Un nuovo report presenta le riflessioni degli operatori sanitari e delle associazioni di pazienti sulle carenze esistenti a livello nazionale nella conduzione del test di valutazione dello stato mutazionale di EGFR a cui, secondo le linee guida, dovrebbero essere sottoposti al momento della diagnosi tutti i pazienti rispondenti a determinati criteri.
Il Dottor Matthew Peters, Professore di Medicina Respiratoria della Macquarie University, Australia e Presidente della Global Lung Cancer Coalition ha dichiarato: “Come evidenzia il report, benché ci siano differenze da un Paese all’altro, ci sono però chiare barriere comuni per quanto riguarda l’accesso al test per le mutazioni di EGFR e alla terapia personalizzata da parte di tutti i pazienti che soddisfano i criteri per l’effettuazione del test. L’educazione di pazienti, operatori sanitari e della popolazione generale è fondamentale. Bisogna fare di più per avvicinarci a una situazione in cui tutti i pazienti con NSCLC ricevano la terapia più appropriata al loro caso”.
Ecco alcuni temi rilevanti a livello nazionale individuati dagli esperti di Europa Occidentale e Nord America:
• Germania: il rimborso insufficiente del costo del test per la ricerca delle mutazioni di EGFR si ripercuote sulle percentuali di conduzione dello stesso nei pazienti ricoverati (la diagnosi nella maggior parte dei pazienti avviene in ospedale);
• Italia: il test per la valutazione dello stato mutazionale di EGFR viene condotto in un alto numero di pazienti, ma alcuni pazienti e caregiver chiedono di iniziare la terapia di prima linea in attesa di ricevere i risultati del test;
• Spagna: molti centri oncologici stanno raggiungendo percentuali elevate di conduzione del test per le mutazioni di EGFR, ma esitono disparità, in quanto alcuni di essi risentono sempre più della crisi economica;
• Regno Unito: nonostante le alte percentuali di conduzione del test per le mutazioni di EGFR, alcuni pazienti cominciano la terapia prima che siano disponibili i risultati del test e quindi la terapia non è personalizzata per la mutazione di EGFR;
• Canada: i servizi sanitari in Canada vengono erogati con finanziamento pubblico dalla singola provincia e questo comporta difficoltà nel garantire che tutti i pazienti dell’intero Paese, rispondenti ai criteri, vengano sottoposti al test per le mutazioni di EGFR al momento della diagnosi;
• Stati Uniti: una quota consistente delle scelte terapeutiche non si basa sul sottotipo di mutazione di EGFR e, di conseguenza, non vengono avviati trattamenti personalizzati più appropriati ad ogni singolo paziente.
Gli esperti sono d’accordo nell’indicare che tutti i pazienti con NSCLC ritenuti idonei per l’analisi mutazionale di EGFR debbano essere sottoposti ai test diagnostici più appropriati e aver accesso a terapia personalizzata. Tra gli ostacoli comuni, che impediscono ciò, vi sono le difficoltà a ottenere campioni adeguati di tessuto tumorale da analizzare e i ritardi nel ricevere i risultati del test.
Eppure è importante, in quanto i dati dimostrano che, rispetto alla chemioterapia, le terapie target anti-EGFR rallentano in maniera significativa la progressione della malattia. Si è anche osservato un prolungamento della sopravvivenza complessiva dei pazienti con la mutazione di EGFR più comune (del19), rispetto alla chemioterapia.
Il Dottor Mehdi Shahidi, Responsabile Medico, Oncologia, Tumori Solidi di Boehringer Ingelheim ha dichiarato: “Le percentuali di conduzione del test EGFR sono decisamente migliorate negli ultimi anni, ma c’è ancora molto da fare. Le terapie target possono portare beneficio ai pazienti con tumore polmonare positivo alle mutazioni di EGFR, ritardando la progressione della malattia e, per alcuni di loro, offrendo un beneficio in termini di sopravvivenza, rispetto alla chemioterapia. Ecco perché è cosi importante condurre il test per le mutazioni di EGFR e agire sulla base dei suoi risultati. Le equipe sanitarie devono ottimizzare gli strumenti, le risorse e i test disponibili per migliorare l’accesso alla terapia personalizzata, per il bene ultimo dei pazienti”.
Fonte: Ufficio Stampa Value Relations