Fibrillazione Atriale e anticoagulanti orali La prevenzione del rischio tromboembolico e l'efficacia degli anticoagulanti diretti anche per pazienti complessi come dimostrato dallo studio AUGUSTUS
La fibrillazione atriale è l’aritmia cardiaca più frequente al mondo e dopo gli 80 anni una persona su 10 ne è affetta, ma non sempre chi ne soffre avverte o battiti irregolari con il rischio di non trattare la fibrillazione e andare incontro a gravi complicanze come la formazione di trombi o ictus cerebrale. E’ importante quindi che i pazienti siano trattati tempestivamente e correttamente con farmaci anticoagulanti per la prevenzione del rischio cardio-embolico. E se in passato gli anticoagulanti usate correntemente erano gravati dal rischio di sanguinamenti e dal dover effettuare periodici monitoraggi ematici oggi sono disponibili anticoagulanti orali, cosiddetti diretti, che riducono il rischio di sanguinamento e che sono uno strumento prezioso anche per i pazienti più complessi che devono assumere una combinazione di più farmaci, come dimostrato dallo studio AUGUSTUS pubblicato sul New England Journal of Medicine e presentato al recente American College of Cardiology. Nel corso della presentazione dello studio Augustus abbiamo intervistato: Pasquale Perrone Filardi, Direttore della Scuola di Specializzazione in malattie cardiovascolari dell’Università Federico II di Napoli Filippo Crea, Direttore Dipartimento di Scienze Cardiovascolari, Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS - Università Cattolica del Sacro Cuore, Roma
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