Si terrà a Vicenza, sabato 9 giugno

Si terrà a Vicenza, sabato 9 giugno a partire dalle 9.30 presso la Sala Contarini del Vicenza Tiepolo Hotel (Viale San Lazzaro, 110), il prossimo Seminario AIL Pazienti Medici Linfomi. L’incontro è promosso dall’AIL, Associazione Italiana contro le Leucemie, i Linfomi e il Mieloma, con il patrocino della Fondazione Italiana Linfomi (FIL) e delle rete Ematologica Veneta (REV) e si avvale del supporto non condizionato di Bristol-Myers Squibb, Celgene, Janssen Oncology e Takeda Italia.
Il Seminario vedrà la partecipazione di Marco Ruggeri Direttore Divisione di Ematologia Ospedale e Terapie Cellulari Ospedale San Bartolo di Vicenza; Michele Spina Direttore SOC Oncologia A - Oncologia Medica e dei Tumori Immunocorrelati CRO di Aviano e Presidente FIL; Carlo Visco dirigente medico presso la Divisione di Ematologia e Terapie Cellulari dell'Ospedale San Bortolo di Vicenza e Daniela Vedana Spolaor, Presidente Sezione AIL Vicenza.
L’iniziativa dell’AIL mira a diffondere informazioni corrette ed aggiornate sulle patologie attraverso la promozione di incontri diretti tra medici e pazienti, offrendo nel contempo la possibilità di essere aggiornati sui recenti risultati della ricerca e sulle terapie più innovative disponibili. Nel corso del seminario si parlerà della diagnosi, delle nuove terapie a disposizione, del supporto psicologico al malato, importante in tutte le fasi della malattia, e dell’alimentazione da seguire una volta diagnosticata la patologia e nel corso delle cure. Al termine di ogni sessione, ampio spazio sarà riservato alle domande di pazienti e familiari.
I linfomi sono suddivisi in due grandi categorie, Linfoma di Hodgkin (LH) Linfomi non-Hodgkin (LNH), e sono tumori che prendono origine dalle cellule (linfociti) delle ghiandole linfatiche presenti in tutto il corpo. Dai linfonodi la malattia può diffondersi attraverso il sangue e i vasi linfatici ad altri linfonodi od organi, sia linfatici (midollo, milza, ecc.), sia extra-linfatici (cute, polmoni, sistema nervoso centrale, stomaco, fegato ecc.)
Dal 1975 ad oggi l’incidenza di queste patologie è in aumento in entrambi i sessi. Si presenta con una maggiore frequenza nei soggetti maschi e nella fascia di età 60-80 anni, ad eccezione del Linfoma di Hodgkin che colpisce in prevalenza giovani tra i 15 e i 35 anni. Un dato positivo è però quello legato ai progressi della ricerca scientifica che hanno consentito ottime possibilità di cura per le diverse tipologie di Linfoma.
“La terapia– spiega Carlo Visco in relazione alla cura dei Linfomi non Hodgkin - sta subendo una rapida evoluzione per quanto riguarda l’efficacia delle cure e la loro tollerabilità. A fronte di un recente passato nel quale era necessario l’utilizzo della chemioterapia nella maggior parte dei pazienti, ora si stanno affacciando sempre più nuovi farmaci “intelligenti”, che possono indurre risposte durature nei pazienti, anche in associazione a chemioterapia. La partecipazione a studi clinici favorisce in genere la possibilità di poter accedere a tali cure. La maggior parte degli studi in corso sono rivolti alla comprensione dei meccanismi biologici che rendono le cellule capaci di sopravvivere nonostante il trattamento chemio-immunoterapico e quindi alla sperimentazione di nuovi “farmaci biologici mirati” che siano in grado di agire selettivamente su questi meccanismi. La promozione e la fattibilità di questi studi, che tanto hanno contribuito nel migliorare le cure e la sopravvivenza dei nostri pazienti, è in gran parte dovuta all’eccellente operato della Fondazione Italiana Linfomi (FIL) e delle realtà AIL sul territorio nazionale”.
Il Gruppo Ail Pazienti Linfomi si è costituito nel 2016 ed ha come obiettivo fondamentale il mutuo aiuto tra pazienti. Le sue attività mirano alla diffusione della conoscenza dei linfomi, ad incoraggiare la ricerca in questo campo, ad aggiornare i pazienti sulle innovazioni terapeutiche e a promuovere iniziative sociali. La FIL dà un valore aggiunto in termini scientifici al Gruppo poiché la Federazione, che raggruppa oltre 150 centri ematologici italiani, lavora in “rete” per realizzare ricerche finalizzate all’incremento della percentuale di guarigione dei pazienti, allo sviluppo delle conoscenze biologiche in questo campo e al miglioramento della qualità della vita dei pazienti.
La partecipazione è gratuita ma occorre registrarsi. Per informazioni e per iscrizioni chiama il numero 06/70386007o invia una email a [email protected]
Fonte: Ufficio Stampa AIL