- I risultati dello studio di Fase III ARASENS, volto a valutare darolutamide più terapia di deprivazione androgenica (ADT) e docetaxel, hanno mostrato un significativo aumento nella sopravvivenza globale con una riduzione del rischio di morte del 32,5% rispetto a ADT più docetaxel (HR=0,68, 95% CI 0,57-0,80; P<0,001), in pazienti con tumore della prostata ormonosensibile metastatico (mHSPC)
- Sono stati osservati benefici significativi anche negli endpoint secondari di fondamentale importanza per i pazienti, quali il ritardo del tempo allo sviluppo della malattia resistente a castrazione (CRPC), del tempo alla progressione del dolore, del tempo al primo evento scheletrico sintomatico (SSE) e all’inizio della successiva terapia antitumorale sistemica
- L’incidenza globale degli eventi avversi correlati al trattamento osservati (TEAEs) è risultata simile nei due bracci di trattamento
- I primi risultati dello studio di Fase III ARASENS sono stati condivisi durante una presentazione orale all’ASCO GU Cancers Symposium 2022 e contemporaneamente pubblicati nel The New England Journal of Medicine
“Fra i casi di carcinoma prostatico avanzato, quelli metastatici alla diagnosi sono da considerare, mediamente, come più aggressivi e quindi da trattare in modo più completo come dimostrato nel recente passato dai vantaggi in sopravvivenza ottenuti con la chemioterapia con docetaxel in fase precoce. E’ in questa ottica che vanno letti i risultati dello studio ARASENS, recentemente comunicati al congresso americano sui tumori del tratto genitourinario e contemporaneamente pubblicati sul NEJM, che supportano un ulteriore vantaggio in sopravvivenza (riduzione del rischio di morte del 32,5%) con l’aggiunta di darolutamide alla sola deprivazione androgenica unita a chemioterapia nella malattia metastatica ormonosensibile, in larga parte alla diagnosi. Raggiunti anche altri endpoints secondari e il tutto con buona tollerabilità al trattamento”, afferma il Dr. Sergio Bracarda, Direttore del Dipartimento Oncologico e della Struttura Complessa di Oncologia Medica e Traslazionale dell’Azienda Ospedaliera Santa Maria di Terni e Presidente “incoming” della SIUrO (Società Italiana di Uro-Oncologia). “Lo scenario di trattamento del carcinoma prostatico avanzato evolve in modo continuativo”.
“Darolutamide ha mostrato dati positivi in due studi clinici di fase III, ARASENS nel tumore della prostata ormonosensibile metastatico, e ARAMIS nel tumore della prostata resistente alla castrazione non metastatico (nmCRPC) per i pazienti in questi stadi chiave della malattia nel carconima prostatico”, ha affermato Robert LaCaze, Member of the Executive Committee of Bayer’s Pharmaceutical Division e Head of the Oncology SBU, Bayer. “Crediamo che darolutamide sia un farmaco importante nel trattamento di questi stadi di malattia del tumore della prostata. Ci impegniamo a rendere disponibile questa nuova opzione terapeutica nel tumore della prostata ormonosensibile metastatico per i pazienti e i loro medici, e perciò stiamo perseguendo tempistiche regolatorie il più veloci possibile.”
ARASENS è l’unico studio randomizzato, in doppio cieco, controllato verso placebo, prospetticamente disegnato per comparare l’uso di un ARi di seconda generazione più ADT e docetaxel rispetto a ADT più docetaxel (uno standard di cura raccomandato dalle linee guida) nel mHSPC.
Il tumore della prostata ormonosensibile metastatico
Il carcinoma prostatico è il secondo tumore per incidenza nella popolazione maschile in tutto il mondo. Si stima che, nel 2020, nel mondo, 1,4 milioni di uomini abbiano ricevuto una diagnosi di tumore della prostata e circa 375.000 uomini siano deceduti a causa di questa patologia.1
Al momento della diagnosi la maggior parte degli uomini presenta un tumore localizzato, il che significa che la neoplasia è limitata alla ghiandola prostatica e può essere trattata con la chirurgia curativa o la radioterapia. In caso di recidiva, quando la malattia si diffonde o diventa metastatica, la terapia di deprivazione androgenica (ADT) è il cardine del trattamento. Circa il 5% degli uomini, alla prima diagnosi, già presenta un tumore della prostata con metastasi a distanza. L’attuale trattamento per gli uomini con tumore della prostata ormonosensibile metastatico (mHSPC) prevede l’ADT, la combinazione di chemioterapia con docetaxel e ADT, e la combinazione di ADT con altri inibitori del recettore per gli androgeni di seconda generazione. Nonostante questi trattamenti, la maggior parte dei pazienti con tumore della prostata ormonosensibile metastatico progredisce sviluppando un tumore resistente alla castrazione (mCRPC), una condizione di malattia caratterizzata da sopravvivenza limitata.
Darolutamide
Darolutamide è un inibitore orale del recettore degli androgeni (ARi) con una struttura chimica peculiare che lega il recettore degli androgeni con un’elevata affinità e mostra una forte attività antagonista, inibendo quindi la funzione del recettore e la crescita delle cellule di carcinoma prostatico. Il basso potenziale di penetrazione della barriera ematoencefalica di darolutamide è supportato dai modelli preclinici e dai dati di neuroimaging in adulti sani. La ridotta penetrazione della barriera ematoencefalica spiega la limitata incidenza globale di eventi avversi (AEs) correlati al sistema nervoso centrale (CNS) rispetto a placebo, come osservato nello studio di Fase III ARAMIS, e il miglioramento significativo dell’apprendimento verbale e della memoria osservato nel braccio di darolutamide nello studio di Fase II ODENZA.