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Malattia di Alzheimer 
  Il concetto nuovo di Predizione di Demenza in base ai fattori di rischio 
e i Test di Valutazione Neuro-Cognitiva per stabilire le terapie adeguate 
  Quali i primi segnali di demenza (perdita di memoria ma anche cambiamenti del comportamento)
Training per i pazienti e le loro famiglie per vivere al meglio la quotidianità
Prof. Evaristo Ettorre, Policlinico Umberto I, Roma


La Malattia di Alzheimer è un patologia in costante aumento ma quando siamo in presenza di un declino cognitivo compatibili con l'età e quando invece alcuni segni devono indurci a pensare che ci possa essere una demenza e quindi a fare dei test Cognitivi specifici in grado di stabilirlo? E in cosa consistono questi test? Lo abbiamo chiesto al Prof. Evaristo Ettorre, Responsabile dell'Unità di valutazione Geriatrica e Valutazione Alzheimer del Policlinico Umberto I di Roma che ci ha spiegato quanto oggi si  punti su quella che viene definita Medicina Predittiva  -  sia in soggetti adulti ancora sani sia in anziani già con diagnosi di demenza - che in base alla valutazione dei fattori rischio (stili di vita, comorbidità...) possa tracciare un profilo di rischio e proporre delle modifiche di alcuni parametri in modo da ridurre o ritardare l'insorgenza della malattia. Altrettanto importante è arrivare ad una Diagnosi Precoce e per far questo è necessario non sottovalutare alcuni campanelli d'allarmi relativi alla memoria ma anche al comportamento che se varia da quello abituale può essere testimonianza di una iniziale demenza. E per avere un quadro più chiaro della situazione sono fondamentali i Test Neurologici di Valutazione Neuro-Cognitiva che prendono in considerazioni diversi parametri (da quelli clinici a quelli comportamentali, dalla valutazione del tono dell'umore a test mnemonici, spaziali e del linguaggio -  e il Professore ce li illustra uno per uno) per formulare un quadro generale e valutare il declino cognitivo all'interno di una scala che va da 1 a 5. Il passo successivo è naturalmente una terapia che al momento non è curativa ma è una terapia per il Controllo dei Sintomi in modo che la qualità di vita del paziente e della sua famiglia risenta il meno possibile della patologia, almeno nelle fasi iniziali. E proprio la famiglia, e in particolare il care giver cioè la persona che si prende cura del malato, deve essere in grado di sapere quali sono le cose da fare e quelle da non fare, come gestire la quotidianità e come rapportarsi al malato, e per questo si possono seguire dei Training Familiari che aiutino a vivere una malattia che colpisce non solo il paziente ma tutto il nucleo familiare.
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