TUMORE AL SENO: DUE NUOVE MOLECOLE RIDUCONO IL RISCHIO DI PROGRESSIONE IN PAZIENTI IN FASE AVANZATA PRE-TRATTATE CON TERAPIA ORMONALE
Nello studio di fase III CAPItello-291, la combinazione di capivasertib, un inibitore di AKT, e fulvestrant ha ridotto il rischio di progressione di malattia o morte del 40% rispetto a fulvestrant nel tumore al seno avanzato positivo per i recettori ormonali e negativo per il recettore HER2
Nello studio di fase II SERENA-2, camizestrant, un degradatore selettivo del recettore degli estrogeni (SERD) di nuova generazione, ha ritardato significativamente la progressione di malattia nel carcinoma della mammella avanzato positivo al recettore per gli estrogeni, con un vantaggio di almeno 3,5 mesi rispetto a fulvestrant
Due nuove molecole frutto della ricerca di Astra Zeneca, capivasertib e camizestrant, migliorano la sopravvivenza libera da progressione in pazienti con carcinoma della mammella metastatico già trattato con terapia ormonale. Lo dimostrano i risultati degli studi SERENA-2 e CAPItello-291 presentati al San Antonio Breast Cancer Symposium (SABCS), il più importante congresso internazionale sul tumore al seno, in corso fino al 10 dicembre.
“Il carcinoma della mammella è il tumore più diffuso nella popolazione femminile, con 2,3 milioni di casi stimati nel 2020 in tutto il mondo – afferma Saverio Cinieri, Presidente AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica) -. Circa il 70% è costituito dal sottotipo positivo per recettori ormonali (HR+) e con bassa espressione della proteina HER2 (HER2-low) o HER2 negativo. Le terapie ormonali sono abitualmente utilizzate per il trattamento del carcinoma della mammella HR+. Tuttavia, queste pazienti sviluppano spesso resistenza alle terapie ormonali attualmente disponibili per la malattia avanzata e vanno incontro a progressione di malattia. Da qui la necessità urgente di nuove cure. Capivasertib e camizestrant hanno il potenziale per rispondere a questo forte bisogno clinico”.
Nello studio di fase III CAPItello-291, l’inibitore selettivo di AKT capivasertib in combinazione con fulvestrant ha determinato un miglioramento clinicamente rilevante e statisticamente significativo della sopravvivenza libera da progressione (PFS) rispetto a placebo più fulvestrant in pazienti con tumore al seno localmente avanzato o metastatico positivo per i recettori ormonali (HR+), con bassa espressione di HER2 (HER2-low) o HER2 negativo, che hanno sviluppato una recidiva o progressione di malattia durante o dopo terapia endocrina (con o senza inibitore di CDK4/6).
“I dati dello studio CAPItello-291, che ha coinvolto 708 pazienti, dimostrano che capivasertib rappresenta una nuova e importante opzione terapeutica, potenzialmente capace di cambiare l’attuale pratica clinica nel trattamento delle pazienti affette da carcinoma della mammella in fase avanzata HR-positivo/HER2-negativo – spiega Alberto Zambelli, Professore associato di Oncologia medica all'Humanitas University di Milano -. In particolare, capivasertib, ‘first-in-class’ tra gli inibitori selettivi di AKT, ha dimostrato di ritardare la progressione di malattia in pazienti che avevano fallito una precedente terapia di combinazione anti-estrogenica + inibitori di CDK4/6”.
Nello studio di fase II SERENA-2, in pazienti in post-menopausa con tumore al seno localmente avanzato o metastatico con positività al recettore per gli estrogeni (ER+), precedentemente trattati con terapia endocrina nel setting avanzato, camizestrant, un potente SERD orale di nuova generazione, ha ridotto significativamente il rischio di progressione di malattia o morte.
“Questi dati costituiscono un importante passo avanti verso una potenziale nuova terapia ormonale per pazienti con malattia avanzata dipendente dal recettore per gli estrogeni – afferma Giampaolo Bianchini, Responsabile della Breast Unit presso il Dipartimento di oncologia dell’IRCSS Ospedale San Raffaele di Milano -. Secondo i risultati dello studio SERENA-2, che ha coinvolto 240 pazienti, camizestrant ha dimostrato quasi un raddoppio della sopravvivenza libera da progressione mediana rispetto all’attuale farmaco disponibile che appartiene alla stessa classe di SERD. Camizestrant, inoltre, è stato ben tollerato e ha mostrato simile efficacia ad entrambe le dosi testate”.
E’ stato inoltre osservato un beneficio clinicamente rilevante in sopravvivenza libera da progressione negli altri sottogruppi predefiniti, tra cui pazienti precedentemente trattati con inibitori di CDK4/6, nonché quelli con metastasi polmonari e/o epatiche e quelli con malattia determinata dal recettore per gli estrogeni.