fisica, e ritenzione di liquidi, che porta a congestione polmonare ed edema periferico. Tali sintomi tendono a peggiorare con l’età e con il susseguirsi degli episodi acuti.
A provocare l’insorgenza dello scompenso cardiaco è generalmente un evento cardiovascolare (es. infarto miocardico) o una patologia pregressa (cardiomiopatia, endocardite, miocardite, malattia delle valvole cardiache etc.), che modificano la struttura cardiaca. In taluni casi la causa rimane ignota.
Secondo i risultati di uno studio del National Health and Nutrition Examination Survey, i principali fattori di rischio per lo scompenso cardiaco sono rappresentati da:
• fumo di sigaretta (16%);
• ipertensione arteriosa (10%);
• obesità (8%);
• sedentarietà (9%);
• diabete mellito (3%).
Sono fattori controllabili mettendo in atto sane abitudini di vita, alimentazione corretta e praticando attività fisica regolare.
Dato l’andamento progressivo della malattia e il graduale intensificarsi dei sintomi, è fondamentale una diagnosi tempestiva, che permetta di prevenire e rallentare il decorso della patologia. Riscontrare distintamente il quadro dei sintomi nella pratica clinica, specialmente nelle fasi iniziali della malattia, permette di vivere bene e a lungo ma non è sempre facile: per diagnosticare chiaramente la condizione sono necessari dati obiettivi, ed esami strumentali se necessario.
Tra le indagini strumentali maggiormente indicative ci sono:
• anamnesi;
• esame obiettivo (il medico può rilevare gonfiore della vena giugulare, degli arti inferiori, rantoli polmonari, cardiomegalia, segni di edema polmonare acuto, epatomegalia, battito irregolare ecc.);
• indagini strumentali: il controllo ematico dei livelli di peptide natriuretico tipo B (BNP), controlli ematici di routine, elettrocardiogramma, radiogramma del torace, e ecocardiografia (esame di elezione).
I numeri dello scompenso cardiaco
• Oltre 26 milioni di persone negli USA e in Europa soffrono di scompenso cardiaco, e questa cifra è in aumento.
• 1 persona su 5 sopra i 40 anni svilupperà scompenso cardiaco nel corso della sua vita. ,
• Lo scompenso cardiaco è la prima causa di ospedalizzazione nelle persone sopra i 65 anni: ,
- 1 paziente su 25 non sopravvive al primo ricovero in ospedale con scompenso cardiaco come diagnosi primaria;
- 1 paziente su 10 muore entro 30 giorni dal ricovero;
- Fino al 30% dei pazienti morirà entro un anno;vii,
- La metà di tutti i pazienti sarà morta entro 5 anni dalla diagnosi;vii,viii
• Lo scompenso cardiaco provoca 2-3 volte il numero di decessi dovuti a tumori avanzati come quello all’intestino e al seno.
• Circa 1 persona su 3 confonde i sintomi di scompenso cardiaco con i normali segni dell’invecchiamento.
• Meno di 1 persona su 10 è in grado di identificare tre sintomi comuni di scompenso cardiaco, tra i quali dispnea grave, gonfiore alle caviglie, rapido aumento di peso e difficoltà di movimento.
• Quando insorgono i sintomi di scompenso cardiaco, 1 persona su 4 lascia passare una settimana o più prima di consultare un medico, oppure non chiede affatto assistenza medica.xi
• Ogni anno lo scompenso cardiaco costa all’economia mondiale più di 100 miliardi di Euro, una cifra destinata a raddoppiare entro il 2030.
Intervista al Prof. Salvatore Di Somma - Professore di Medicina Interna, Sapienza-Università di Roma - Direttore di Medicina d’Urgenza e Pronto Soccorso, Azienda Ospedaliera Sant’Andrea
Diamo retta al cuore: conoscenza dei sintomi, dieta, attività fisica fondamentali per prevenire lo scompenso
In occasione della Giornata Mondiale del Cuore che si celebra il 29 settembre, a Roma alla Galleria Alberto Sordi, sono state organizzate attività di sensibilizzazione sullo scompenso cardiaco rivolte alla popolazione nell’ambito della campagna “Keep it pumping - Ascolta il tuo battito” promossa da Novartis. In che consiste questa iniziativa e quali sono gli obiettivi?
Lo scompenso cardiaco è una malattia molto seria e sempre più diffusa nella popolazione over 65, soprattutto nei Paesi a economia avanzata, eppure resta una patologia poco conosciuta. Promuovere attività di sensibilizzazione dell’opinione pubblica, aumentarne la conoscenza attraverso informazioni semplici ma corrette è fondamentale. Per questi motivi AISC, l’Associazione Italiana dei pazienti Scompensati Cardiaci, ha aderito alla campagna “Keep it pumping - Ascolta il tuo battito” di Novartis. In coincidenza con la Giornata mondiale dedicata alla salute del cuore, diamo vita a una serie di iniziative che hanno lo scopo di coinvolgere quante più persone possibile. La nostra associazione metterà a disposizione un desk dove ricevere materiale informativo e consigli sullo scompenso cardiaco dai volontari AISC. È importante che i cittadini vengano informati sulle cause dello scompenso cardiaco, sui fattori di rischio e su cosa si deve fare in termini di prevenzione.
Lo scompenso cardiaco è una patologia cronica sempre più diffusa eppure ancora poco conosciuta: ci può spiegare cos’è? Da quali sintomi può essere facilmente riconosciuto e qual è l’importanza di una diagnosi tempestiva?
Lo scompenso cardiaco è l’incapacità del cuore a pompare sangue nella quantità adeguata a soddisfare le richieste dell’organismo. In pratica, un cuore scompensato è un organo che ha perso la sua forza contrattile e, di conseguenza, la capacità di assicurare la giusta quantità di ossigeno agli organi.
I sintomi più frequenti dello scompenso cardiaco sono la mancanza di fiato o dispnea, l’intolleranza crescente allo sforzo anche leggero, palpitazioni, la progressiva ritenzione di liquidi che in poco tempo provoca un aumento del peso corporeo, conseguenza della riduzione dell’urina nelle 24 ore. Nella pratica quotidiana, soprattutto nelle fasi iniziali della malattia è difficile però riconoscere i sintomi specifici poiché spesso questi sono sfumati, subdoli. Un segnale molto importante è la fatica a salire le scale: se si va in affanno dopo una o due rampe, qualcosa non va. Un altro segno da non sottovalutare è il gonfiore progressivo alle caviglie. In alcuni casi invece la sintomatologia può presentarsi all’improvviso, in maniera acuta e drammatica con fame d’aria improvvisa e senso di morte imminente. La diagnosi tempestiva è fondamentale perché permette di prevenire o rallentare la malattia. Ricordiamo che lo scompenso cardiaco, che in Italia colpisce oltre 600.000 persone, è caratterizzato da un’elevata mortalità, con un’aspettativa di vita a 5 anni dal primo ricovero del 50%, e da un elevato tasso di re-ospedalizzazioni. Tale aspettativa di vita ridotta è finanche peggiore di alcune forme di cancro come quella al seno o all’intestino.
Quali sono gli unmet needs più urgenti per lo scompenso cardiaco?
Lo scompenso cardiaco è una patologia in forte crescita a causa dell’incremento dell’aspettativa di vita e della cronicizzazione di molte patologie. Le priorità principali sono ridurre la mortalità e le re-ospedalizzazioni: per ottenere questi risultati occorre investire in ricerca, per introdurre soluzioni terapeutiche innovative ed efficaci; in assistenza, perché spesso questi pazienti e le loro famiglie sono soli, ed è quindi fondamentale attuare campagne d’informazione sugli stili di vita e la prevenzione.
Quali sono i principali fattori di rischio riconosciuti per lo scompenso cardiaco?
Al primo posto sicuramente la cardiopatica ischemica. Un cuore che ha subito un infarto è un cuore che è stato danneggiato e, pertanto, è scompensato. Poi, l’ipertensione arteriosa, il diabete, il fumo, l’eccesso di assunzione di alcol, il sovrappeso e l’obesità, la sedentarietà: tutti fattori di rischio che possono causare un’insufficienza della pompa cardiaca. Anche malattie delle valvole e del muscolo cardiaco e aritmie possono portare a un deficit di pompa. Particolare attenzione deve essere posta alle forme influenzali in quanto l’infezione virale può attaccare e compromettere il muscolo cardiaco determinando scompenso. Altre volte lo scompenso di cuore è conseguenza di malformazioni cardiache, cardiopatie congenite o malattie primitive del muscolo cardiaco soprattutto in bambini o giovani adulti.
Quali sono i principali ostacoli al riconoscimento tempestivo dei sintomi?
I sintomi base dello scompenso cardiaco sono: affanno, ridotta tolleranza allo sforzo anche minimo, astenia ingravescente e gonfiore delle caviglie (edema). Si tratta tuttavia di sintomi che possono comparire anche per altre patologie specie dopo i 65-70 anni e questo comporta che a volte vengano confusi con qualcos’altro. Di sicuro il paziente sottovaluta i sintomi e spesso gli stessi fattori di rischio: ad esempio molti diabetici e ipertesi non sanno di esserlo e quelli diagnosticati non sanno che queste patologie possono predisporre ad uno scompenso cardiaco. Fare attenzione ai piccoli segni e rivolgersi al medico appena sono stati individuati è l’unica arma per bloccare la progressione della malattia, ma per mettere in pratica tutto questo è necessario essere informati.
Quali sono gli stili di vita corretti per controllare i fattori di rischio e prevenire l’insorgenza dello scompenso cardiaco?
Lo stile di vita corretto si apprende sin dall’infanzia. La prevenzione sia primaria che secondaria comincia dall’alimentazione. Molti studi anche recenti dimostrano che la dieta mediterranea a base di olio extravergine di oliva, pesce azzurro, verdure e, perché, no un buon bicchiere di vino rosso migliora l’aspettativa di vita nei pazienti con scompenso cardiaco. Oltre alla qualità degli alimenti occorre controllare le quantità. Un altro tassello importante è l’attività fisica. Uno studio svedese recente evidenzia che 20 minuti al giorno di passeggiata o di bicicletta in pianura è consigliato agli scompensati cardiaci (I-II-III grado) e li aiuta a vivere meglio e più a lungo. È importante mantenere attiva la mente. Le relazioni sociali e gli interessi sono fondamentali per aiutare il cuore a stare bene. Infine è fondamentale seguire attentamente le terapie farmacologiche prescritte perché la mancata aderenza alla terapia può avere gravi conseguenze sulla patologia e sulle condizioni generali di salute.