È stato osservato anche un trend positivo nella sopravvivenza globale (OS) e in tutti gli altri endpoint secondari è stato evidenziato un beneficio in favore di darolutamide. È importante sottolineare che l'incidenza di eventi avversi (AE) associati al trattamento con frequenza pari o superiore al 5% o di grado 3–5 è risultata paragonabile tra il braccio darolutamide e il braccio placebo; soltanto la fatigue è stata riscontrata in più del 10% dei pazienti. Gli esiti in termini di qualità della vita sono risultati simili tra i gruppi di trattamento.
Questi dati sono stati presentati al congresso internazionale sui tumori genitourinari (American Society of Clinical Oncology Genitourinary Cancers Symposium, ASCO GU) che si è svolto recentemente a San Francisco e contemporaneamente sono stati pubblicati sul New England Journal of Medicine.
"Oltre a un beneficio in termini di MFS, nei pazienti affetti da carcinoma prostatico resistente alla castrazione non metastatico, che sono nella maggior parte asintomatici, è fondamentale avere a disposizione farmaci con un profilo di sicurezza favorevole, perchè le decisioni terapeutiche possono influire sul loro benessere generale, sulla prognosi e sull’aderenza al trattamento, nonché sulle possibili interazioni con gli altri medicinali generalmente utilizzati in questa popolazione di pazienti. Questi dati sono entusiasmanti per la comunità di pazienti affetti da carcinoma prostatico; non dimostrano soltanto la notevole efficacia di darolutamide nel prevenire la diffusione del carcinoma prostatico, ma anche il suo profilo di tollerabilità favorevole che, in seguito all'approvazione, potrebbe consentire ai pazienti di proseguire la propria vita quotidiana senza incorrere in alcun peggioramento della qualità di vita", ha dichiarato Karim Fizazi, M.D., Ph.D., Professore di Medicina presso l'Institut Gustave Roussy, Università di Paris Sud (Francia).
"Sebbene negli ultimi anni siano state sviluppate numerose nuove opzioni terapeutiche nell'ambito del carcinoma prostatico, ci sono ancora dei bisogni non soddisfatti, in particolare per quanto riguarda la necessità di fornire ai pazienti trattamenti efficaci e al tempo stesso caratterizzati da un profilo di sicurezza che non comporti un peggioramento della loro qualità di vita” ha dichiarato Scott Z. Fields, M.D., Vice President senior e Responsabile dello Sviluppo oncologico nella Divisione Pharmaceuticals di Bayer. "Bayer sta lavorando con impegno per riuscire a offrire trattamenti innovativi, con un buon profilo di efficacia e tollerabilità”.
Bayer, che prevede di discutere i dati dello studio ARAMIS con le autorità regolatorie, ha ricevuto dall’ente regolatorio statunitense (Food and Drug Administration, FDA) la designazione "Fast Track" per darolutamide nei pazienti affetti da nmCRPC. Darolutamide viene sviluppato in maniera congiunta da Bayer e Orion Corporation, un'azienda farmaceutica finlandese operante su scala mondiale.
Informazioni sul carcinoma prostatico resistente alla castrazione (CRPC)
Il carcinoma prostatico è il secondo tumore più diagnosticato nella popolazione maschile in tutto il mondo. Si stima che nel 2018, nel mondo, 1,2 milioni di uomini abbiano ricevuto una diagnosi di carcinoma prostatico e circa 358.000 siano deceduti a causa di questa patologia. Il carcinoma prostatico rappresenta la quinta causa di decesso per tumore negli uomini. Il carcinoma prostatico deriva dalla proliferazione anomala delle cellule all'interno della ghiandola prostatica, una parte dell'apparato riproduttivo maschile. Interessa prevalentemente gli uomini di età superiore a 50 anni e il rischio aumenta con l'avanzare dell'età. Le opzioni terapeutiche variano dalla chirurgia alla radioterapia fino alla terapia con antagonisti dei recettori ormonali, ossia sostanze che bloccano la produzione di testosterone o ne inibiscono l'effetto nella sede target. Tuttavia, in quasi tutti i casi, alla fine il tumore diventa resistente alla terapia ormonale tradizionale.
Il CRPC è una forma avanzata della patologia in cui il tumore continua a progredire anche in seguito alla riduzione della quantità di testosterone a livelli molto bassi nell'organismo. Le opzioni terapeutiche per i pazienti resistenti alla castrazione sono in rapida evoluzione ma, fino a poco tempo fa, non vi erano armi per i pazienti affetti da CRPC che presentavano un aumento dei livelli di antigene prostatico specifico (PSA) durante l'ADT e nessuna metastasi rilevabile. Negli uomini affetti da nmCRPC progressivo, un breve tempo di raddoppiamento del PSA è stato associato in maniera significativa a una riduzione del tempo alla comparsa della prima metastasi e alla morte.
Fonte: Ufficio Stampa Intermedia