Prosegue la tendenza delle coppie italiane in cerca di un figlio a voler
recuperare i mesi persi durante lockdown e chiusure. Già ad agosto, secondo i dati raccolti nei 6
centri italiani di procreazione medicalmente assistita (Pma) del gruppo europeo GeneraLife, si era
notata la voglia di recuperare il tempo perso rinunciando alle vacanze estive, e facendo registrare
un aumento dei cicli di trattamento di 8 volte rispetto all'agosto 2019.
mese di dicembre, nelle cliniche del gruppo, si è assistito a una crescita di oltre il 50% dei prelievi
di ovociti, il primo 'step' del percorso di fecondazione assistita, rispetto a quanto avvenuto lo stesso
mese del 2019. Anche i cicli effettuati con donazione di gameti (fecondazione eterologa), a
dicembre sono aumentati di circa il 53%, e le prime visite del 20%.
I NUMERI - Nel dettaglio, se a dicembre 2019 nei 6 centri GeneraLife (Roma, Napoli, Umbertide,
Torino, Marostica e Firenze) erano stati effettuati 271 'pick up', a dicembre 2020 il numero è
aumentato a 410 (+51%). Così come le prime visite sono passate da 423 a 513 (+20%) e i cicli con
donazione di gameti da 45 a 69 (+53%). Anche a gennaio 2021 è proseguita la tendenza a sfruttare
giorni liberi dal lavoro nel corso delle festività, complice l'apertura delle cliniche durante tutto il
periodo natalizio, con 422 pick up (dai 355 del 2020, +18%), 63 eterologhe (stabili, erano state 58
nel 2020) e 624 prime visite (contro le 543 dell'anno scorso, +14%).
LA VOGLIA DI RECUPERARE IL TEMPO PERDUTO FRA LOCKDOWN E CHIUSURE- "Ci aspettavamo
questo aumento - evidenzia Filippo Maria Ubaldi, direttore scientifico dei centri GeneraLife -
perchè subito dopo il lockdown e l'inevitabile stop di due mesi abbiamo compreso immediatamente
che i nostri pazienti volevano recuperare il tempo perduto. La conferma è arrivata ad agosto, ma
anche a Natale, periodi in cui tradizionalmente ci si prende una pausa dai trattamenti. Quest'anno
invece il tempo è servito per ricominciare a cercare un bimbo. Da parte nostra abbiamo cercato di
venire incontro alle esigenze delle nostre coppie non chiudendo mai, dando impulso alle visite on
line per ottimizzare gli spostamenti, e intensificando l'attività di ricerca nel campo del Covid-19,
mettendo a punto strategie di sicurezza ad hoc in particolare per i nostri laboratori di embriologia".
LA DOMANDA CHE LE COPPIE FANNO: COVID-19 PUO' AVERE RIPERCUSSIONI SULLA FERTILITA'? -
"Le pazienti ci chiedono spesso se aver contratto Covid-19 possa influire sulla loro fertilità e su quella
dei loro partner - afferma Danilo Cimadomo, responsabile della Ricerca presso GeneraLife - e la
risposta purtroppo non è ancora univoca: nella letteratura scientifica sono apparsi anche diversi
report sul tema, ad esempio in merito a un potenziale effetto negativo dell'infezione sulla qualità
del liquido seminale o una potenziale trasmissione verticale del virus, ma si tratta di ricerche limitate
ed eventi alle volte sporadici, al punto che ad oggi non si può sostenere l’esistenza di un reale
problema. Il tema del Covid-19 e la necessità di saperne di più sulla malattia sta dando spazio a studi
anche molto preliminari sulle riviste scientifiche. Hanno una sorta di 'corsia preferenziale' per la
pubblicazione perchè l'interesse è chiaramente altissimo. Ma non è detto che siano tutti studi
definitivi, al contrario molti sono aneddotici. Dobbiamo aspettare che la ricerca vada avanti e
giudicare i lavori sulla base dei numeri che riportano, del rigore statistico e della qualità delle riviste
in cui vengono pubblicati. Al momento, quello che i centri di PMA devono sicuramente fare è
continuare il loro lavoro di costante monitoraggio, riportare ogni singolo possibile evento avverso,
studiare tutto ciò che avviene e mantenere alti gli standard di sicurezza, come d'altronde si fa già di
prassi in questo settore".