Olaparib è la prima terapia a target BRCA a mostrare un beneficio clinico nel setting adiuvante
Al Congresso dell’American Society of Clinical Oncology presentati in sessione plenaria i risultati dello studio OlympiA

Nella popolazione complessiva dello studio, costituita da pazienti che avevano completato il trattamento locale e la chemioterapia neoadiuvante o adiuvante standard, i risultati hanno mostrato che olaparib riduce il rischio di recidiva di malattia invasiva, di insorgenza di nuovi tumori o morte del 42%. A tre anni, l’85,9% delle pazienti trattate con olaparib è ancora in vita e libero da tumore mammario invasivo e da altri tumori contro il 77,1% nel gruppo placebo.
In Italia si stima che, nel 2020, circa 55.000 donne abbiano ricevuto una diagnosi di tumore della mammella e la presenza di una mutazione BRCA si rileva in circa il 5% delle pazienti.
Michelino De Laurentiis, Direttore del Dipartimento di Senologia dell’Istituto tumori Pascale di Napoli e Principal Investigator dello studio OlympiA per l’Italia, ha commentato: “In presenza di una mutazione BRCA, il tumore della mammella tende a manifestarsi in una popolazione più giovane rispetto all’età media di diagnosi. Nonostante i progressi della ricerca, il rischio di recidiva, anche in un setting precoce, è molto alto e sono necessari nuovi approcci terapeutici mirati che possano aiutare a tenere a bada la malattia. Sulla base dei primi risultati dello studio OLYMPIA presentati al Congresso ASCO, olaparib ha il potenziale per essere usato in aggiunta a tutti i trattamenti standard iniziali del cancro al seno procurando un addizionale e duraturo beneficio clinico”.
Laura Cortesi, Responsabile della Struttura di Genetica Oncologica presso il Dipartimento di Oncologia dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena e membro del gruppo di lavoro per la stesura delle raccomandazioni per l’implementazione del test BRCA nelle pazienti con carcinoma mammario, ha affermato: “I risultati dello studio OlympiA rappresentano un potenziale passo avanti per le pazienti con cancro alla mammella precoce e ad alto rischio. Questi nuovi dati supportano l’importanza del test alla diagnosi per le mutazioni BRCA1/2. I test per le mutazioni BRCA, oltre alla determinazione dello stato del recettore ormonale e dell’espressione della proteina HER2, consentono una migliore presa in carico della paziente e forniscono al contempo un’informazione utile per i suoi familiari”.
I risultati dello studio Olympia sono stati pubblicati sul The New England Journal of Medicine.
Olaparib è disponibile in Italia per il trattamento, in presenza della mutazione BRCA, del tumore della mammella triplo negativo metastatico e del carcinoma ovarico avanzato su più linee di trattamento.