Giuseppe Curigliano, Professore di Oncologia Medica all’Università di Milano e Direttore Divisione Sviluppo di Nuovi Farmaci per Terapie Innovative all’Istituto Europeo di Oncologia di Milano: “Il pembrolizumab, in combinazione alla chemioterapia preoperatoria ed in monoterapia come trattamento adiuvante, si conferma come trattamento che cambia la pratica clinica nei tumori mammari triplo negativi in setting precoce”
KEYNOTE-522 è il primo studio di fase 3 con immunoterapia che mostra risultati positivi di sopravvivenza libera da eventi (EFS) nel carcinoma mammario triplo negativo (TNBC) ad alto rischio in stadio iniziale
Dopo 3 anni, l’84,5% delle pazienti trattate con il regime pembrolizumab era vivo e non ha manifestato alcun evento EFS rispetto al 76,8% con chemioterapia-placebo
L’immunoterapia è efficace nella forma più aggressiva di tumore della mammella, quella triplo negativa, con un significativo miglioramento della sopravvivenza libera da eventi (EFS) quando somministrata in combinazione con la chemioterapia prima della chirurgia (neoadiuvante) e continuata in monoterapia dopo l’intervento (adiuvante). Lo dimostrano i risultati dello studio neoadiuvante/adiuvante di fase 3 KEYNOTE-522, Lo studio ha valutato pembrolizumab, terapia anti-PD-1 di MSD, come trattamento neoadiuvante associato alla chemioterapia, seguito dalla monoterapia con pembrolizumab in adiuvante rispetto alla chemioterapia neoadiuvante seguita da placebo in adiuvante, in pazienti con carcinoma mammario triplo negativo (TNBC) in fase precoce ad alto rischio. E’ la prima volta che una terapia anti-PD-1/L1 dimostra risultati statisticamente significativi di EFS come terapia neoadiuvante e adiuvante combinata.
“Lo studio KEYNOTE -522 conferma il beneficio in EFS sia nei pazienti con risposta patologica completa che in quelli senza – spiega Giuseppe Curigliano, Professore di Oncologia Medica all’Università di Milano e Direttore Divisione Sviluppo di Nuovi Farmaci per Terapie Innovative all’Istituto Europeo di Oncologia di Milano –. Il pembrolizumab, in combinazione alla chemioterapia preoperatoria ed in monoterapia come trattamento adiuvante, si conferma come trattamento che cambia la pratica clinica nei tumori mammari triplo negativi in setting precoce”.
“Visti gli elevati tassi di recidiva entro i primi cinque anni dopo la diagnosi, le pazienti con carcinoma mammario triplo negativo ad alto rischio in stadio precoce necessitano di nuove opzioni di trattamento”, afferma il Dr. Peter Schmid, primo autore, Centre for Experimental Cancer Medicine, Barts Cancer Institute, Londra (Inghilterra). “KEYNOTE-522 è stato disegnato per valutare se il regime neoadiuvante e adiuvante combinato con pembrolizumab potesse aiutare a trattare il tumore precocemente. Ora, con più di tre anni di follow-up, possiamo sperare in questo nuovo approccio. Questi dati di sopravvivenza libera da eventi sono molto incoraggianti per le pazienti e mostrano che questa combinazione di pembrolizumab e chemioterapia in neoadiuvante, seguita dalla terapia adiuvante con singolo agente pembrolizumab, può offrire alle donne con TNBC ad alto rischio in stadio iniziale una nuova opzione di trattamento per questa malattia così aggressiva”.
“I risultati tanto attesi di sopravvivenza libera da eventi nella popolazione di pazienti con tumore del seno triplo negativo si aggiungono ai dati precedenti dello studio KEYNOTE-522 e supportano ulteriormente il potenziale uso di pembrolizumab in queste pazienti”, aggiunge la dott.ssa Vicki Goodman, vice president, clinical research, Merck Research Laboratories. “KEYNOTE-522 è il primo ampio studio randomizzato di fase 3 che riporta un risultato di EFS statisticamente significativo e clinicamente rilevante nelle pazienti con tumore del seno triplo negativo in stadio II e III. Abbiamo già presentato questi dati all’FDA e stiamo ora collaborando con l’agenzia regolatoria sulla revisione
Il carcinoma mammario triplo negativo (TNBC)
Il carcinoma mammario triplo negativo è un tipo di tumore del seno molto aggressivo, caratterizzato da un’elevata percentuale di recidiva entro i primi cinque anni dalla diagnosi. Mentre alcuni tumori della mammella possono risultare positivi ai recettori per gli estrogeni, ai recettori del progesterone o sovraesprimono il recettore 2 per il fattore di crescita epidermica umano (HER2), il TNBC risulta negativo per tutte tre le classi. Circa il 10-15% delle pazienti con tumore del seno ricevono una diagnosi di TNBC, che tende ad essere più frequente nelle persone più giovani di 40 anni, in afro-americane o che presentano una mutazione del gene BRCA1.
Pembrolizumab
Pembrolizumab è una terapia anti-PD-1 (recettore 1 di morte programmata) che funziona stimolando la capacità del sistema immunitario di rilevare e combattere le cellule tumorali. Pembrolizumab è un anticorpo monoclonale umanizzato che blocca l’interazione tra PD-1 e i suoi ligandi, PD-L1 e PD-L2, attivando i linfociti T che possono influenzare sia le cellule tumorali che quelle sane.