INCONTINENZA URINARIA MASCHILE: LE CAUSE E LE SOLUZIONI CON TECNICHE CONSERVATIVE (RIABILITAZIONE PAVIMENTO PELVICO) O CHIRURGICHE (CON TECNICHE DIVERSE A SECONDA DEL PAZIENTE) PROF. RICCARDO BIENTINESI, FONDAZIONE POLICLINICO A. GEMELLI IRCCS
L’incontinenza urinaria è una condizione molto diffusa di cui si parla poco per imbarazzo, può colpire anche persone giovani e si stima che di 100 italiani almeno 10 ne soffrano. Negli uomini è circa il 6% della popolazione a soffrirne con un sensibile incremento di prevalenza al crescere dell’età. I percorsi di trattamento possono essere vari a seconda della tipologia di incontinenza e possono andare da tecniche conservative come la fisiochinesi terapia del pavimento pelvico a terapie chirurgiche con varie tecniche. Importante è comprendere quando si può parlare effettivamente di incontinenza urinaria e come si classifica in base ala tipologia, se da sforzo, da urgenza o mista.
I fattori di rischio e le cause sono legate all’età, al sovrappeso ma soprattutto ad interventi chirurgici sulla prostata, quindi interventi di prostatectomia radicale per un tumore della prostata o interventi per l’ipertrofia prostatica benigna. Il trattamento prevede come primo intervento un approccio conservativo con tecniche di riabilitazione e ginnastica pelvica. Nel momento in cui l’approccio conservativo non sia sufficiente esistono varie tecniche chirurgiche, dalle meno invasive alle più invasive, da scegliere in base all’entità del problema e alla tipologia di paziente. Un approccio multimodale e multidisciplinare in un centro di riferimento è il pilastro per una corretta gestione dell’incontinenza urinaria, e il primo passo è sempre quello di parlare con il proprio medico e chieder aiuto. Ne abbiamo parlato con: Riccardo Bientinesi, Specialista in Urologia presso la Fondazione Policlinico A. Gemelli IRCCS e referente presso il Gemelli di ERN eUROGEN.