Fare una mammografia anche dopo i 75 anni può evitare di scoprire forme tumorali avanzate che comportano terapie gravose per anziani fragili - come stanno cambiando le linee guida internazionali con l'aumentare della vita media
Fino ad oggi il consiglio per ogni donna era di fare una mammografia a partire dai 40 anni - o anche prima in caso di familiarità - e per ogni anno fino intorno ai 75 anni. Ma adesso che l'aspettativa di vita delle donne si è spostata radicalmente in avanti si sta sempre più radicando la convinzione che la mammografia, esame principe per la diagnosi precoce di un tumore al seno, vada proseguita anche oltre i 75. Questo soprattutto per evitare che la scoperta di un nodulo al seno avvenga quando ormai le dimensioni impongono una chirurgia più radicale e un trattamento chemioterapico aggressivo che difficilmente una paziente dopo i 75 anni tollererà senza problemi. L'ultimo studio è stato condotto dall'università di Washington e ha preso in esame 14.000 casi di tumore al seno di cui 1400 dopo i 75 anni. Ebbene è risultato che la sopravvivenza a cinque anni delle pazienti anziane era del 97% nel caso il tumore fosse stato scoperto grazie ad una indagine strumentale come la mammografia - quindi in una fase piuttosto iniziale - contro l'87% di coloro che avevano scoperto casualmente il nodulo grazie all'autopalpazione o durante una visita medica, quindi quando il tumore era già di dimensioni tali da essere percepito al tatto. L'allungamento della vita media sta costringendo alla revisione di molte linee guida internazionali adeguandosi al criterio che anche ad un'età avanzata avere una diagnosi precoce può fare la differenza e che anche oltre i 75 anni si può e si deve parlare non solo di controllo della malattia ma di diagnosi precoce per garantire una qualità di vita che sia la migliore possibile con chirurgia e terapia meno invalidanti possibili.